Rivista Anarchica Online
Xenofobi in lega
di Circolo "Freccia Nera"
Il fenomeno delle varie leghe
regionali si è imposto da tempo all'attenzione generale. Questo documento, redatto dal
circolo anarchico "Freccia Nera" di Bergamo, propone una
critica al malinteso federalismo della lega Lombarda e alla vuota
demagogia che si cela dietro gli attacchi allo stato centralizzato.
Alla metà degli anni '80 è
comparso sulla scena politico-sociale della Lombardia questo nuovo
partito, che ha iniziato a mettere in crisi gli equilibri partitici
esistenti da quarant'anni sottraendo percentuali di voti sempre più
significative alla DC, in primo luogo, ma anche agli altri partiti
tradizionali.
La Lega Lombarda si è posta così
come un fenomeno trasversale a tutta la società lombarda,
tanto più dirompente se si pensa che ha costruito il suo
successo su un elettorato dalle basi culturali, economiche e
religiose immutate.
Questo primo dato è molto
importante per comprendere come mai, mentre ci si aspettava dai
partiti tradizionali una controffensiva, in realtà la loro
reazione è stata blanda e superficiale, limitandosi a bollare
l'avanzata della Lega come voto di protesta.
Evidentemente i partiti si trovano
dilaniati da due priorità difficilmente coniugabili, una
quella di conservare la propria strategia politica con il rischio di
perdere ulteriori voti, l'altra quella di recuperare gli elettori
persi attraverso una politica di riforme, facendo però
attenzione a non scivolare nel terreno della Lega, rischiando il
proprio snaturamento e/o di avvantaggiare l'avversario.
Per comprendere la pericolosità
delle "idee" della Lega Lombarda basta analizzare
attentamente il suo programma.
Esso è articolato in 12 punti
suddivisibili in tre settori: l'aspetto socio-culturale, l'aspetto
economico-amministrativo e del lavoro, l'aspetto
politico-organizzativo.
È chiaro che tutti e tre i
settori sono intimamente legati, e l'apparente linearità del
discorso nasconde tesi date tranquillamente per scontate, che
determinano aprioristicamente il risultato finale.
Aspetto socio-culturale.
La Lega Lombarda parla di uno stato
centralizzato (art. 1), si suppone l'Italia, fatto a quanto si
intuisce di popoli, di cui uno dovrebbe essere quello lombardo (art.
5 e 12), dotato sempre per deduzione, di cultura, storia, valori
sociali e morali propri, di una propria lingua e addirittura di una
propria identità nazionale, tanto è vero che viene
comunicata l'esistenza della Nazione Lombarda (art.2), con tanto di
bandiera.
Ma quali lombardi? ma quali
meridionali?
A questo punto sorge spontanea una
domanda: ma esiste realmente il popolo lombardo?
La risposta è semplice, non
esiste alcun popolo lombardo, a meno che gli ideologi della Lega
Lombarda vogliano intendere con questa denominazione gli abitanti
della Lombardia. Ma questi sono i lombardi, che è tutt'altra
cosa e cioè il rimescolamento di varie popolazioni succedutesi
nel tempo in questa regione, dagli antichissimi Camuni, ai Romani, ai
Longobardi, agli Austriaci, fino ad arrivare alle moderne
immigrazioni interregionali ed internazionali dettate dai più
svariati motivi.
Anche per la lingua vale essenzialmente
lo stesso discorso, cioè non esiste una lingua lombarda vera e
propria, si può forse parlare di una comune lingua neolatina,
parlata in due varietà principali, insubro e orobico, parlata
dal 60% dei residenti in Lombardia. Al di là di queste
precisazioni il vero substrato culturale su cui la Lega Lombarda ha
costruito il suo successo, non è né la lingua né
l'identità nazionale lombarda, bensì la denigrazione
dei meridionali, in base ad un certo luogo comune che ha spesso
assunto questa figura quale sinonimo di lazzarone, mafioso,
delinquente, mantenuto dallo stato, ecc...
Descrivere chi poi siano questi
meridionali è più difficile di quanto sembra, infatti
come non esiste il popolo lombardo, non esiste nemmeno quello
meridionale, tanto è vero che per qualcuno i meridionali sono
quelli che abitano a sud di Napoli, per altri a sud di Roma, per
altri ancora, magari un po' a digiuno di geografia, quelli che
abitano a sud del Po.
Invece di auspicare (per demagogia) che
la scuola torni ad essere gestita dai lombardi (art .7), ammesso e
non concesso lo sia mai stata, sarebbe utile battersi contro
l'attuale "Legge Ruberti", per ottenere una scuola
funzionante e moderna, capace di legarsi alla sua realtà
circostante valorizzandone il patrimonio culturale, dialogando nel
medesimo tempo con qualsiasi altra cultura iniziando da quella degli
immigrati, per sviluppare verso di loro un vero atteggiamento di
comprensione e non solo di semplice sopportazione.
Aspetto economico-amministrativo
e del lavoro.
La mistificazione della lingua e del
popolo lombardo, come dovrebbe essere chiaro, non sono nient'altro
che un paravento culturale alla tesi della legittimità
dell'esistenza di una Nazione Lombarda, all'interno di uno stato
federale imprecisato, in cui i lombardi, evidentemente attraverso
specifiche leggi, avranno la precedenza nell'assegnazione di lavoro,
abitazioni, assistenza, contributi finanziari (art. 3).
Si fa intendere addirittura che i
frutti del lavoro, le tasse (art. 4), le pensioni (art. 6),
1'amministrazione pubblica (art. 7), quando saranno gestite
all'interno della novella nazione porteranno una considerevole
ricchezza ai suoi abitanti, considerando tali chi vi abita da almeno
cinque anni...
Insomma il paese della cuccagna, in cui
finalmente avverrà la difesa di un proporzionato sviluppo di
industria, artigianato e agricoltura (art. 5), contro la devastazione
e la svendita del territorio, plasmato e difeso dalle generazioni
precedenti, patrimonio che abbiamo il dovere di trasmettere integro
alle prossime generazioni (art. 10). Parole sacrosante, solo che il
territorio lombardo è già degradato e per niente
integro.
Questo comporta che bisogna battersi
per recuperarlo da quel degrado provocato proprio da quell'industria,
artigianato e agricoltura che tanto lo "rendono ricco".
Fare realmente ciò significa
mettere in discussione tutto lo sviluppo capitalistico, soprattutto
dal dopoguerra ad oggi. E' questo che vuole la Lega Lombarda?
I frutti del lavoro finché
vigerà il sistema attuale, con o senza Lega Lombarda, non
saranno mai gestiti dai lavoratori, bensì dall'imprenditoria e
dai politicanti a lei sottoposti.
Che poi la Lega Lombarda strizzi un
occhio particolare a certi artigiani, professionisti e imprenditori,
per garantirsi i finanziamenti necessari alla sua ascesa verso il
potere, non porterà alcun giovamento ai lavoratori, visto che
spesso e volentieri è proprio in queste realtà che
vengono più sfruttati.
Come del resto, fatte le dovute
eccezioni, in proporzione le aziende artigiane e agricole lombarde
non sono certo meno colpevoli dell'industria per il degrado
ambientale.
Aspetto politico-organizzativo.
Se i discorsi sulla divisione dei
frutti del lavoro, sull'artigianato bello, pulito e a dimensione
umana, sono tutti da dimostrare, è comunque indubbio che
l'economia e l'amministrazione sono il fulcro centrale a cui attorno
ruota la politica della Lega; infatti molte persone simpatizzano per
essa perché, al di là delle baggianate culturali, ha
posto in primo piano il problema della corruzione politico-mafiosa,
dell'uso corretto delle tasse, del decentramento
economico-amministrativo.
Ma mentre la Lega dice che la
corruzione politica con i suoi intrecci mafiosi è nata al sud
e da lì si è propagata verso nord, grazie anche alla
mentalità opportunistica dei partiti romani (art. 11), noi
anarchici asseriamo che la corruzione non è figlia di un
ambiente ma di un sistema, quello autoritario e partitico, che sia
poi "romano" o lombardo la questione si ripropone immutata,
basta vedere le amministrazioni decentrate lombarde, fatte di
lombardi, dove scandali, agevolazioni agli amici, ecc., seppur
eseguite con meno spargimento di sangue, abbondano.
Federalismo di facciata
Che poi questo andazzo di corruzione
sia causa ed effetto, allo stesso tempo, del cattivo funzionamento
dei servizi pubblici ed amministrativi, determinando un aumento delle
tasse, è una logica conseguenza. Che tutti poi si cerchi di
sfuggire al fisco è altrettanto noto. Così nascono i
vari gruppi d'interesse che fanno di tutto per spalleggiare il
settore politico amico espressione dei propri interessi, che fornirà
le agognate esenzioni ed agevolazioni fiscali.
In tal modo il cerchio
interessi-politica-consenso, alla base di questa nostra ormai
degradata democrazia delegata, si chiude. La Lega Lombarda, in
pratica partita da alcuni presupposti validi, ha finito con il far
leva su alcuni sentimenti popolari, distorcendoli ai suoi fini.
Alleandosi con parte del settore artigiano cercherà
semplicemente di fornir loro quei privilegi necessari perché
continuino a sorreggerla.
Per quanto riguarda lo sbandierato
federalismo della Lega, si tratta solo di un argomento
propagandistico, talmente mal digerito che non viene indicato nemmeno
chiaramente se si intende inserire la Nazione Lombarda all'interno di
uno stato federale italiano oppure direttamente in uno europeo,
entrambi in ogni caso da definire (art.1 e 12).
A sua parziale discolpa c'è da
dire che probabilmente anch'essa è stata traviata dai
fantomatici discorsi federalisti dei nostri vecchi partiti nazionali,
che per federalismo intendono quello confacente alle multinazionali,
cioè la costituzione di un grande mercato in cui piazzare i
propri prodotti e meglio strutturare lo sfruttamento attraverso le
economie di scala.
Come anarchici questi progetti ci fanno
inorridire, lontani anni luce dal vero federalismo che noi
rivendichiamo, quale progetto per la costruzione di una società
libertaria complessiva, in cui più che i popoli o le nazioni,
siano le comunità ad autogestirsi, a dialogare e federarsi tra
loro, con una lingua comune sovranazionale come l'esperanto,
salvaguardando allo stesso tempo i valori propri di ogni etnia, che
ormai comprende come il proprio destino è intimamente legato a
quello di tutti gli altri esseri viventi e per questo alla ricerca di
un rapporto il meno conflittuale possibile tra di esse e con la
natura.
Nella Lega Lombarda, non ci stancheremo
mai di ripeterlo, esistono troppe ambiguità che lasciano
spazio tra l'altro a prospettive assai pericolose.
Cosa pensare infatti di alcune scritte
della Lega affiancate da svastiche e simboli della destra?
Il primo congresso della Lega non ha
fatto altro che aumentare la nostra diffidenza, si è visto
infatti un partito estremamente gerarchico che non ha nulla da
invidiare all'MSI di Rauti, le cui teorizzazioni sui sentimenti
popolari, l'ordine, il patriottismo, possono trovare un deleterio
congiungimento con certe idee della Lega, con una facilità
maggiore di quel che si crede.
Per evitare di piangere in futuro a
guai fatti, invitiamo tutti a riflettere seriamente e a sviluppare un
dialogo con le persone che per faciloneria votano la Lega Lombarda.
Se solo si vuole, è possibile
bloccare sul nascere questa onda popolar-reazionaria e dirigere i
nostri sforzi verso il superamento dell'attuale sistema , per una
maggiore democrazia diretta. La storia, lo stiamo vedendo in questi
giorni, non si può congelare, ma non accettiamo di certo
passivamente che ritorni indietro verso le mene nazionalistiche o che
si diriga verso uno stato oppressivo tecno-oligarchico.
Ancora una volta, come anarchici
cerchiamo di essere punto di riferimento per proseguire il cammino
verso una maggiore emancipazione sociale. Creare auto-organizzazione
sociale nella solidarietà e nella libertà.
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