rivista anarchica
anno 43 n. 382
estate 2013


ai lettori

Buon'estAte

Questo numero, con le sue 244 pagne, è il secondo per “spessore” nella lunga storia della rivista, superato solo dallo speciale per i 40 anni di “A”, il n. 358 (dicembre 2010/gennaio 2011) che di pagine ne aveva venti di più. Chi non l'avesse letto a suo tempo e ne volesse una copia, sappia che ne abbiamo ancora tante e che può tranquillamente inviarci € 10,00 (spese di spedizione postale comprese) e noi glielo spediamo subito.
Per la prima volta, pubblichiamo un lungo racconto (E la fine verrà) della nostra collaboratrice Orsetta Bellani, classe 1982, che negli ultimi tre anni ha scritto più volte su “A” di America Latina e anche d'altro (No-Tav). L'idea di dare spazio anche a quest'altra modalità espressiva e comunicativa riprende la vecchia tradizione dei feuilleton e non a caso si realizza in questo numerone estivo, appunto con più pagine. È questa una considerazione che proponiamo ai molti che da questa nostra scelta si sentiranno incoraggiati a mandarci i loro scritti. Non sarà certo questa l'ultima volta in cui daremo spazio a racconti e in genere a scritti “letterari”, ma...
Numero speciale, quindi come sempre prezzo speciale. Gli abbonati (i soliti furbacchioni) ci guadagnano, ma hanno anche già pagato in anticipo. Ai diffusori precisiamo che per ogni copia venduta ci dovrebbero dare, come di consueto, il 50 per cento del prezzo di copertina, quindi facciano loro i calcoli.

Soldi. Come ogni estate, la relativa pausa – evidenziata dal fatto che questo numero copre ben tre mesi, da luglio a settembre – ci serve per la periodica revisione dell'intero indirizzario della rivista e in particolare per verificare le singole posizioni verso la nostra amministrazione. Lo faremo in agosto, quindi sollecitiamo tutti coloro che hanno dei debiti (mancato rinnovo dell'abbonamento, copie vendute da pagare, conti relativi a dossier, cd e dvd da regolare, ecc.) a provvedere subito al pagamento, prima ancora che noi si inizi a verificare, scrivere, sollecitare.
I tempi, si sa, sono difficili per tutti, in particolare per quanto riguarda i soldi. Ma una baracca come la nostra deve poter contare, come finora è più o meno sempre successo, sulla correttezza della nostra rete di distribuzione e anche sullo slancio e la solidarietà concreta delle compagne e dei compagni, delle persone che apprezzano il ruolo svolto da “A” anche senza necessariamente riconoscersi nell'anarchismo. Pensiamo ai “fondi neri”, che orgogliosamente ostentiamo a fine rivista, ogni numero, da oltre 42 anni.
In un paese come il nostro, in cui i veri fondi neri sono alquanto diffusi (pensiamo ai partiti, vergognosamente finanziati forzatamente da tutti noi) ma altrettanto nascosti (da qui il colore che si attribuisce loro), noi ci picchiamo di farne l'elenco dettagliato numero dopo numero. Non riceviamo né abbiamo mai ricevuto alcun contributo istituzionale, nemmeno da quei fondi per l'editoria che pure generosamente sono stati elargiti anche a cani e porci (riviste neonaziste comprese). In un'Italia in cui si decanta l'impresa privata, mentre dalla Fiat in giù in tanti campano sullo sfruttamento in mille modi della vacca pubblica, la nostra piccola impresa è di quelle che si regge sulle proprie gambe, sul sostegno di tante persone che “credono” nell'utilità che “A” continui a uscire regolarmente.
Atei o perlomeno agnostici da sempre, sappiamo che lassù non c'è alcun dio che spinga nella nostra direzione. Pensiamo anzi che, se anche ci fosse, non sarebbe un nostro sponsor. Da qui l'appello, rivolto ai nostri numerosi amiche/amici, ad approfittare di questo periodo estivo per rendere più lungo e sostanzioso il consueto elenco dei fondi neri che apparirà sul prossimo numero di ottobre. Anticipatamente grazie.