Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 92
maggio 1981


Rivista Anarchica Online

Segno libero
di Ferro Piludu

Dall'esperienza professionale e da numerose esperienze didattiche sia istituzionali sia extra-istituzionali del Gruppo artigiano ricerche visive di Roma, è nato "Segno libero", il manuale teorico-pratico di grafica povera che le Edizioni Antistato pubblicano in queste settimane. Con le sue 144 pagine di grande formato (24x34 cm.), con illustrazioni in bianco/nero e a colori, questo libro parla dell'uso dei segni e delle immagini e dei colori per costruire un messaggio, ma anche delle tecniche più semplici ed economiche per realizzarlo e riprodurlo.
Ne pubblichiamo qui l'introduzione, ricordando che Ferro Piludu ed il Gruppo artigiano ricerche visive hanno più volte collaborato con le varie iniziative della nostra Cooperativa Editrice A, negli ultimi anni.
Le illustrazioni di queste pagine sono tratte naturalmente dal loro volume.

Non mi ricordo bene quando
ho smesso di avere paura.
È accaduto certamente piano piano,
un po' alla volta.
Una volta perché ho scoperto
che il buio è, di fatto,
l'altra faccia della luce
e ha dentro, di terribile, soltanto
quello che noi vogliamo metterci.
Un'altra volta
perché mi sono reso conto
che l'acqua tiene benissimo a galla
se fai tanto di avere un po' di fiducia
e ti lasci semplicemente andare
(enunciato non usuale,
ma altrettanto scientifico,
del principio di Archimede).
Un'altra volta ancora,
forse la più importante,
perché mi sono accorto che sbagliare
non è sicuramente colpa (né peccato)
ma, piuttosto, la maniera più rapida
per conoscere e scoprire
e che solo una divinità cieca e idiota
e i suoi rappresentanti terreni
(preti,maestri, vecchie signore)
possono condannare chi sbaglia.
Così, un po' alla volta,
sono riuscito a capire
che il contrario di paura è conoscenza
e che conoscenza è una grossa parte
di quella cosa che chiamiamo libertà.
Da qui all'impegnarmi ad analizzare
i meccanismi del conoscere
(per cercare di imparare
più in fretta e meglio)
il passo è stato breve.
Ho dovuto, è evidente,
mettermi a smontare
una serie di convinzioni ben radicate
che avevo dentro.
In primo luogo
che conoscere imparare è difficile
e che, per conoscere e imparare,
bisogna essere intelligenti.
In secondo luogo
che intelligenti e bravi,
con le attitudini insomma, ci si nasce,
come si nasce veri signori,
navigatori, santi e poeti.
È stata una battaglia dura.
Ho letto tutti i libri
che mi sono capitati a tiro
e ho parlato con tanta gente.
Ho cambiato idee,
amici, donne e lavoro.
A trent'anni suonati ho smesso
di fare il perito tecnico industriale
specializzato in impianti petroliferi
e mi sono messo a lavorare
con immagini, segni, messaggi
e con faccende come l'informazione
e la comunicazione.
Siccome la lezione l'avevo imparata,
mi sono preoccupato, per prima cosa,
di avere bene nelle mani il mestiere.
Ci ho messo buoni quindici anni
- e ancora sto imparando -
a dimostrazione che
un po' tardo lo sono davvero e che,
a lavorare soli, i tempi sono lunghi.
Poi è venuto il '68,
che dio lo benedica.
Ho fatto appena a tempo
(avevo già una certa età)
a entrare ufficialmente nella scuola
e a farmi altrettanto ufficialmente
cacciare via quattro anni dopo.
Ma intanto molte cose
erano successe.
Avevamo incominciato
a lavorare in tanti, i ragazzi ed io,
e tutte le cose che avevo pensato e
imparato le abbiamo prese, riguardate,
smontate e rimesse assieme.
Ho fatto anche il salto.
Dalla professione, dal mestiere sicuro,
sono passato dall'altra parte
tra quelli che volevano, per davvero,
cambiare.
Ho incontrato gente scombinata
e meravigliosa:
Anna e Aldo, Dino e Alfonso,
quei pazzi dell'Antistato.
Il passaggio da ambienti
come gli art director's clubs
a scuole di campagna, cantine,
vecchi magazzini
(sempre senza finestre o con
i vetri rotti, chissà perché)
non è stato poi così duro.
Perché dalla parte giusta
ci si sta sicuramente meglio:
intanto più allegri e poi
con più voglia di fare,
di cercare, di scoprire.
Questo libro è un po' la storia
di tutta questa faccenda.
È, credo, un libro politico
(ma non intenzionalmente politico)
in tempi in cui la politica
non è più di moda.
È anche probabile che, come libro,
sia un disastro:
è pieno di approssimazioni,
imprecisioni e anche di errori.
A veder bene, non è neanche un libro.
Ma, per metterlo assieme,
ci ho messo - ci abbiamo messo -
quasi due anni.
Perché, se si vive in una certa maniera,
il tempo non c'è mai
e il denaro poche volte.
Comunque, eccolo qui.
Provate a prenderlo come un cacciavite
o, meglio, come un pennello.
Se - come libro, cacciavite o pennello -
potrà in qualche modo aiutarvi
a raccontare una storia,
vostra o di gente in cui credete,
sarà certamente servito a qualcosa.

Ferro Piludu e il gruppo artigiano ricerche visive