alle lettrici, ai
lettori
In cAmmino
Questa tradizionale pagina di apertura di ogni numero di “A”
è spesso dedicata alla presentazione della rivista che
stai leggendo. Questa volta di pagine ne utilizziamo tre, perchè
questo numero estivo ha più pagine, è più
pesante (speriamo non in tutti i sensi), quindi costa di più
(ma non per gli abbonati) e dunque ha bisogno di più
spazio per questa presentazione.
La copertina e i primi due articoli sono dedicati all'agribusiness:
Diego Rosa è
andato a Bologna a visitare Fico, il maxi-tempio dell'agroalimentare
italico e ne scrive in termini drasticamente negativi. Per un
“veronelliano” come lui, è proprio la filosofia
di fondo che va ribaltata. E c'è chi affronta queste
tematiche in senso del tutto opposto, come quelle/i di Genuino
Clandestino. Una GC sarda (e femminista e...), Elide
Cillano è andata (anche per “A”)
al loro semestrale incontro “nazionale” (ma Elide
contesta anche questo aggettivo) a Mondeggi, fattoria senza
padroni, in provincia di Firenze. E dal suo vivace resoconto
si apprendono tante cose.
Andrea Papi e
Francesco Codello
nei loro rispettivi scritti si occupano di anarchismo, delega
e non-delega, ecc., nell'ambito della vita sociale. Niente di
definitivo, s'intende, ma su “A” ci stanno bene
riflessioni come queste a partire dal nostro punto di vista
anarchico. Ci paiono un contributo di riflessione anche per
chi accetta, magari a malincuore, elementi di delega nell'attività
politica e nel sociale. Questioni aperte.
Azad Vartanian
ci racconta della sua Armenia e dello sterminio di quel popolo
un secolo fa. In Turchia è vietato anche solo farne cenno,
pena l'arresto. Un motivo in più per parlarne. Francesca
Palazzi Arduini è presente con più
scritti su questo numero, il primo riguarda il Festival, a Pesaro,
delle cucine in movimento. Sempre dalle Marche le compagne e
i compagni del Centro Studi Libertari
di Fabriano (An) propongono i loro “libri
in movimento”. Diego Gastaldi,
dell'Ateneo degli Imperfetti di Venezia-Marghera, riferisce
della festa del primo maggio, tenutasi a Piove di Sacco (Pd):
un successone. E una simpatica fotografia segnala che nella
Svizzera italiofona
si sta lavorando a un dossier (per “A”) su quelle
terre e sul movimento anarchico che vi ha antiche radici e un
significativo presente.
All'architettura sono dedicati due contributi. Il primo del
nostro amico, compagno e – in questo caso – inviato
di “A” alla veneziana Biennale di architettura,
Franco Bunčuga,
che ne parla abbastanza male. E lo fa con l'autorevolezza che
gli deriva dalla recente sua nomina a direttore della rivista
ApArte, raffinato semestrale libertario di arte. Data la sua
nuova carica, gli è stato raddoppiato il compenso, che
per chiunque scrive su “A” è sempre stato
ed è zero. Di architettura si occupano anche, in dieci
dense pagine, due architetti, Adriano
Paolella e Giancarlo
Allen entrambi ricchi di una grande esperienza
e sensibili alle esigenze delle comunità locali, della
solidarietà sociale e della libertà: parole grosse,
impegnative, spesso usate a sproposito, che nel loro approccio
al costruire (o meglio, al non-costruire) riacquistano un senso
preciso.
Tre belle tavole iper-colorate di Valeria
De Paoli ci parlano dell'indipendenza conquistata,
60/50 anni fa, dagli stati africani, prima colonie. Nessuna
analisi di quei complessi fenomeni né della loro realtà
attuale. Ma una serie di informazioni molto chiare.
Donne e femminismo hanno, come spesso ma mai abbastanza, un
loro spazio su “A”. Questa volta la nostra redattrice
Carlotta Pedrazzini
intervista Chiara Lombardo
di Obiezione Respinta. Farmacie che negano preservativi e medicinali
anticoncezionali, e poi Asl, ospedali dove il diritto all'aborto
è negato. Un gruppo di donne ha messo in piedi una rete
per segnalare gli ostacoli alla libertà e ai diritti
delle donne. Dietro, la solita insopportabile ipoteca clericale
sul Paese, degnamente rappresentata da quel signor Bergoglio
che siamo tra i pochi a criticare, mentre tanta parte della
sinistra lo stima e lo considera quasi come “un compagno”.
Elena Tognoni
riferisce dell'eco-vegan-femminismo e contribuisce a tenere
aperto un dibattito. Nicoletta
Vallorani nella sua consueta rubrica, ritorna
sul femminicidio e in generale sulla subordinazione della donna.
E su come opporvisi.
A Davide Biffi,
autore dello scritto di apertura dello scorso numero abbiamo
chiesto di analizzare la parte del “contratto” tra
5 Stelle e Lega relativa proprio a questo tema. Forte della
propria esperienza di anni nel campo del volontariato “militante”,
ancora una volta ci aiuta a capire.
Paolo Pasi propone
la sua consueta lettera dal futuro. Un modo decisamente originale
di portare le lettrici e i lettori a prefigurarsi un futuro
spesso orwelliano, se non peggio: con un sorriso, a volte amaro.
Lo stesso Pasi ricompare più avanti nel numero con un'approfondita
chiacchierata sul suo libro Antifascisti senza patria
con il nostro redattore Paolo
Finzi. Mentre scriviamo queste note, il poverino
è sull'isola di Ventotene per la presentazione del libro
presso la locale libreria “L'ultima spiaggia”. L'invidia
è un sentimento brutto e inconfessabile, ma questa volta...
Carmelo Musumeci
ci parla – novità! – della propria esperienza
di ergastolano (ex)-ostativo, Felice
Accame propone un altro dei suoi classici scritti
interessanti e impossibili da riassumere. Quando siamo andati
recentemente a trovarlo nella libreria Odradek, a Milano (ce
n'è una anche a Roma ed entrambe vendono “A”)
che gestisce da lungo tempo con Anna Rocco, ci ha detto che
i suoi scritti su “A” sono vicini a quota 300. All'amico
di una vita e al collaboratore di lungo corso non sappiamo se
rendere grazie o scusarci con i lettori...
Nella sua consueta lettera da New York Santo
Barezini riferisce di uno dei tanti omicidi
di neri poveri. E dall'approfondimento del singolo episodio
si traggono lezioni (tristi) su di una condizione frequente
e inaccettabile.
Un po' di sano dibattito teorico sull'anarchismo non fa mai
male su “A”. Questa volta è Enrico
Ferri ad approfondire il pensiero del filosofo
individualista Max Stirner e a metterne in dubbio l'anarchismo.
Continuiamo poi ad occuparci, a modo nostro, del '68. Questa
volta si parla di una biciclettata a Pisa, promossa e qui raccontata
dall'Associazione Amici della
Biblioteca Franco Serantini (grazie al mitico
Furio Lippi per la piantina di Pisa) e di una conferenza tenuta
a São Paulo, in Brasile, da Luca
Vitone sulla storia italiana dopo il '68 e sul
centro culturale Link a Bologna.
Ci sono numerose fiere del libro anarchico, in giro per l'Europa
e non solo. A quella di Berna è andato Federico
Zenoni, quello dei segnalibri e di altre belle
graphic novel su “A”. Questa volta ci ha inviato
sette tavole per raccontarci la sua esperienza nella capitale
svizzera.
Il consueto trio della musica (Marco
Pandin, Alessio
Lega, Gerry Ferrara)
si ripropone al completo anche su questo numero. A volte si
aggiungono altre voci, altri contributi. C'è poi la consueta
serie di recensioni, questa volta 9, scritte da Giuseppe
Aiello, Silvia
Bevilacqua, Paolo Finzi, Chiara
Gazzola, Eugenia
Lentini, Claudia
Mazzilli, Silvia
Papi, Giorgio
Sacchetti. Più un'intervista di Carlotta
Pedrazzini a Porpora Marcasciano,
presidente del Movimento Identità Transessuale.
Se non avete già deciso per le vostre meritate vacanze
estive, dagli anarchici/che siciliani/e
arrivano alcune proposte militanti. Per unire, in quella splendida
isola, vacanza e militanza No Muos.
C'è in Piemonte un uomo che sa tutto di Nicola Sacco
e Bartolomeo Vanzetti, i due emigrati italiani anarchici assassinati
sulla sedia elettrica negli Stati Uniti, 91 anni fa. Si chiama
Luigi Botta e
ha più volte collaborato con “A”. Questa
volta ci parla delle anguille di Vanzetti. Ne esce uno scorcio
drammaticamente realistico dell'America dei primi anni '20,
del funzionamento della giustizia statale, di come venivano
trattati gli emigrati, ecc.
Sempre di storia, ma ben più attuale, e anche di attualità
antimilitarista ci occupiamo nel dossier dedicato al ventennale
della scomparsa di Marina Padovese, una nostra cara amica, collaboratrice
di “A” e di tante iniziative. Il dossier nella prima
parte ricostruisce la vita di Mari, in particolare tramite il
ricordo della figlia Laura Golferini,
ora residente in Francia. Ci sono altre testimonianze –
di Aurora Failla,
Paolo Finzi, Salvo Vaccaro,
Ileana Gelidi
– e tante fotografie. E ci sono anche due scritti di Francesca
Palazzi Arduini e uno di Monia
Andreani sul militarismo oggi, sul razzismo
oggi, proprio a sottolineare come oggi l'impegno e le idee di
Marina continuino nell'attività militante e culturale
di chi l'ha amata.
Al ricordo di Marina si aggiunge quello di Monia, morta la scorsa
fine di maggio, per un improvviso fatale malore nell'Adriatico,
nel quale innumerevoli volte si era tuffata e che aveva solcato,
lei come Marina: donna, femminista, antimilitarista, anarchica.
Come ogni estate due racconti (di Andrea
Mincigrucci e di Cinzia
Piantoni) quasi concludono il numero.
Ogni tanto qualcuna/o se la prende un po' perché vede
un proprio scritto messo nella rubrica “Casella postale
17120”. Si sbaglia, perché questa rubrica non è
il cestino della spazzatura. Vi pubblichiamo scritti che magari,
senza essere vere e proprie lettere, non trovano un'altra collocazione.
Per esempio questa volta ci trovate: un documentato intervento
di Moises Bassano
sul sionismo; due differenti scritti sull'anarchismo rispettivamente
di Claudia Ceretto
e di Alfredo T. Antonaros;
un lungo intervento di Stefano
Portelli sulla questione nazionale catalana
e l'anarchismo; la segnalazione da parte di Alfredo
Taracchini di una bacheca anarchica usurata
dal tempo; un intervento del Collettivo
antipsichiatrico “A. Artaud” di
Pisa, su/contro psicofarmaci e psichiatria in generale; una
lunga lettera da parte di un altro ergastolano ostativo, Mario
Trudu; un intervento di Roby
Escalar, militante anarchica NoTav dalla Val
Susa; il ricordo che Romano Giuffrida
ha scritto di Massimo Caroldi. Un flauto che non suona più.
E infine, in quarta di copertina l'annuncio di un iniziativa
promossa dall'Ateneo degli Imperfetti
di Venezia-Marghera e dal Centro
studi libertari/Archivio Pinelli di Milano.
Ci saremo anche noi di “A” a ricordare Eduardo Colombo
e Amedeo Bertolo. Quest'ultimo è stato tra i fondatori
di “A” quasi mezzo secolo fa, poi redattore fino
a fine 1974. Vedi alla voce “radici”.
Buona estate.
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