Rivista Anarchica Online
La sola musica è...
Carissimo Donno,
ho letto la tua letterina su "A"
161, dove scrivevi, piuttosto scandalizzato, che ti era "difficile
digerire" il mio discorso su "cinema e rock", apparso
sul n. 160 della stessa rivista. Come "cultore di jazz"
(che dici di essere), mi sembri poco informato sulle origini del
rock; ti rimando per questo a qualsiasi storia del "rock'n'roll"
o a qualunque enciclopedia specializzata. Conosco bene il testo di
Polillo e per quanto riguarda "l'anima trasgressiva" del
rock, l'importanza che ha avuto (ed ancora ha) sui mutamenti
generazionali e del costume nel mondo, non ha capito niente.
Liquidare il rock come una cialtroneria
ed altre fioriture superficiali, bassamente alimentari, significa
essere preda del gioco degli specchi dove la mediocrità è
d'obbligo e l'incenso abbonda sulle lingue del riciclo.
Dovresti leggere con meno trascuratezza
(non solo nel mio piccolo saggio) le origini del rock'n'roll.
Impareresti forse che i generi, le categorie, le specializzazioni, in
ogni tipo di linguaggio, di espressione, sono stati inventati dagli
apologeti del mondano e dai cani da guardia della società
convenzionale, perché i "consumatori di simulacri"
possono abbeverarsi e intrecciare comportamenti, terrori, modelli;
non c'è comunicazione autentica in una società in cui
gli scriba della cultura sono tutti dentro i libri paga dei mercanti
di ideologie o di fedi.
La civiltà dello spettacolo
ingoia tutto. Musica, cinema, radio, carta stampata, televisione,
chiacchiere... tutto... restano le nostre utopie a farci strada nella
giungla delle "buone intenzioni". Il big business (il grande affare) è
il consenso. Depredare l'uomo della propria individualità. Se
parliamo di rock, per un pagliaccio che si integra nella teologia
della merce, ne nascono altri che infrangono la sua icona e portano
avanti il dolore e le speranze di tutti i dannati della terra. Non è
poco. Vorrei precisare ancora una cosa. Il valore libertario del rock
non si richiama a nessuno stile di vita perché li brucia
tutti, appena diventano schiuma della storia.
È
sullo stupore degli stolti che le ghigliottine dello Stato hanno
tagliato la testa a molte libertà. Quello che ogni Stato non è
mai riuscito a sconfiggere con nessuna lama, sono le idee di
fratellanza e solidarietà che gli uomini si sono tramandati
(anche con la musica) per la conquista di un'esistenza dove ognuno è
signore di sé.
La sola musica (o qualsiasi
espressione artistica) che aiuta l'uomo a superare la propria
infanzia è quella del suo quotidiano, il resto è merce.
Molto cordialmente caro amico
Pino Bertelli (Piombino)
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