Rivista Anarchica Online
Emarginati dalle lotte?
Carissimi compagni, premettendo che da almeno dieci anni non intervengo su questioni
di cosiddetta "politica" ma parlo o straparlo
solo di musica e affini, stavolta due cose le voglio dire. Da quando avevo 12 anni ho letto, studiato, lottato, fatto
cose che non posso qui scrivere, dentro la sinistra che, a torto o ragione, si chiamava rivoluzionaria e libertaria.
Poco o nulla: milioni e milioni di uomini hanno fatto, detto, scritto prima e meglio di me. Lo dico solo per
introdurre una considerazione: sto dedicando la mia vita per cercare di essere un uomo libero e cioè un
buon
anarchico. Lo dico col cuore, come mi viene. Penso che la Sinistra come area politica, culturale, ideale, quella
nata dalle rivoluzioni Francese e Industriale, dall'Internazionale, dall'imperialismo e la Resistenza, sia morta.
Fin qui, sulla ricostruzione di Andrea Papi ("Ma quale sinistra?", "A" 194) nulla da dire. Ma scrivere che il
Movimento Anarchico fa parte di "un universo disarticolato dal corpo sociale, residui, ecc. ecc", mi pare il
segno di una resa che non posso accettare: la strada, il Tao versa la piena coscienza di sé, delle proprie
possibilità, la lotta per comprendere come vivere il Tempo, lo Spazio, la Terra, come armonia di
soggetti unici
ed individuali, passa attraverso la lotta millenaria di uomini e donne, lotta organizzata, diretta alla totale
sovversione dei tempi e dei modi del Capitale, lotta di idee, di fantasia, e, quando ci vuole, di piombo e
dinamite. La mia vita, la mia libertà passa da lì. Dentro tutto questo, che c'è, ora, in
questo momento, nei piccoli
centri, nelle migliaia di centri sociali di tutta Europa, nei collettivi di fabbrica e di scuola (leggi le decine di
incontri sindacali, punk, studenteschi citati settimanalmente da Umanità Nova) il Movimento anarchico
è
presente e cresce. Non certo nell'attesa storica della Fase. "Movimenti di massa", "pratica trasformativa"? Ti
riferisci ai minatori rumeni che menano gli studenti, alla lega, al 5% di Rifondazione? E' questo "il dibattito
politico reale"? Certo a guardarsi intorno sembra che il Movimento anarchico incida poco, ma là, nelle
migliaia
di iniziative e Resistenza di cui prima parlavo, milioni di persone cercano di VIVERE nelle minoranze etniche
soffocate, nelle campagne e nelle fabbriche più terribili del mondo c'è chi cerca nuove strade
di VIVERE. Forse
non è fare POLITICA: ma è quell'idea, dell'Homo Politicus, cara ai leninisti, che è
andata a ramengo (vedi
quanto possono aver inciso 70 anni di dittatura "proletaria"). Non noi: durante i merdosi '80 c'è stata,
a cercarla,
una buona e nuova produzione di idee e sacrosanto Casino: e noi c'eravamo, eccome. "Capacità
trasformativa"
è che dopo 100 anni c'è stato chi stampava ancora Bakunin e un cretino come me che,
leggendolo, si è
TRASFORMATO. Certo: trasformare è anche appendere il caposquadra per le palle ma se non leggi
Bakunin
c'è il rischio che, dopo, lo faccia tu, il caposquadra. (Chiedo scusa agli eruditi per l'evidente falcidia di
"curve"
nel mio scrivere). Caro Andrea, tu scrivi su una rivista che è segno di una trasformazione: sull'uso
del tempo, dell'energia, delle
capacità, del denaro (ahimè). E la Rivista è solo una delle migliaia di Storie che portano
in giro le nostre IDEE;
certo non i nostri stendardi, che lo facciano i partiti della "sinistra" coi loro sfiatati soldatini. Col cazzo che noi
siamo emarginati dalle lotte, col cazzo. Scusate,
Stefano Giaccone (Torino)
|