Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 41
estate 1975


Rivista Anarchica Online

LETTURE
a cura della Redazione

IL BIENNIO ROSSO (AUTONOMIA E SPONTANEITÀ OPERAIA NEL 1919-1920),
di Giuseppe Maione, Il Mulino, Bologna 1975, pp. 398, lire 2.800.

È generalmente riconosciuto che in questo secolo mai la rivoluzione sociale è stata "più prossima" in Italia che negli anni 1919-1920, passati alla storia come il "biennio rosso". La ricostruzione e lo studio di quel che avvenne in quei mesi infuocati è ancora oggi di grande interesse, non solo storiografico, ma anche - e soprattutto - politico. Gli insegnamenti che si possono trarre da tale studio sono infatti ricchi di indicazioni attuali, utili e forse indispensabili per affrontare - oltre mezzo secolo dopo il "biennio rosso" - la tematica rivoluzionaria.
Non pochi studi sono stati pubblicati sull'argomento da parte di studiosi e di protagonisti di quegli avvenimenti, eppure molti aspetti attendono ancora di essere riscoperti e serenamente valutati. A coprire parzialmente questo vuoto storiografico è uscito recentemente l'agile volume del giovane studioso napoletano Maione, che qui recensiamo. Come già chiaramente è indicato nel sottotitolo, l'attenzione dell'autore è attratta soprattutto dai numerosi fenomeni di autonomia operaia che caratterizzarono l'acuto scontro di classe nel "biennio rosso". In quest'ottica, inevitabilmente, si ritrovano gli anarchici e di sindacalisti rivoluzionari, che insieme costituivano la più coerente e decisa forza anti-riformista nell'ambito del movimento operaio e contadino italiano. Il giudizio di Maione su anarchici ed U.S.I. è sostanzialmente valido, anche se non privo di schematismo.. "Gli anarchici ed i "sindacalisti" - afferma Maione - a differenza dei bordighisti non sono assenti dalla lotta di massa e a differenza degli ordinovisti non hanno alcuno scrupolo di mantenere l'unità formale del sindacato. Essi sono esterni alla classe operaia, ma rappresentano un settore determinato di essa, quello più instabile, di nuova formazione e non legato alla tradizione riformista... ciò che distingue Borghi, Malatesta e gli altri capi (sic!) anarchici da tutti gli uomini politici della sinistra è il fatto che essi risolutamente e senza alcuna riserva spingono perché il movimento abbia un esito radicale. Non c'è nessuna altra forza che intuisca con uguale sicurezza il fatto che un evento rivoluzionario senza precedenti sta maturando e che quindi accetti fino in fondo di accelerare il processo cogliendo un'occasione che poi non si sarebbe forse più ripetuta".
Altrove invece il giudizio di Maione sul movimento anarchico in quegli anni è viziato da errori di ricostruzione storica (per esempio, quando vengono attribuite a Malatesta "certe torbida alleanze" con D'Annunzio - mai esistite) e da un certo schematismo interpretativo. Il volume, comunque, non è specificamente dedicato agli anarchici, ben più ampia essendo la materia trattata ed è appunto in questa prospettiva più generale che va inquadrato. Troppo attuale è infatti il dibattito sull'autonomia operaia, sull'azione diretta, sulla validità o meno della costruzione di un sindacato rivoluzionario, ecc., perché il libro di Maione possa passare inosservato. Va dunque salutata con favore la sua pubblicazione, non certo come un punto definitivo, quanto come un ulteriore valido contributo storico per un dibattito che, per tanti aspetti, è ancora ai suoi inizi.

LE ORIGINI DEL FASCISMO NEL PENSIERO DI LUIGI FABBRI,
di Nora Lipparoni, Edizioni del Pensiero Cittadino, Fabriano 1975, pp. 42, lire 1.500.

Nel trentennale della Resistenza tutti i partiti e movimenti che ad essa in diversa maniera presero parte hanno curato la pubblicazione di libri, studi, ricerche dedicati appunto alla loro lotta contro il fascismo. È dunque un vero peccato che solo gli anarchici non abbiano pubblicato niente in tal senso: non si tratta, sia chiaro, di unirsi al coro degli imbalsamatori "ufficiali" della Resistenza ed alla loro stomachevole retorica, anzi. Il trentennale della resistenza poteva essere l'occasione, il pretesto se si vuole, per ricordare a chi non vuol farlo e per far conoscere a chi non potrebbe altrimenti sapere quale sia stato, in termini quantitativi e qualitativi soprattutto, il contributo dato dal movimento anarchico alla lotta contro il fascismo, a partire da prima della Marcia su Roma.
L'unica pubblicazioni in tal senso uscita quest'anno è opera di una giovane studiosa di Fabriano che dimostra simpatia e per le nostre idee ed in particolare per il suo concittadino e nostro compagno Luigi Fabbri. Laureatasi in lettere con una tesi (inedita), su "Il pensiero anarchico in Italia e la figura di Luigi Fabbri", la Lipparoni ne ha pubblicato stralci sia sul quindicinale anarchico L'Internazionale sia sul Pensiero Cittadino, che ha curato l'edizione del volumetto in esame. Sulla base soprattutto del volume di Fabbri "La controrivoluzione preventiva" (edito a Bologna nel 1922; di prossima ristampa per i tipi della "Collana Vallera"), la Lipparoni ricostruisce con linearità e chiarezza le direttrici fondamentali della sua interpretazione del fascismo.
"C'è in tutto l'iter della vita di Fabbri - come afferma il direttore del Pensiero Cittadino nella sua prefazione - nei suoi innumerevoli scritti, nella sua azione di riconosciuto esponente del movimento anarchico italiano, una coerenza di pensiero che non tradisce contraddizione alcuna e una sorprendente capacità, come si intravede nel saggio sul fascismo, di precorrere i tempi, di non arroccarsi nel passato, di esprimere valutazioni e giudizi sempre validi anche sul piano storico generale".
I volumetto, praticamente fuori commercio, va richiesto direttamente al seguente indirizzo: Edizioni del Pensiero Cittadino, via A. Saffi 11, 60044 Fabriano (AN).