Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Il ritorno dell'Antistato
a cura della Redazione

Circa quarant'anni fa nascevano, grazie agli sforzi di alcuni operai anarchici della Romagna post-bellica, le Edizioni Antistato, che contribuirono in modo determinante alla diffusione della cultura libertaria dopo la parentesi del fascismo. Inattive da circa una decina d'anni, le edizioni Antistato rinascono sotto forma di associazione. In questa auto-intervista, i promotori della nuova iniziativa spiegano i motivi che li hanno spinti a dare vita a questo progetto.

Perché riprendere l'attività dell'Antistato, quando il panorama dell'editoria anarchica italiana annovera diverse e variegate proposte?

A nostro avviso l'editoria anarchica si occupa di settori importanti (dalla storiografia alla propaganda, dai classici alla diffusione di cultura libertaria), tuttavia assai scarso è lo spazio riservato ad una riflessione anarchica contemporanea. Oggi l'anarchismo si trova in un'impasse teorica e propositiva assai grave, rivelandosi incapace di dar voce e corpo al proprio patrimonio ideale. Se infatti tale patrimonio è punto di riferimento imprescindibile per quanti auspicano uno spazio politico e sociale di libertà, tuttavia del tutto obsolete ci paiono alcune metodologie e strategie dell'anarchismo classico.
Ci troviamo nella paradossale situazione per cui, di fronte alle profonde mutazioni culturali e sociali della nostra epoca, l'anarchismo stenta ad elaborare risposte efficaci, rischiando di diventare di fatto inattuale, mentre, all'opposto, fermenti libertari sembrano pervadere molti ambiti sociali. Occorre pertanto che l'anarchismo si attrezzi per affrontare queste nuove sfide. È allo scopo di fornire qualche contributo a tale sforzo che abbiamo deciso di intraprendere un'attività editoriale nuova.

Perché avete deciso di riprendere il marchio di un'editrice "classica" come l'Antistato?

Ci pareva importante ribadire il nostro legame con una tradizione di cui ci sentiamo figli, proprio nel momento in cui con tale tradizione entriamo in confronto critico.

Ma i vostri libri non rischiano di restare confinati nella ristretta cerchia anarchica?

Il movimento anarchico è certo un nostro interlocutore privilegiato, dacché poniamo il ripensamento dell'anarchismo quale fulcro del nostro lavoro. Peraltro il nostro progetto, invero assai ambizioso, mira a proporre strumenti di riflessione atti a conferire dignità teorica e progettuale all'anarchismo contemporaneo.
In tale prospettiva vogliamo fornire un prodotto fruibile da chiunque sia interessato ad un anarchismo vitale nella prassi e nella teoria. Chi oggi si avvicina all'anarchismo trova ben poco sul mercato oltre ai classici: colmare tale lacuna ci pare quindi importante. Anche perché solo in tal modo potremo interloquire efficacemente con quella variegata costellazione di gruppi e movimenti che costituisce l'area libertaria.

Questo progetto non rischia di privilegiare eccessivamente l'ambito teorico rispetto a quello pratico?

No, anzi. Intendiamo lavorare affinché si colmi il divario che negli ultimi anni si è venuto creando nel movimento anarchico tra la ricerca teorica e la pratica politica. Ci proponiamo pertanto di dare spazio sia ai testi teorici sia a testi di riflessione sugli svariati apporti pratici dell'anarchismo contemporaneo. D'altra parte non crediamo sia possibile una presenza anarchica seria ed incisiva se mancano analisi realistiche delle società esistenti e proposte che tengano conto tanto dei mutamenti sempre più veloci cui quotidianamente assistiamo, quanto di un confronto serio e "laico" con problemi quali l'apparente fine della lotta di classe, la crisi delle ideologie, il crollo del marxismo, il trionfo planetario della democrazia, etc.

Da quanto dite ci sembra di capire che intendete rimettere in discussione molto del bagaglio tradizionale dell'anarchismo...

Noi crediamo che, al di là di alcuni principi-guida, quali la libertà, l'eguaglianza, la diversità, etc., la caratteristica imprescindibile dell'anarchismo sia il suo essere non-dogmatico, ovvero la sua capacità di rimettersi continuamente in discussione. Ed è questo essere potenzialmente capace di modificarsi costantemente, pur mantenendo saldo il nocciolo etico delle proprie idee-forza, che fa sì che l'anarchismo, malgrado la profonda crisi che sta attraversando, possa nuovamente divenire punto di riferimento privilegiato per chiunque auspichi una società libera.

Uno dei problemi che da sempre assilla la piccola editoria è quello economico. Come pensate di affrontarlo?

Effettivamente la mancanza di soldi è per noi l'ostacolo principale. Per questo motivo abbiamo optato di stampare inizialmente solo testi che non superino le 100-120 pagine, consentendoci di contenere i costi. Ci auguriamo che la situazione possa in seguito migliorare... Cogliamo l'occasione per informare i lettori di "A" che il nostro c.c.p. 33280108 intestato ad "Associazione l'Antistato - Corso Palermo 46 - 10152 Torino" aspetta le loro sottoscrizioni che speriamo numerose e sostanziose.

Perché vi siete costituiti come associazione per riprendere le pubblicazioni?

Abbiamo dato vita all'associazione in quanto questa forma ci rende più liberi di altre dal punto di vista legale ed amministrativo. Inoltre la formula associativa ci permette di avere uno statuto che nel contempo abbia riconoscimento legale per tutto ciò che è necessario (ottenimento del conto corrente postale, della tariffa editoriale ridotta, etc.) e che possa avere contenuti quasi completamente decisi da noi e quindi decisamente libertari.

Per concludere: quale sarà il primo libro?

Sarà un'antologia dedicata alla libertà. Quello della libertà ci pare uno dei nodi teorici più importanti nell'approfondimento della riflessione anarchica contemporanea. La libertà è infatti valore centrale nell'anarchismo eppure risulta difficile tentarne una definizione. È certo questa una carenza assai grave nel pensiero anarchico, cui gli autori dell'antologia tentano di ovviare con un primo contributo. E' nostro augurio che tale testo susciti un dibattito e stimoli altri a riflettere e scrivere sull'argomento. Il libro comprenderà saggi di Roberto Ambrosoli, Nico Berti, Amedeo Bertolo, Maria Matteo, Salvo Vaccaro.