rivista anarchica
anno 45 n. 400
estate 2015




Siamo tutti migranti

Sto scrivendo questo articolo agli inizi di maggio e i morti nel mare Mediterraneo sono già centinaia. Il dibattito sterile e razzista ricopre l'intera Europa di vergogna. Si continua a dire che per questa strage non ci sono colpevoli e che se ci sono di sicuro non siedono sulle poltrone del parlamento italiano o europeo. Inutile prendersi in giro sappiamo bene che i colpevoli sono proprio tutti quei signori e quelle signore che legiferano sulla dignità umana, che legiferano sulla chiusura delle porte della fortezza Europa e la creazione della nuova schiavitù. Le lore mani sono sporche di sangue, e le responsabilità sono sempre più chiare; leggi, politiche economiche e guerre decise in occidente hanno creato il disastro che oggi è sotto gli occhi di tutti noi.
Negli ultimi anni mi sono sforzato per raccogliere testimonianze tra e con i migranti in giro per l'Italia e sono letteralmente distrutto dalle loro storie, dalle loro esperienze di vita. Donne e uomini che scappano da guerre, da carestie da disastri economici (creati soprattutto dalle nostre economie neoliberali) e che dopo molti, troppi sforzi arrivano nel nostro paese e non trovano accoglienza ma repressione e sfruttamento.
Proprio in questi giorni di disastri in mare e di letture amare su tutti i quotidiani nazionali mi è arrivato a casa un interessante libro che parla di migrazioni Migrando, di Giulio Gasperini edito da End. Nella speranza di trovare spunti di riflessione mi sono subito dedicato alla lettura del testo e mi sono reso conto che con l'autore di questo agile libro condivido l'urgenza di sentirmi umano al di là delle appartenenze e la necessità di parlare di queste storie di resistenza. La grande differenza tra il mio lavoro e quello di Giulio è di stile; il mio è un lavoro etnografico abbastanza “classico” restituito al lettore con testimonianze dirette dei protagonisti e uno stile di scrittura saggistico, mentre in questo libro, l'autore racconta le sue esperienze, le sue idee scrivendo poesie. Non ho mai recensito un libro di poesie e a dire il vero mi capita raramente di leggerne e ancora più raramente di rimanerne completamente coinvolto.

Migrando di Giulio Gasperini
(End edizioni, Gignod - Ao, pp. 96, € 10,00)

Mentre leggevo Migrando, di Giulio sono rimasto colpito sin dalle prime pagine e ho capito che non erano le solite poesie ma qualcosa di profondo, complice e coninvolgente e soprattutto erano una presa di posizione netta, un urlo forte e chiaro contro le retoriche dell'odio che ascoltiamo quotidianemnte contro i migranti.
Avevo tra le mani delle poesie che negavano l'esistenza dei confini nazionali e attaccavano la leggittimità dei documenti che creano umani con diritti e umani senza.
Migrando è quel genere di libro che dovrebbero leggere tutti i politicanti per smetterla di aprire bocca e sparare parole ricche di odio, dovrebbero fermasi, leggere, riflettere ed emozionarsi perché come riportato nella quarta di copertina

Errare come vagare,
non come sbagliare. Perchè lo sbaglio
non esiste: quello che si cerca è solo
l'ombra di un giorno che non sia più triste

Lampedusa (Ag), 2013 - Il cimitero delle barche

Un libro diviso in cinque sezioni, delle tappe di avvicinamento all'umanità in movimento, uno stile quello in versi, spesso in prima persona che riesce a restituirci completamente il senso dell'esperienza, una descrizione che ci immerge in una parte della verità delle esperienze vissute, al di fuori di tutte le menzogne che quotidianamente siamo costretti a sentire.

Andrea Staid

Clandestino

Ma cosa significa clandestino? Qual è
la sua definizione? Il confine è labile,
come riga sulla sabbia, come calendario
dei giorni nel deserto. Ma cosa significa
per voi clandestino? Senza permesso, forse,
senza libero accesso. Ma tutte le strade
in tutto il mondo sono sempre state libere
dalla schiavitù di un visto, dall'urgenza
di dichiararsi. E cosa significa allora
clandestino se tutti gli uomini hanno
il cammino nel loro percorso evolutivo?


Bandiere

Tutte le bandiere sono mute, nessuna
ha un requiem, nessuna avvolge i corpi
ripescati, i corpi che dal mare sono
inghiottiti. Una distesa di corpi ignoti,
che poi alla fine hanno lo stesso nome:
uno per tutti, che tanto non importa
rimanere sconosciuti. Un esercito di
bandiere senza onore-drappeggiano
solo corpi di persone che ancora non
sanno di essere attraccate, di poter
adesso finalmente imparare a respirare.


Lambadusa! Lambadusa!

Mi sveglio sotto un nuovo cielo
-sotto stelle che ignoro, stelle che
non conosco, che non so nominare
Ignoro la direzione-lo spazio
percorso, quello che adesso mi
assedia. Ho gridato un nome che
pareva salvezza, consistenza
d'un orizzonte pieno, affollato
di mani, di attracchi, di un
soccorso preoccupato. Di una
condanna-scoprirò poi-
per transitoproibito, vietato.
Per legge, clandestino.

poesie tratte da Migrando di Giulio Gasperini