rivista anarchica
anno 47 n. 416
maggio 2017






Gli psicoterroristi

Si erano sentiti predestinati. Un gruppo scelto d'azione pronto a sferrare l'attacco al cuore del sistema. Supereroi del futuro con un potere speciale. Telepatia. Potevano leggere la mente, penetrarla, scandagliarne le pieghe e soprattutto controllarla per almeno un minuto...
Erano gli psicoterroristi. Sovversivi sulla carta imbattibili, capaci di sputtanare i potenti davanti agli occhi dell'elettorato, di alzare il velo delle istituzioni per mostrarne il lato peggiore.
Eppure... Eppure in quel futuro che stava formandosi sotto i loro occhi, non avevano ancora sovvertito nulla. Si erano infiltrati nella mente del presidente della prima nazione al mondo, e gli avevano fatto dichiarare in conferenza stampa di essere uno sfruttatore di minorenni. Ne avevano ricavato solo un ampio e stucchevole dibattito sugli eccessi di certa politica che parlava alla pancia dell'elettorato, ma sapeva raccoglierne i consensi.
Allora erano arrivati a plagiare il presidente della seconda nazione al mondo. Lo avevano controllato il tempo sufficiente per farlo pisciare in diretta sulla bara del suo avversario politico, del cui omicidio si sospettava fosse il mandante. Ma quella manifestazione brutale era apparsa la prova di forza di un leader temibile, che aveva il potere in pugno. I media avevano glissato, i sondaggi non avevano registrato scostamenti.
Gli psicoterroristi avevano allora deciso di puntare più in alto. Il massimo esponente religioso del pianeta aveva negato in mondovisione l'esistenza di qualunque dio, definendo tutte le religioni una burla cosmica. Giornali e tv lo avevano acclamato come un uomo all'avanguardia della spiritualità, capace di cogliere paure e debolezze dell'uomo moderno.
Così, dopo questo triplice fallimento, gli psicoterroristi, tre in tutto riuniti in assemblea, concordarono che il futuro in arrivo non faceva per loro. Si guardarono negli occhi e decisero di chiudere bottega. Senza dirsi neppure una parola.

Paolo Pasi