Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Dispetti in grigioverde
di Avv. Giuseppe Ramadori (Roma)

Faccio seguito alle mie precedenti su questo problema. Come sapete la Corte Costituzionale con una decisione, per chi lavora in questo campo, coraggiosa, che ha indispettito di molto, in modo violento i giudici militari, ha ridotto alla metà la pena edittale prevista dall'art. 8, comma 2°, della L. 772/2, per gli obiettori totali. Con questa riduzione che ha equiparato il rifiuto al servizio militare alla mancanza alla chiamata, mantenendo fermo il beneficio dell'esonero dal servizio militare ai condannati in forza all'art. 8 L.772/72 si è riusciti, con alcune sentenze, confermate dalla Cassazione, a ridurre la pena a 4/6mesi, addirittura con la condizionale.
Contro questo "andazzo" si sono levati, per "mettere ordine" vari Tribunali Militari ed in prima fila il "sabaudo" Tribunale di Torino che, con più di 50 ordinanze, ha rigettato contro la Corte Costituzionale il problema. La Corte con velocità eccezionale, (e fatemi dire con correttezza e precisione), riconfermando la decisione già presa con la sentenza n. 409/90, ha respinto con due ordinanze (n. 27 del 18/23 Gennaio 1990 e n.93 del 20/16 Febbraio, sempre c.a.) tutte le suddette ordinanze e quelle di altri Tribunali che si erano attruppati nell'"assedio" alla Corte Costituzionale. Con le ordinanze suddette che Vi allego in copia, la Corte ha "sbacchettato" i giudici militari, arrivando a statuire (cosa mai accaduta prima) che questi giudici militari hanno "arbitrariamente" posto in essere una procedura, per esercitare in forma "surrettizia un sindacato di merito" non consentito, sulle decisioni della Corte al fine sostanziale di "eledure la loro forza cogente".
Mi sembra che per la prima volta i Signori Giudici Militari siano trattati come meritano anche dalla Giustizia che Voi chiamate borghese! E ciò, anche se non è tanto, per me e per coloro che lavorano tra le pandette per difendere i diritti dei cittadini ed in particolare dei più deboli, è molto.
A questo punto viene il più bello e l'"opera buffa" dei giudici militari prende una piega inaspettata e veramente comica. Costoro, incazzatisi sul serio, pongono in essere, a loro modo, un dispetto (fossero questi i dispetti, dovrebbero farcene molti!) ed assolvono, perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, gli obiettori totali, sottoposti al loro giudizio (Torino e La Spezia) per il reato di cui all'art. 8, comma 2°, legge 772/72. E ciò sulla ferrea logica militaresca, conseguente a questo ragionamento: la Corte Costituzionale non può sostituire la pena prevista per un reato, con un'altra che sanziona un altro reato, anche se simile, può solo, se ritenuta anticostituzionale, abrogare la pena prevista da una norma a sanzione di un comportamento, ma se così fa il reato rimasto senza pena non esiste più dal punto di vista della rilevanza penale. Ad esempio di tale ragionamento Vi rimetto copia della sentenza n. 6/90 del Tribunale Militare di Torino.
A noi questo ragionamento va bene! Continuino pure a farci questi dispetti, cercheremo di convogliare il maggior numero di obiettori totali verso questi Tribunali, prima che questa giurisprudenza sia riformata con la scontata impugnativa dei Pubblici Ministeri. La falsa ironia e l'assurdità dei loro ragionamenti non ci interessa; ci interessa il risultato posto in essere per noi, antimilitaristi, ottimo!
Si affermerà così il diritto del cittadino a rifiutare, comunque, senza alcun onere, il servizio militare, e si copriranno di ridicolo questi cosiddetti giudici, se queste sentenze saranno riformate, ad opera degli stessi loro colleghi militari, che dovranno evidenziare l'assurdità ed il modo surrettizio (finalizzato a fini ben diversi quale quello di prevaricare le decisioni sulla legittimità costituzionale delle leggi) con cui i loro colleghi fanno giustizia in nome del Popolo Italiano, anche se si tratta di giustizia militare! Un motivo in più per porla in ridicolo!
Su tutto questo è stato fatto un esposto-denuncia, presentato da Mauro Mellini, alla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma, che Vi allego in copia da cui potrete rilevare notizie e dati che forse sarà utile pubblicizzare.
Penso inoltre che, sia molto importante far conoscere agli obiettori totali, le nuove possibilità che si sono loro ora aperte e del "rischio" di rifiutare il servizio civile senza alcuna "contropartita".
Forse varrebbe la pena insistere su questa strada, studiare il problema e ben difendersi!
Un abbraccio