rivista anarchica
anno 46 n. 406
aprile 2016




Astensionismo rivoluzionario, critiche al partito comunista, salute e potere, dibattito sulla violenza: sono questi i quattro temi portanti del n. 74 (maggio 1979) di “A”. Tra la copertina, il primo interno e il retro di copertina ci sono 6 disegni astensionisti. Una nota alla fine dell'editoriale segnala che, a cura di alcuni gruppi anarchici milanesi, di quei disegni saranno realizzati degli autoadesivi: le modalità per ordinarli, si precisa, verranno comunicate al più presto su Umanità Nova. Così funzionava la comunicazione nell'era pre-Internet.
In quelle elezioni si votò per la prima volta anche per il parlamento europeo. “Niente di nuovo sotto il sole europeo, comunque” – concludeva il suo editoriale (“Le elezioni e noi”) Paolo Finzi - “Anzi una ragione in più per riaffermare con l'astensione la nostra estraneità e il nostro rifiuto di farci in qualsiasi modo complici di questo sistema che lottiamo per abolire”.
Sul finire degli anni '70 l'astensionismo (rivoluzionario ci piaceva sottolineare, per non confonderci con quello qualunquista) era parte viva delle attività di un movimento anarchico sempre ridotto numericamente, ma capace di intercettare il malessere e anche la cosciente insofferenza non solo di una parte della sinistra “antagonista” (che comunque in gran parte deponeva la scheda nell'urna) ma di certi settori popolari e popolani che si ritrovavano nel tradizionale rifiuto delle elezioni che, dai tempi della Prima Internazionale, di fatto aveva caratterizzato gli anarchici e costituiva, al contempo, forse la prima evidente differenza tra noi e tutte le altre componenti di matrice “socialista” (in pratica, i partiti di sinistra e quei movimenti extra-parlamentari che erano tali solo perché non riuscivano a diventare parlamentari – cioè a perdere il non gradito “extra” iniziale).
Interessante il dossier su salute e potere. Dopo una premessa redazionale, eccone i titoli: organizzazione medica e territorio, le cattedrali della salute, infermiera/mestiere o vocazione?, infin da vecchi... Non è il primo dossier sulla salute, in quegli anni.
Dieci pagine occupa il dossier violenza: siamo alla fine degli anni '70, la lotta armata è un degli argomenti più presenti nelle cronache e più dibattuti nella sinistra e ancor più tra gli anarchici. Le posizioni espresse in questo numero sono tra loro abbastanza differenti, curioso notare come la posizione che ci appare oggi più equilibrata sia quella espressa da Gianfranco Bertoli (“Il prezzo da pagare”), personalmente responsabile di un attentato con quattro morti (che non c'entravano niente con il suo obiettivo, tra l'altro) davanti alla Questura di Milano il 17 maggio di sei anni prima (per il quale fu condannato all'ergastolo).
Bertoli, in quegli anni, ebbe varie occasioni per scrivere su “A” (e non solo) contro l'uso della violenza indiscriminata e del “terrorismo”. Il dibattito sulla violenza proseguirà per anni.
Un dato da tener sempre presente: in quel periodo la rivista aveva 44 pagine, 80 meno di adesso: quantitativamente, ci vogliono tre numeri di allora per “farne” uno come quello che hai in mano. Costava però 500 lire, corrispondenti circa a 25 centesimi di euro. Quindi con i 4,00 euro che spendi oggi per comprarti una copia, allora ti saresti potuto comprare 16 numeri. Però non c'era, come oggi, la possibilità di leggertela (e scaricartela) tutta gratis dall'allora inesistente Rete.
Insomma, meglio allora o oggi?