Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 140
ottobre 1986


Rivista Anarchica Online

Persone e simboli
di Pasquale Masciotra

Il recente scalpore sollevato da più parti politiche e da più organi di stampa sulla questione del monumento a Bresci richiederebbe risposte chiare ed argomentate a quanti si sono cimentati, in questa circostanza, nel più malevolo tentativo di discredito dell'anarchismo messo in atto negli ultimi anni.
Il monumento a Bresci è stato presentato alla pubblica opinione con una fisionomia delimitata dai due poli della bizzarria estemporanea di alcuni appartenenti al movimento anarchico carrarese da una parte, e della simpatia per l'azione armata sempre presente nel movimento anarchico dall'altra. Insomma, a leggere i giornali, sembrava che l'anarchismo contemporaneo, in occasione della proposta del monumento a Bresci, si muovesse entro i limiti della "bizzarria folcloristica" da una parte e della "lotta armata" dall'altra. Come dire: niente di nuovo sotto il sole, gli anarchici sono sempre i soliti mattacchioni dei quali, però, è bene diffidare perché qualche volta possono essere anche pericolosi.
Altro aspetto collaterale alla vicenda, curioso ma non strano, è stato il fatto che l'occasione del monumento a Bresci avrebbe svelato la presenza di simpatie sotterranee per l'atto sovversivo in partiti di sicura appartenenza alle istituzioni dominanti. Infatti, amministratori locali carraresi appartenenti a questi partiti hanno ricevuto più comunicazioni giudiziarie per aver votato a favore dei permessi necessari per la erezione del monumento a Bresci, di quante non ne abbiano mai ricevute loro stessi o loro colleghi per malversazioni in campo amministrativo. Pare dunque certo e condiviso nelle istituzioni dominanti che beccarsi una denuncia per essere favorevoli al monumento a Bresci sia più onorevole che beccarsela per peculato o reati consimili, soprattutto a Carrara. Ciò a riprova del fatto che le categorie fondamentali e costitutive dell'etica possono prescindere del tutto da quelle della pratica partitica. Sarà interessante, se possibile, verificare alle prossime elezioni locali carraresi se ed in qual misura le denunce subite si trasformeranno in un aumento delle preferenze elettorali per gli amministratori.
Per converso, se per alcuni appartenenti alle istituzioni dominanti il monumento a Bresci ha fornito il banco di prova della esistenza di una presunta dimensione etica del partitismo, per un gruppo anarchico lo stesso monumento avrebbe fornito - come testualmente è stato scritto su un volantino - "la prova della democraticità delle istituzioni". È davvero sorprendente constatare quanto un monumento, sia pure a Bresci, possa contribuire a riavvicinare le istituzioni dominanti al movimento anarchico e viceversa! Forse rientra in questa strategia la ventilata proposta di Craxi di collocare il monumento a Bresci dentro un bel museo da dedicare al movimento anarchico.
Mi sembra che ce ne sia abbastanza perché gli anarchici italiani, e fra essi la FAI, si decidano a dare a ciascuno le risposte dovute dopo averne adeguatamente discusso.
Personalmente mi limito a esprimere la mia opinione che è la seguente: l'atto di Gaetano Bresci è stato espressivo di uno dei principi propri dell'anarchismo, quello del diritto alla rivolta contro l'ingiustizia che comporta l'affermazione che nessun uomo di potere può ritenersi immune quando il suo potere si traduce in morti e distruzioni per il popolo. Non ho simpatie per la pena di morte, da chiunque decretata ed eseguita, ma è certo che l'atto di Bresci, doloroso, è quanto di più lontano si possa immaginare da un'esecuzione. Non ho simpatia per i monumenti, a chiunque dedicati, ma è certo che l'atto di Bresci ha implicazioni umane e politiche troppo ampie, complesse, vitali per poter essere costrette, schematizzate, pietrificate dentro un monumento, anche se fatto del miglior marmo della amata Carrara.
La critica anarchica al potere ed alle sue istituzioni ne investe anche i simboli celebrativi. Il ribaltamento dei valori del potere e dei suoi simboli non può svilirsi nella riproduzione speculare delle loro immagini e dei loro rituali. Io credo che richieda ben altro, a partire dalla riaffermazione intransigente della nostra irriducibile diversità dell'essere persone autentiche fra persone, contro l'essere simboli in un mondo spettacolare di simboli.