Molto
più bella la quarta di copertina, con la scritta “Guerra
alla guerra”, che la copertina, con un operaio al lavoro
dentro a un tubo e alcuni temi dell'interno rilanciati. E bruttine
le numerose foto, pubblicate nei due interni di copertina, tutte
relative al convegno sull'Utopia da poco tenutosi a Milano.
In questo n. 96 (datato “novembre
1981”) si pubblica la relazione di Salvo Vaccaro,
dopo le numerose uscite nei precedenti numeri di “A”.
Apre il numero Maria Teresa Romiti con un editoriale dal titolo
significativo: “Antimilitaismo / Guerra alla guerra”.
E tutte e cinque di argomento antimilitarista sono le successive
5 cronache da Assisi (Pg), Peschiera del Garda (Vr), Creazzo
(Vi) e Comiso (Rg).
Fausta Bizzozzero con “Tutte a casa!” si occupa
del suo tema preferito, la critica di taglio femminista alle
mille ipocrisie della società. Paolo Finzi dà
conto degli sviluppi della vicenda politico-giudiziaria di Monica
Giorgi.
Una drammatica testimonianza diretta del “massacro di
San Vittore”, cioè dei pestaggi operati dalle guardie
carcerarie nella prigione quasi al centro di Milano, coplisce
per la sua crudezza. “Era come entrare in una macelleria”
si conclude questa pagina densa e drammatica.
La Yugoslavia è l'oggetto di un'intervista allo yugoslavo
anarchico Slobodan Drakulic e di un saggio del sociologo francese
Albert Meister.
C'è poi una strana intervista, inventata si specifica,
che tre figli fanno al loro padre. Assente invece la madre.
Una scelta redazionale che ci appare oggi a dir poco strampalata.
E poco credibile. Ci si domanda quale ne sia l'utilità.
Ma anche le redazioni, nel loro divenire, cambiano spesso sensibilità
e opinioni. Oggi, se qualcuno ce la proponesse, la ficcheremmo
dritta nel cestino.
Si occupano del recente convegno sull'Utopia tre interventi,
rispettivamente di Alfredo Silvio Salerni (“Elogio dello
stupido”), Giulio e Achille Saletti (“Il solito
bla bla”) e Nanni Boniolo (“ma Einstein...”).
Tutti e tre alquanto critici con il convegno stesso e/o alcuni
aspetti. Un segno di apertura mentale apprezzabile, in questo
caso, l'aver dato spazio al dissenso.
Nelle Cronache Sovversive due resoconti dal Centro-Sud italiano
e dal Senegal: nei due casi si parla di anarchici e di anarchismo.
Pefro Flecchia riferisce di un convegno dell'area nonviolenta
ed è come sempre interessante e stimolante.
Gianfranco Marelli, sempre come Jules Elisard, e Giuseppe Aliverti,
dopo la prima puntata su George Orwell, si occupano approfonditamente
di Albert Camus, persona di grande valore umano e culturale,
per molti tratti vicino all'anarchismo.
Luigi Galleani è oggetto di uno dei
consueti medaglioni fatti nel tempo da Paolo Finzi: una presentazione
di una figura di anarchico di cui da poco (2018) è uscito,
presso Nova Delphi, un libro di Toni Senta.
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Luigi Galleani visto dalla penna di Fabio Santin |
Chiude il numero, prima dei consueti comunicati “di
servizio”, un lungo e interessante saggio del professore
anarchico statunitense John Clark dal titolo: “Anarchismo
ottanta: dalla classe alla cultura”.
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