Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Xenofobi in lega
di Circolo "Freccia Nera"

Il fenomeno delle varie leghe regionali si è imposto da tempo all'attenzione generale. Questo documento, redatto dal circolo anarchico "Freccia Nera" di Bergamo, propone una critica al malinteso federalismo della lega Lombarda e alla vuota demagogia che si cela dietro gli attacchi allo stato centralizzato.

Alla metà degli anni '80 è comparso sulla scena politico-sociale della Lombardia questo nuovo partito, che ha iniziato a mettere in crisi gli equilibri partitici esistenti da quarant'anni sottraendo percentuali di voti sempre più significative alla DC, in primo luogo, ma anche agli altri partiti tradizionali.

La Lega Lombarda si è posta così come un fenomeno trasversale a tutta la società lombarda, tanto più dirompente se si pensa che ha costruito il suo successo su un elettorato dalle basi culturali, economiche e religiose immutate.

Questo primo dato è molto importante per comprendere come mai, mentre ci si aspettava dai partiti tradizionali una controffensiva, in realtà la loro reazione è stata blanda e superficiale, limitandosi a bollare l'avanzata della Lega come voto di protesta.

Evidentemente i partiti si trovano dilaniati da due priorità difficilmente coniugabili, una quella di conservare la propria strategia politica con il rischio di perdere ulteriori voti, l'altra quella di recuperare gli elettori persi attraverso una politica di riforme, facendo però attenzione a non scivolare nel terreno della Lega, rischiando il proprio snaturamento e/o di avvantaggiare l'avversario.

Per comprendere la pericolosità delle "idee" della Lega Lombarda basta analizzare attentamente il suo programma.

Esso è articolato in 12 punti suddivisibili in tre settori: l'aspetto socio-culturale, l'aspetto economico-amministrativo e del lavoro, l'aspetto politico-organizzativo.

È chiaro che tutti e tre i settori sono intimamente legati, e l'apparente linearità del discorso nasconde tesi date tranquillamente per scontate, che determinano aprioristicamente il risultato finale.

Aspetto socio-culturale.

La Lega Lombarda parla di uno stato centralizzato (art. 1), si suppone l'Italia, fatto a quanto si intuisce di popoli, di cui uno dovrebbe essere quello lombardo (art. 5 e 12), dotato sempre per deduzione, di cultura, storia, valori sociali e morali propri, di una propria lingua e addirittura di una propria identità nazionale, tanto è vero che viene comunicata l'esistenza della Nazione Lombarda (art.2), con tanto di bandiera.


Ma quali lombardi? ma quali meridionali?

A questo punto sorge spontanea una domanda: ma esiste realmente il popolo lombardo?

La risposta è semplice, non esiste alcun popolo lombardo, a meno che gli ideologi della Lega Lombarda vogliano intendere con questa denominazione gli abitanti della Lombardia. Ma questi sono i lombardi, che è tutt'altra cosa e cioè il rimescolamento di varie popolazioni succedutesi nel tempo in questa regione, dagli antichissimi Camuni, ai Romani, ai Longobardi, agli Austriaci, fino ad arrivare alle moderne immigrazioni interregionali ed internazionali dettate dai più svariati motivi.

Anche per la lingua vale essenzialmente lo stesso discorso, cioè non esiste una lingua lombarda vera e propria, si può forse parlare di una comune lingua neolatina, parlata in due varietà principali, insubro e orobico, parlata dal 60% dei residenti in Lombardia. Al di là di queste precisazioni il vero substrato culturale su cui la Lega Lombarda ha costruito il suo successo, non è né la lingua né l'identità nazionale lombarda, bensì la denigrazione dei meridionali, in base ad un certo luogo comune che ha spesso assunto questa figura quale sinonimo di lazzarone, mafioso, delinquente, mantenuto dallo stato, ecc...

Descrivere chi poi siano questi meridionali è più difficile di quanto sembra, infatti come non esiste il popolo lombardo, non esiste nemmeno quello meridionale, tanto è vero che per qualcuno i meridionali sono quelli che abitano a sud di Napoli, per altri a sud di Roma, per altri ancora, magari un po' a digiuno di geografia, quelli che abitano a sud del Po.

Invece di auspicare (per demagogia) che la scuola torni ad essere gestita dai lombardi (art .7), ammesso e non concesso lo sia mai stata, sarebbe utile battersi contro l'attuale "Legge Ruberti", per ottenere una scuola funzionante e moderna, capace di legarsi alla sua realtà circostante valorizzandone il patrimonio culturale, dialogando nel medesimo tempo con qualsiasi altra cultura iniziando da quella degli immigrati, per sviluppare verso di loro un vero atteggiamento di comprensione e non solo di semplice sopportazione.

Aspetto economico-amministrativo e del lavoro.

La mistificazione della lingua e del popolo lombardo, come dovrebbe essere chiaro, non sono nient'altro che un paravento culturale alla tesi della legittimità dell'esistenza di una Nazione Lombarda, all'interno di uno stato federale imprecisato, in cui i lombardi, evidentemente attraverso specifiche leggi, avranno la precedenza nell'assegnazione di lavoro, abitazioni, assistenza, contributi finanziari (art. 3).

Si fa intendere addirittura che i frutti del lavoro, le tasse (art. 4), le pensioni (art. 6), 1'amministrazione pubblica (art. 7), quando saranno gestite all'interno della novella nazione porteranno una considerevole ricchezza ai suoi abitanti, considerando tali chi vi abita da almeno cinque anni...

Insomma il paese della cuccagna, in cui finalmente avverrà la difesa di un proporzionato sviluppo di industria, artigianato e agricoltura (art. 5), contro la devastazione e la svendita del territorio, plasmato e difeso dalle generazioni precedenti, patrimonio che abbiamo il dovere di trasmettere integro alle prossime generazioni (art. 10). Parole sacrosante, solo che il territorio lombardo è già degradato e per niente integro.

Questo comporta che bisogna battersi per recuperarlo da quel degrado provocato proprio da quell'industria, artigianato e agricoltura che tanto lo "rendono ricco".

Fare realmente ciò significa mettere in discussione tutto lo sviluppo capitalistico, soprattutto dal dopoguerra ad oggi. E' questo che vuole la Lega Lombarda?

I frutti del lavoro finché vigerà il sistema attuale, con o senza Lega Lombarda, non saranno mai gestiti dai lavoratori, bensì dall'imprenditoria e dai politicanti a lei sottoposti.

Che poi la Lega Lombarda strizzi un occhio particolare a certi artigiani, professionisti e imprenditori, per garantirsi i finanziamenti necessari alla sua ascesa verso il potere, non porterà alcun giovamento ai lavoratori, visto che spesso e volentieri è proprio in queste realtà che vengono più sfruttati.

Come del resto, fatte le dovute eccezioni, in proporzione le aziende artigiane e agricole lombarde non sono certo meno colpevoli dell'industria per il degrado ambientale.

Aspetto politico-organizzativo.

Se i discorsi sulla divisione dei frutti del lavoro, sull'artigianato bello, pulito e a dimensione umana, sono tutti da dimostrare, è comunque indubbio che l'economia e l'amministrazione sono il fulcro centrale a cui attorno ruota la politica della Lega; infatti molte persone simpatizzano per essa perché, al di là delle baggianate culturali, ha posto in primo piano il problema della corruzione politico-mafiosa, dell'uso corretto delle tasse, del decentramento economico-amministrativo.

Ma mentre la Lega dice che la corruzione politica con i suoi intrecci mafiosi è nata al sud e da lì si è propagata verso nord, grazie anche alla mentalità opportunistica dei partiti romani (art. 11), noi anarchici asseriamo che la corruzione non è figlia di un ambiente ma di un sistema, quello autoritario e partitico, che sia poi "romano" o lombardo la questione si ripropone immutata, basta vedere le amministrazioni decentrate lombarde, fatte di lombardi, dove scandali, agevolazioni agli amici, ecc., seppur eseguite con meno spargimento di sangue, abbondano.

Federalismo di facciata

Che poi questo andazzo di corruzione sia causa ed effetto, allo stesso tempo, del cattivo funzionamento dei servizi pubblici ed amministrativi, determinando un aumento delle tasse, è una logica conseguenza. Che tutti poi si cerchi di sfuggire al fisco è altrettanto noto. Così nascono i vari gruppi d'interesse che fanno di tutto per spalleggiare il settore politico amico espressione dei propri interessi, che fornirà le agognate esenzioni ed agevolazioni fiscali.

In tal modo il cerchio interessi-politica-consenso, alla base di questa nostra ormai degradata democrazia delegata, si chiude. La Lega Lombarda, in pratica partita da alcuni presupposti validi, ha finito con il far leva su alcuni sentimenti popolari, distorcendoli ai suoi fini. Alleandosi con parte del settore artigiano cercherà semplicemente di fornir loro quei privilegi necessari perché continuino a sorreggerla.

Per quanto riguarda lo sbandierato federalismo della Lega, si tratta solo di un argomento propagandistico, talmente mal digerito che non viene indicato nemmeno chiaramente se si intende inserire la Nazione Lombarda all'interno di uno stato federale italiano oppure direttamente in uno europeo, entrambi in ogni caso da definire (art.1 e 12).

A sua parziale discolpa c'è da dire che probabilmente anch'essa è stata traviata dai fantomatici discorsi federalisti dei nostri vecchi partiti nazionali, che per federalismo intendono quello confacente alle multinazionali, cioè la costituzione di un grande mercato in cui piazzare i propri prodotti e meglio strutturare lo sfruttamento attraverso le economie di scala.

Come anarchici questi progetti ci fanno inorridire, lontani anni luce dal vero federalismo che noi rivendichiamo, quale progetto per la costruzione di una società libertaria complessiva, in cui più che i popoli o le nazioni, siano le comunità ad autogestirsi, a dialogare e federarsi tra loro, con una lingua comune sovranazionale come l'esperanto, salvaguardando allo stesso tempo i valori propri di ogni etnia, che ormai comprende come il proprio destino è intimamente legato a quello di tutti gli altri esseri viventi e per questo alla ricerca di un rapporto il meno conflittuale possibile tra di esse e con la natura.

Nella Lega Lombarda, non ci stancheremo mai di ripeterlo, esistono troppe ambiguità che lasciano spazio tra l'altro a prospettive assai pericolose.

Cosa pensare infatti di alcune scritte della Lega affiancate da svastiche e simboli della destra?

Il primo congresso della Lega non ha fatto altro che aumentare la nostra diffidenza, si è visto infatti un partito estremamente gerarchico che non ha nulla da invidiare all'MSI di Rauti, le cui teorizzazioni sui sentimenti popolari, l'ordine, il patriottismo, possono trovare un deleterio congiungimento con certe idee della Lega, con una facilità maggiore di quel che si crede.

Per evitare di piangere in futuro a guai fatti, invitiamo tutti a riflettere seriamente e a sviluppare un dialogo con le persone che per faciloneria votano la Lega Lombarda.

Se solo si vuole, è possibile bloccare sul nascere questa onda popolar-reazionaria e dirigere i nostri sforzi verso il superamento dell'attuale sistema , per una maggiore democrazia diretta. La storia, lo stiamo vedendo in questi giorni, non si può congelare, ma non accettiamo di certo passivamente che ritorni indietro verso le mene nazionalistiche o che si diriga verso uno stato oppressivo tecno-oligarchico.

Ancora una volta, come anarchici cerchiamo di essere punto di riferimento per proseguire il cammino verso una maggiore emancipazione sociale. Creare auto-organizzazione sociale nella solidarietà e nella libertà.