Rivista Anarchica Online
Piuttosto l'esilio
di Adriano Belinghieri
Adriano Belingheri, 19 anni, punk anarchico del Virus, ha deciso di rifiutare sia il servizio militare
sia il servizio civile «alternativo». Ed ha scelto la via dell'esilio. In questa pagina pubblichiamo la
sua dichiarazione di obiezione totale ed un'intervista fattagli all'indomani del suo espatrio.
DECIDONO SUL MIO/TUO FUTURO, DECIDONO SULLA MIA/TUA VITA
6 settembre 1983, IO ADRIANO sono chiamato a servire la patria, ad ubbidire alla logica
dell'autorità dell'esercito sostenitore del sistema che mi sfrutta e che sfrutta ogni individuo in
questa nostra società. Integrarmi in questa istituzione di morte mi porterebbe ad essere complice del potere contro cui
lotto. Sarei mandato cioè a difendere la base di Comiso, a consacrare il prestigio dell'Italia in
Libano assurta a potenza internazionale. Diventerei un burattino manovrato, guidato a seconda
dei loro interessi, della loro gloria; dovrei giurare fedeltà alla patria legittimando così le loro
violenze, oppressioni, distruzioni su ogni vita umana e sull'ambiente. Dovrei io UOMO diventare soldato!? Soldati, quanti massacri avete compiuto in nome del vostro stato? Quante guerre avete
combattuto nascosti dietro il paravento della patria? Cosa avete dato al mondo con il potere delle
vostre armi? Un mondo diviso in blocchi in corsa per la distruzione della terra. Ecco la realtà di
oggi. IO come individuo che lotta per una esistenza libera rifiuto il loro diritto di decidere sulla mia
vita non rispondendo alla loro chiamata obbligatoria. PER L'ANARCHIA, PER UN MONDO SENZA ESERCITI NE' ARMI, PER L'AMORE, LA
PACE, LA LIBERTA'.
Adriano Belinghieri
Di fronte al rifiuto totale di servire la patria e di effettuare il servizio civile sostitutivo non ci sono
molte alternative: farti arrestare, vivere da clandestino o andare all'estero. Tutte soluzioni difficili.
Tu cosa ne pensi? Come ti senti?
Molte persone sono contro il militarismo, contro la logica della guerra, ma non riescono ad
affrontare queste soluzioni cosiddette difficili. Io sto tentando ed affrontando l'esilio, perché la
prigione è la completa negazione della libertà, mentre in esilio posso continuare a vivere e a
svolgere le mie attività. Vivere fuori dalla mia terra e lasciare dei contatti umani creativi è duro, lo
sto sperimentando in questi giorni: la legge non ha sentimenti, ma solo potere. Comunque in
qualsiasi soluzione è molto importante l'aiuto dei compagni anarchici, io li ringrazio tutti.
Tu sei il primo punk anarchico che ha scelto di rifiutare il servizio militare e quello civile. Puoi
tracciare brevemente il tuo cammino?
II cammino di un punk anarchico è la strada di qualsiasi giovane che lotta per una vita libera. II
fatto di essere il primo non mi riempie certamente di orgoglio: non sono un eroe e non voglio
esserlo. II movimento punx, come qualsiasi aggregazione spontanea, è formato da diverse
individualità, ognuna con le proprie idee e attività.
Il rifiuto di altri antimilitaristi, le loro esperienze, come quella ultima di Mauro Zanoni, hanno
avuto un'influenza particolare?
Io ho conosciuto e discusso con diversi antimilitaristi anarchici ed ho seguito con molta attenzione
la vicenda di Mauro Zanoni. Ricordo le sue lotte ed i problemi della clandestinità. Quando venne
arrestato, incarcerato e processato, mi interessò conoscere l'esperienza dentro un carcere militare,
lessi una sua lettera e rimasi impressionato dalle condizioni di un uomo imprigionato dentro una
galera militare democratica.
Che valore assume oggi questa tua particolare scelta individuale (come quella che altri prima di te
hanno fatto), nella società in cui viviamo? In particolare in questi giorni in cui la guerra è più che
mai una realtà quotidiana che è difficile da bandire?
II valore del mio gesto sta nel fatto che io rifiuto il servizio militare, perché io come libero
individuo non voglio entrare a far parte di questa macchina di distruzione e diventare un loro
complice. In questa società di massa, in cui il controllo su ogni vita umana sta raggiungendo livelli
di condizionamento assoluto sui cervelli delle persone, un'azione come la mia è una risposta
negativa ai loro programmi preconfezionati di essere degli studenti ubbidienti, dei soldati
ubbidienti, dei lavoratori ubbidienti: cioè una società di persone teleguidate dal potere, che decide
su ogni vita. La guerra è una realtà di questo tempo, giungono notizie da ogni parte del mondo di
massacri e di morte: sta ad ogni singolo individuo rifiutarle.
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