rivista anarchica
anno 45 n. 403
dicembre 2015 - gennaio 2016


canzone d'autore

Al centro, le donne

di Steven Forti / foto Roberto Molteni


È dedicato alla canzone d'autore al femminile, il Premio Bianca d'Aponte, la cui undicesima edizione si è tenuta ad Aversa il 16 e 17 ottobre.

Le dieci finaliste di questa edizione (da sinistra a destra): Anna Surico dei CFF,
Priscilla Bei, Francesca Incudine, Anna Maria Stasi dei CFF, Irene Ghiotto e la
violoncellista Valentina Cacco, Grazia Cinquetti, Amelie, Rossella Aliano,
Helena Hellwig, Francesca Pignatelli e Giulia Olivari


Se c'è ancora qualcuno che non sa che cosa sia il Premio Bianca d'Aponte, farebbe bene a rimediare subito. È senza dubbio uno degli incontri di maggiore interesse della canzone d'autore italiana di questo inizio di XXI secolo, insieme alla storica Rassegna della canzone d'autore del Club Tenco di Sanremo (dal 1974), al Premio Ciampi di Livorno (dal 1995), al Festival Ferré di San Benedetto del Tronto (dal 1996), al Premio Bindi di Santa Margherita Ligure (dal 2005), al Festival Dallo Shamano allo Showman della Val Camonica (dal 2003) e al Premio Andrea Parodi di Cagliari (dal 2008). Ma a differenza di tutti questi è l'unico premio che metta al centro le donne. Ed è forse, più di tutti gli altri, un momento di profonda amicizia. Sì, perché questo premio è dedicato a Bianca d'Aponte, una giovane cantautrice aversana scomparsa nel 2003, a soli 22 anni, per un aneurisma. Ne aveva parlato su queste pagine Sergio Secondiano Sacchi con un articolo dedicato alla scorsa edizione, la decima, del premio (Sergio Secondiano Sacchi, “Nel ricordo di Bianca”, “A” 395, febbraio 2015).
Seppur così giovane, Bianca ha avuto il tempo di scrivere delle bellissime canzoni. Alcune sono state incise dalla stessa Bianca, altre rimangono raccolte in provini o se ne conserva solamente il testo. Nel 2004 Gaetano e Giovanna, i genitori di Bianca, hanno deciso di creare quest'isola di musica e di poesia per mantenere vivo il ricordo della figlia e per dare la possibilità ad altre giovani cantautrici ed interpreti di inseguire il proprio sogno. Poco a poco, questa iniziativa è cresciuta e si è andata consolidando, giungendo all'undicesima edizione. Grazie alla passione e alla generosità di Gaetano e Giovanna, che sostengono praticamente a loro totale carico l'iniziativa, e di alcuni amici di Bianca, Aversa si è convertita in un punto di riferimento per la canzone d'autore al femminile, per quanto le istituzioni non abbiano fatto nulla per aiutare Gaetano e Giovanna in questo duro e faticoso lavoro. Come scriveva Sergio Secondiano Sacchi, “Quanto avrebbe bisogno di sostegni tangibili una iniziativa del genere: nel territorio ampliamente descritto da Roberto Saviano è l'unica sede a promuovere intelligenza e cultura nel campo della musica giovanile. Eppure è lasciata sola, affidata ai risparmi di una famiglia. Sono un'isola: il titolo è quanto mai veritiero.” Parole che è bene ricordare e rileggere. E ristampare ogni volta fino a che non cambiano le cose.

Ginevra Di Marco, la madrina di questa edizione del Premio

La cantautrice catalana Sílvia Comes,
Premio Bianca d'Aponte International
Tra Faber e Matteo Salvatore

Come ogni anno dieci finaliste si sono esibite sul palcoscenico del bel tetro Cimarosa della città campana. Alle spalle ognuna di loro ha una vita fatta di studi e passione e di tanti concerti nei locali e nei piccoli teatri di mezza Italia. Giovani cantautrici che provengono dal Veneto e dalla Sicilia, da Milano e da Roma, dall'Emilia e dalla Puglia. Ma non ci sono solo loro. Nelle due serate, presentate con la conseuta ironia da Antonio Silva e Carlotta Scarlatto, hanno partecipato anche quelli che il mondo mainstream chiamerebbe i big, ossia riconosciuti artisti del panorama italiano come Bastian Contrario, Carlo Mercadante, Renzo Rubino e Diodato (che hanno duettato a sorpresa nel brano di Fabrizio De André Amore che vieni, amore che vai), Giuseppe Anastasi e Andrea Miró, che ha anche recitato in italiano Il ladro di Georges Brassens, parte del progetto, portato avanti insieme ad Alberto Patrucco, dedicato al maestro dei cantautori francesi. Ma c'è stata anche Mariella Nava che ha cantato In nome di ogni donna, un brano di denuncia contro la violenza sulle donne.

La vincitrice di questa undicesima edizione del Premio Bianca
d'Aponte: la vicentina Irene Ghiotto accompagnata
dalla violoncellista Valentina Cacco

Non poteva mancare poi Fausto Mesolella, direttore artistico e anima di questo premio, che, accompagnato dalla sua band, ha deliziato il pubblico con tre canzoni del suo nuovo album Canto Stefano. Si tratta di dodici poesie di Stefano Benni messe in musica dall'ex Avion Travel. Due di queste meritano una menzione. L'insanguinata è un testo appositamente scritto da Benni per la chitarra di Mesolella, che deve questo soprannome a Samuele Bersani. Quello che non voglio è invece una poesia che l'autore di Bar Sport regalò a Fabrizio De André alla metà degli anni Novanta: Faber la stava trasformando in canzone quando il vento se lo portò via per sempre. La poesia rimase in un cassetto fino all'incontro tra Benni e Mesolella e ora, finalmente, ha ripreso a volare sulle splendide note del chitarrista campano. Ma Mesolella ha anche duettato con Raiz (due brani dal loro meraviglioso Dago Red, Targa Tenco 2014) e, fuori programma, con Mimmo Epifani, interpretando uno storico pezzo di Matteo Salvatore, che ha riportato la mente di molti alle violenze di fascisti e padroni nelle campagne pugliesi.

La milanese Helena Hellwig,
premio della Critica

Come in ogni edizione, poi, non sono mancate né la vincitrice dell'anno precedente, la bravissima Elisa Rossi, né la “madrina” del premio che quest'anno è stata Ginevra Di Marco. Accompagnata dall'ex CCCP/CSI Francesco Magnelli e da Andrea Salvadori che con Ginevra, Alessio Lega e molti altri partecipa all'avventura del nuovo Bella Ciao, la Di Marco ha ammaliato il pubblico con un intenso set finale che ha guardato al passato e al futuro della sua più che ventennale carriera. Da due brani dei CCCP (tra cui Amandoti) ad un gran finale dedicato alla canzone popolare insieme ad Elena Ledda (anche lei partecipa alla carovana del nuovo Bella Ciao), Fausta Vetere (colonna storica della Nuova Compagnia di Canto Popolare) e Brunella Selo, ma anche omaggiando Andrea Parodi, nell'anniversario della scomparsa del cantautore sardo, e, naturalmente, Bianca d'Aponte. Ogni anno, infatti, la “madrina” interpreta una canzone scritta da Bianca. Ginevra Di Marco ha scelto l'intima Mary, che, insieme ai brani delle dieci finaliste, è contenuto nel cd della manifestazione, distribuito gratuitamente dietro a un'offerta per Emergency.
La vincitrice di quest'undicesima edizione è stata la vicentina Irene Ghiotto (con La filastrocca della sera), mentre alla milanese Helena Hellwig (con Alla Marilyn morrò) è toccato il Premio della Critica. Alla romana Priscilla Bei, con Ulisse, Mariella Nava ha deciso di proporre un contratto per la sua etichetta discografica Suoni dall'Italia. Ma sono meritevoli di una menzione, anche se non premiati, i brani dell'emiliana Grazia Cinquetti, della bolognese Giulia Olivari e della siciliana Francesca Incudine, che nel 2013 si era già fatta conoscere con un bel disco Iettavuci, dove canta in siciliano.

Mimmo Epifani e Fausto Mesolella cantano Matteo Salvatore
Da Aversa a Barcellona

Quest'edizione del Premio Bianca d'Aponte è stato però segnato da una grande novità: un nuovo orizzone internazionale grazie al legame con l'associazione Cose di Amilcare, attiva da oltre un triennio a Barcellona. L'8 marzo scorso si è infatti tenuto nel capoluogo catalano il Bianca d'Aponte International, in cui una ventina di cantautrici e interpreti di diverse nazionalità hanno tradotto e cantato nella loro lingua le canzoni di Bianca. Ne è nato Estensioni, un disco, presentanto proprio nella due giorni aversana, la cui copertina è una riproduzione di un'opera originale su marmo di Marco Nereo Rotelli. Estensioni raccoglie undici di queste interpretazioni in catalano, spagnolo, francese, inglese e perfino in maori, maltese, russo e ceco. Nel bel teatro Cimarosa della città campana si sono potute ascoltare alcune di queste “estensioni” delle canzoni di Bianca. Come quella della francese Céline Prouvost (che ha ottenuto, tra l'altro, da Mariella Nava l'offerta di un contratto discografico), dell'algherese Claudia Crabuzza – che canta nel catalano della sua terra –, della tunisina M'Barka Ben Taleb e della catalana Sílvia Comes.
Proprio quest'ultima è stata insignita del Premio Bianca d'Aponte International per il ventennale lavoro di ricerca nel campo della poesia e della canzone. L'ultimo disco di Sílvia Comes, che ha partecipato recentemente anche allo spettacolo Storie e amori d'anarchie, cantando in catalano La locomotiva di Francesco Guccini, è infatti dedicato alla poetessa spagnola Gloria Fuertes. Ma la dimensione internazionale del Bianca d'Aponte non si conclude con queste prime tre tappe. Il prossimo 6 marzo si terrà a Barcellona la seconda edizione dell'estensione catalana del premio aversano organizzata da “Cose di Amilcare” e già il 19 dicembre, a Sanremo, sempre con “Cose di Amilcare” e con il Club Tenco, si terrà una serata dedicata a Bianca e alle poetesse, alla quale parteciperanno Fausto Mesolella, Alessio Arena, Sílvia Comes, M'Barka Ben Taleb e cantautrici di diverse latitudini: la russa Julija Zigansina, la ceca Ruth Horáckova e la neozelandese Tamar McLeod Sinclair, tutte e tre presenti in Estensioni con una canzone di Bianca.

Il gran finale con Fausta Vetera, Ginevra Di Marco, Brunella Selo e Elena Ledda

Ad ottobre di ogni anno Aversa si converte in un'isola. Un'isola che, di anno in anno, diventa sempre più grande e più rigogliosa, nonostante l'assenza di aiuti istituzionali alla famiglia d'Aponte. Da quest'anno, grazie al legame con l'associazione Cose di Amilcare, di isola ce ne sarà sicuramente un'altra: a Barcellona. Un'altra isola, legata a doppio filo con quella di Aversa, in cui sono le voci, le canzoni e le poesie di donne ad essere, finalmente, le protagoniste.

Steven Forti