Rivista Anarchica Online
Dossier
arte & anarchia
a cura della Redazione
La storia ormai più
che secolare dell'anarchismo si è spesso intrecciata con quella
dell'arte. Questo intreccio è stato più o meno stretto a seconda
dei luoghi e delle epoche. Ha riguardato a volte ampi settori
dell'anarchismo, altre volte solo alcune individualità. Si è
concretizzato nell'adesione attiva e militante alle battaglie sociali
libertarie, oppure ha trovato espressione nelle mille forme, visibili
e non, di una reciproca influenza: magari indiretta, ma non per
questo meno incisiva. Ricostruire i momenti di questo intreccio tra
arte e anarchia sarebbe un'impresa ardua, ma non certo inutile:
permetterebbe di scoprire o riscoprire pagine dimenticate, ma
soprattutto costituirebbe un contributo alla comprensione delle
ragioni stesse di questa originale accoppiata. Originale e
indefinibile. Già i due termini
- arte, anarchia - sfuggono per loro natura ad una definizione.
L'etimologia, infatti, ci dice che definire significa tracciare dei
confini, marcare i limiti. E l'arte e l'anarchia rifuggono dall'idea
stessa di limite. Entrambe tendono a non escludere niente dal loro
campo d'interesse. Entrambe tendono a identificarsi con la libertà.
La quale - lo dice la parola stessa - è di per sé incoercibile.
Quindi indefinibile. Ma allora è vero,
come a volte si sente affermare, che dentro ogni artista si cela un
anarchico? Andiamoci cauti. E domandiamoci piuttosto: che senso ha la
definizione di "artista"? Può l'anarchia (il movimento
anarchico) in quanto tale avere un rapporto con l'arte? È
possibile o auspicabile un'estetica anarchica? O forse non sarebbe
meglio ipotizzare sempre e comunque un rapporto individuale con
l'arte? Queste e molte
altre domande sono sorte spontanee e sono state da noi dibattute,
anche con toni molto accesi, nel corso della preparazione di questo
dossier. Il suo taglio è rivolto prevalentemente all'attualità. C'è
- è vero - il contributo conclusivo di Marina Padovese e Fabio
Santin, che tenta di tracciare un panorama (forzatamente sintetico)
di alcuni momenti dell'intreccio storico fra arte ed anarchia. Ma il grosso del
servizio è "riservato" agli interventi di chi oggi vive
l'arte. Riportiamo infatti una parte delle risposte che abbiamo
ricevuto dopo aver inviato un questionario ad oltre un centinaio di
artisti. Per ragioni di spazio abbiamo dovuto operare cernite e
tagli. Qualche intervento abbiamo deciso di pubblicarlo
integralmente. Altri non appaiono del tutto in questo dossier. L'importante, a
nostro avviso, è che il sasso sia stato lanciato nelle acque invero
un po' stagnanti del dibattito sull'arte, da un'ottica libertaria.
Questo dossier non ha altra pretesa che quella di offrire materiali,
spunti, riflessioni. È
un punto di partenza. O di ripartenza, se si preferisce. Quel che è certo è
che non finisce davvero qui.
Hanno collaborato
alla realizzazione di questo dossier: Vincenzo Accame,
Carla Accardi, Rodolfo Aricò, Carla Atlante, Riccardo Barletta,
Baruchello, Enrico Baj, Gianluigi Bellei, Mirella Bentivoglio,
Vinicio Berti, Fausta Bizzozzero, Daniela Bognolo, Agostino Bonalumi,
Gherardo Chiadini, Andrea Chiarantini, Bruno Conte, Guerriero
Cortini, Claudio Costa, Lino Cringoli, Rino De Michele, Giorgio Di
Genova, Marcello Diotallevi, Pablo Echaurren, Luciano Fabro, Giorgio
Fiumi, Kiki Franceschi, Riccardo Guarneri, Renzo Margonari, S. M.
Martini, Franco Melandri, Guido Montana, Romano Notari, Luigi Ontani,
Luciano Ori, Marina Padovese, Massimo Panizza, Giulio Paolini, Mario
Persico, Fabio Santin, Arturo Schwarz, Marco Tadolini, Nico Taminto.
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