rivista anarchica
anno 44 n. 394
dicembre 2014 - gennaio 2015


Sardegna

Oh Sardigna, custa est s'ora

testo di Laura Gargiulo / foto di Paola Rizzu


“Oh Sardegna, questa è l'ora“. Il 13 settembre scorso si è tenuta una manifestazione contro la base di Capo Frasca e, in generale, contro la presenza invasiva e distruttiva delle forze armate (non solo italiane) nell'isola.

In migliaia si sono dati appuntamento alla manifestazione contro le basi militari chiamata da alcune organizzazioni indipendentiste e comitati di base: una lunga giornata segnata sia dagli interventi dal palco sia dagli slogan davanti l'ingresso della base contro la presenza di militari e, in modo particolare, contro le esercitazioni israeliane che da anni si svolgono dentro i cosiddetti limiti invalicabili. Eppure, quel limite, seppur per qualche ora, è stato abbattuto quando, rotte le reti, in centinaia sono entrati all'interno della base e hanno ripreso ciò che ogni giorno lo Stato ci sottrae. Come sempre avviene, ognuno avrà letto gli avvenimenti di quella giornata a proprio modo. Per noi l'occupazione della base rimane un momento fondamentale perché rappresenta la necessità di rompere quei limiti per renderli invalicabili solo ai militari.
La narrazione fotografica di Paola Rizzu (paolagiulia.rizzu@gmail.com), fotografa da anni impegnata nel raccontare i movimenti sociali e le lotte che attraversano la Sardegna, fissa in poche immagini volti, suoni e momenti di una giornata di cui speriamo, nel momento in cui scriviamo queste righe, di poter raccontare anche un seguito. I momenti non mancano: da settembre a dicembre un'intensa pioggia di bombe e proiettili è stata prevista dentro quei confini, e gli appuntamenti quotidiani non mancheranno durante tutto l'anno. Sta a noi non mancare.

Laura Gargiulo

Di questa manifestazione alla base di Capo Frasca ha già riferito sullo scorso numero di “A” Massimo Lunardelli. In generale delle basi militari in Sardegna, e in particolare di quella a Salto di Quirra, aveva scritto sempre Laura Gargiulo in “A” 365 (ottobre 2011).


La manifestazione ha accomunato visioni e istanze diverse;
importante la presenza dei vari comitati di lotta ambientale
(nella regione se ne contano più di 50), dei diversi movimenti
indipendentisti, dei collettivi politici, artistici e dei centri sociali

Forte la presenza degli studenti e dei collettivi medi e universitari.
L'economia di guerra da anni investe in progetti interni alle università,
a farlo sono le stesse aziende che affittano le basi militari per la
sperimentazione di nuovi armamenti

Eterogenea, trasversale ma anche multigenerazionale
la protesta antimilitarista

Forte tra i manifestanti la convinzione che la Sardegna non debba essere
palestra per conflitti internazionali ma piuttosto Terra di incontro e scambio,
esempio di benessere, convivenza, arte e pace

La notizia delle esercitazioni israeliane, insieme a quella dell'incendio
del 4 settembre, determinato dall'esplosione di un ordigno militare,
è stata uno dei motivi che ha spinto molti a manifestare

Nel piazzale dell'ingresso della base. Per alcune ore si suona e
si danza di fronte ai militari non più in assetto antisommossa

Il rapporto di dipendenza economica instaurato dalle basi militari
ha spesso aumentato le difficoltà nel creare adesioni tra la popolazione
residente. In realtà il rapporto costi (soprattutto ambientali e di
sviluppo alternativo) - benefici (stipendi) è assolutamente impari.
Nelle basi i residenti assunti sono pochissimi

Fuori dalla base: sicuramente una delle manifestazioni più partecipate
degli ultimi anni, che ha riunito migliaia di persone provenienti da tutta l'isola

Dentro la base, ore 19: in centinaia, dopo aver aperto la recinzione,
occupano il piazzale di ingresso della struttura militare per diverse ore

La struttura militare di Capo Frasca, come la maggior parte delle basi,
sorge in una zona di alto valore naturalistico e paesaggistico;
l'inquinamento ambientale e i danni per la salute umana e animale
sono documentati da numerose ricerche scientifiche