Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 137
maggio 1986


Rivista Anarchica Online

Munch o dell'angoscia
di Marina Padovese / Fabio Santin

La mostra tenutasi recentemente a Milano delle opere di Edvard Munch (1863-1944) ha proposto al grande pubblico questa originale figura di artista scomodo. E anarchico.

Dire di Munch in poche righe non è impresa facile. Di lui hanno parlato critici, scrittori, pittori, si sono scritti numerosi libri.
Nasce in Norvegia nel 1863 e a 18 anni frequenta i primi corsi di disegno. La vita artistica a Christiania (oggi Oslo), dove lui vive, è molto vivace e fin lì arrivano, da Parigi, le nuove tendenze artistiche, le nuove idee a urtare la vecchia impostazione e tradizione accademica. Munch era in contatto con l'avanguardia dei pittori naturalisti norvegesi e la sua pittura ne risentirà a lungo. Si avvicina ad Hans Jaeger, scrittore anarchico che sostiene che l'artista debba raccontare il proprio vissuto, le proprie esperienze più segrete, perché la nuova letteratura dovrà essere "scritta col sangue dell'uomo".
Munch fa sua questa opinione: cerca cioè di rendere in pittura l'essere umano che "sente, soffre e ama". Vuole raccontare, con la sua arte, ogni inquietudine e angoscia esistenziale, esplicitare in immagini i propri conflitti interiori, le proprie ossessioni e paure. Questo suo spogliarsi, mettere a nudo la propria esistenza, andare alla continua ricerca dell'identità dell'uomo, del suo rapporto con la società, con la natura, con se stesso, resterà fondamentale nella vita di uomo e di artista.
Nel 1885 ottiene la prima borsa di studio: si reca a Parigi dove entra in contatto con le più recenti tendenze artistiche europee. Nel 1889 ha un'altra borsa di studio e si reca nuovamente a Parigi. Le sue opere di questo periodo riconducono chiaramente a Pissarro e Seurat e al loro linguaggio neo-impressionista, che però, per Munch, diverrà sempre più impraticabile. Superate queste premesse diviene più particolare, insolito: scopre una nuova tensione espressiva che lo porta ad un simbolismo sintetico (sintetismo assimilato da Gauguin) a lui più congeniale, già con caratteristiche espressioniste.
Nel 1892 è invitato ad esporre a Berlino, i suoi quadri destano allora grande scalpore, tanto che la mostra è costretta a chiudere dopo pochi giorni. Conosce Strindberg, scrittore col quale Munch trova molti tratti comuni, che lo introducono nell'ambiente radicale dell'avanguardia artistica tedesca, che mostra vivace interesse per il simbolismo e la filosofia di Nietzsche. Dipinge in questi anni alcune delle sue opere più importanti: è del 1892 la "Sera sul viale Karl Johan", in cui il viale, che taglia in diagonale la composizione (segno che si ritrova in altre tele) sembra accentuare di più il forte sentimento d'angoscia. È del 1893 "II grido", il suo quadro forse più noto, in cui il senso della solitudine, il rapporto fra colore e in qualche modo il suono, riportano il simbolismo ad accenti espressionisti. La potente forza espressiva è qui dovuta anche all'evidente contrasto tra le linee rette che attraversano il quadro e quelle più ritmiche e ondulate, tipiche dell'Art Nouveau. È del 1894 l'"Angoscia", dove il limite fra simbolismo ed espressionismo sembra essere caduto. Ancora del '94 sono "Gli occhi negli occhi" e la "Separazione".
Inizia in questi anni anche la sua attività grafica, che svilupperà, mostrando interesse diverso, a seconda dei periodi, per le varie tecniche, introducendo rapporti fondamentalmente innovativi: spazierà dall'acquaforte alla litografia, alla xilografia colorata. In qualche modo appare influenzato da Gauguin, o da Valloton, ma sempre i suoi lavori saranno originali.
Nel 1901 dipinge "Ragazze sul ponte" e ancora una volta l'angoscia esistenziale traspare nello sforzo di una ricerca di identità. Nel 1902, ancora a Berlino, espone su invito del gruppo di artisti della Secessione berlinese che, insieme a quella viennese e al movimento dell'Art Nouveau in Francia e in Belgio, riunisce pittori, architetti, progettisti dell'avanguardia artistica europea. In questi anni sarà presente, con le sue mostre, in molte altre città tedesche, a Vienna e a Parigi e i suoi lavori di grafica e di pittura saranno determinanti per lo sviluppo del movimento espressionista degli artisti del gruppo "Brücke" in Germania e per i fauves in Francia.
"Amore e psiche" porta la data del 1907: qui l'allusiva inquietudine del periodo simbolista sembra cadere per lasciare il posto ad un'espressione più forte ed esplicita. Nel 1908, dopo anni di turbamenti, ansie, sfocianti in crisi nervose e alcolismo, viene ricoverato in una clinica di Copenaghen. Ha inizio poi per Munch un nuovo periodo, nella sua vita come nella sua arte. Torna alla sua attività con il progetto per la decorazione dell'aula magna dell'università di Oslo e, vinto il concorso, terminerà gli affreschi nel 1916. Nel 1912 è all'esposizione di Sonderbund a Colonia e nel 1913, insieme a Picasso, è l'unico artista straniero ospitato al Salone d'Autunno di Berlino, quale artista contemporaneo più significativo per la nascita dell'arte moderna.
II suo riavvicinamento alla natura norvegese, alla realtà esterna con nuova spontaneità sono presenti nelle opere degli anni seguenti: dalle tele sul tema dei lavoratori, ai ritratti, ai paesaggi. Appare ora nuova armonia e serenità, nuova lucentezza di colori negli acquarelli. Nel 1930 diventa quasi cieco, ma utilizza la sua malattia per una ulteriore ricerca: produce una serie di disegni di carattere quasi astratto e di colori vivaci.
Riprenderà in seguito, rielaborandoli, alcuni vecchi soggetti ed eseguirà, fino alla morte avvenuta nel 1944, una serie di autoritratti. La sua opera d'artista è profondamente segnata dalla tensione verso una più alta libertà pittorica, da una continua ricerca sull'essenza dell'esistenza umana, passando attraverso la nascita, l'erotismo, l'amore, l'angoscia, la morte con una capacità d'introspezione psicologica non comune. Per le sue esigenze di libertà fu considerato dai suoi contemporanei artista radicale e, dalla stampa conservatrice dell'epoca, un anarchico.