rivista anarchica
anno 44 n. 386
febbraio 2014





Sotto la voce “Nuova polizia” il n. 54 (marzo 1977) di questa rivista apre con un durissimo attacco ai servizi d'ordine della Cgil e di Avanguardia Operaia (“Lama generale, Vinci colonnello” il titolo). La frase finale è indicativa: Il nuovo totalitarismo socialdemocratico sta facendo le prove generali per iniziare quanto prima le rappresentazioni ufficiali.
Stessa durezza e drasticità nello scritto a commento della sentenza contro i Nuclei Armati Proletari (Nap): al di là dei fatti analizzati, è la critica di fondo al fenomeno e ai movimenti della lotta armata che ci appare, alle nostre idee e alla nostra sensibilità odierna, assolutamente carente. Vi è sì la critica di fondo all'ideologia marx-leninista e anche alla scelta strategica di quella forma di lotta, ma colpisce la sottovalutazione della questione etica, degli atti violenti, dei sequestri, delle gambizzazioni, quasi fossero delle variabili “tattiche” e non delle azioni per noi inaccettabili... a prescindere, tanto per citare Totò.
Sono osservazioni che buttiamo lì, a testimonianza della nostra volontà (anche in questa rubrica “storica”) di affrontare e riaffrontare di continuo il passato, anche il nostro passato, per cercare di trarne qualche “lezione” per il ragionare e l'agire dell'oggi.
D'altra parte in questa medesima scelta di dibattito si collocava, appunto 37 anni fa, la pubblicazione di due lunghe lettere critiche con il taglio dato da “A” al Festival del Proletariato Giovanile, il “mitico” Parco Lambro dell'estate 1976. Lettere che seguivano la pubblicazione di una precedente della redazione della rivista “Anarchismo” e sostanzialmente in linea con quella. Ciò che in questa sede ci preme sottolineare è appunto questa storica, vorremmo dire “genetica”, apertura al dibattito. Il “pensiero unico” già allora era più diffuso anche nella quotidianità di gruppi e gruppetti, nel senso che la disponibilità al dibattito vero, all'autocritica, all'ascolto dell'altro era – anche allora – merce piuttosto rara.
Il n. 54 di “A” è costituito anche da interventi e analisi “politiche” interessanti, come quella di Luis Mercier Vega (con il suo abituale pseudonimo di S. Parane) sulla figura dell'appena scomparso André Malraux in Francia; o quella del “grande vecchio” del sindacalismo rivoluzionario portoghese Emidio Santana sulla situazione sindacale nel suo paese; o il resoconto delle lotte dei lavoratori ospedalieri a Milano.
Ma gli scritti che più ci paiono attuali, nel taglio oltre che nei contenuti, sono quelli in cui il vissuto personale si intreccia con “la politica”. È il caso dell'intervista a Carletta Cacianti, appena rientrata in Italia dopo due anni trascorsi nella Comunidad del Sur a Montevideo (Uruguay), una delle esperienze più durature e interessanti nel mondo libertario dello scorso secolo; l'intervista a Ferro Piludu, nostro grande amico e in particolare collaboratore grafico (e non solo) della nostra rivista, di Umanità Nova e di altre iniziative editoriali anarchiche (e non solo), in quel numero intervistato sui “bambini registi”, un'esperienza concreta all'incrocio tra pedagogia libertaria e autogestione dei mezzi di comunicazioni; e, sempre in tema di comunicazione, il contributo di Claudia Vio sull'interdipendenza strutturale tra tecnologia e ideologia.
In terza di copertina, la notizia del passaggio in Italia (e in particolare a Torino), a partire dal suo nono numero, della redazione della rivista internazionale di ricerche anarchiche Interrogations, quadrilingue (italiano, inglese, francese e castigliano), una rivista molto interconnessa con la nostra visto che – si sottolinea nella presentazione – la maggior parte dei suoi collaboratori italiani è costituita da redattori e collaboratori di “A”.
Un altro pezzo della nostra storia.