Rivista Anarchica Online
Ricordando Ugo Mazzucchelli
di Paolo Finzi
Lunedì 5 gennaio è morto, nella natia Carrara, Ugo Mazzucchelli.
Aveva 93 anni. Con lui scompare una delle
figure di punta dell'antifascismo anarchico in Italia. Anarchico fin dalla gioventù, cavatore come tanti
suoi conterranei, Ugo è stato tra i primi a prendere le armi
contro la montante reazione fascista - all'inizio degli anni '20 - promuovendo e partecipando a numerose azioni
di difesa e di attacco. Fu proprio a Carrara e nelle terre circostanti che gli anarchici, più che altrove in
Italia,
segnarono profondamente la Resistenza antifascista con la loro partecipazione di massa e soprattutto con il segno
distintivo della loro metodologia libertaria. E fu proprio nel Carrarese, nello Spezzino, in Versilia, nella regione
apuana che il profondo radicamento sociale dell'anarchismo, unito all'istintivo ribellismo delle genti, alla
tradizione del sindacalismo rivoluzionario e libertario e all'insofferenza per l'occupazione nazi-fascista, scrissero
alcune delle pagine più belle della lotta antifascista - dai "fatti di Sarzana" dell'agosto '21 alla guerra
guerreggiata
contro i tedeschi a ridosso della Linea Gotica nel '43/'45. Una lotta dura, per molti versi impari, segnata da
episodi repressivi culminati nel massacro di Sant'Anna di Stazzema, che con le sue centinaia di vittime civili della
rappresaglia teutonica resta - con Marzabotto e Boves - imperitura testimonianza non solo della barbarie
nazi-fascista, ma anche e soprattutto del solco incolmabile che c'era e non può che continuare ad esserci
tra la
morale dell'antifascismo e la barbarie hitleriana. Di questa storia - per tanta parte ancora da scrivere - Ugo
Mazzucchelli é stato parte non secondaria. Nelle
numerose interviste che nell'ultimo mezzo secolo gli hanno fatto, nel suo impegno nella Federazione Italiana delle
Associazioni Partigiane (FIAP), nei numerosi comizi (ne ricordo uno che tenemmo insieme al Teatro degli
Animosi, a Carrara, nei primi anni '70, Ugo ed io con Umberto Marzocchi, altra bandiera dell'antifascismo
anarchico), Mazzucchelli ha rappresentato l'attualità e la continuità dell'impegno antifascista
anarchico. Nel secondo dopoguerra Ugo era diventato un industriale del marmo, potendo così
generosamente sostenere
numerose attività di propaganda ed anche compagni in difficoltà. Per un trentennio militante
attivo della
Federazione Anarchica Italiana, se n'era progressivamente allontanato nell'ultimo quindicennio. E lui, che per
decenni aveva dedicato tanta parte del suo impegno alle attività del movimento e della FAI in particolare,
nell'ultimo quindicennio scelse di operare su altri terreni, a contatto prevalentemente con persone e ambienti
esterni all'anarchismo. In questo contesto si situano il suo impegno nella Lega per il Disarmo Unilaterale con
Carlo Cassola, la sua attiva presenza nell'organizzazione della FIAP, ecc.. Ugo era prevalentemente uomo
d'azione, non certo un "intellettuale"; eppure si sforzava di capire i profondi mutamenti dell'esistente,
preconizzando per l'anarchismo un ruolo diverso da quello - consolidato - della tradizione rivoluzionaria
malatestiana. Era, la sua, una ricerca di "attualizzare" l'anarchismo - a mio avviso apprezzabile, tantopiù
in
considerazione della sua età (a 70/80 anni è più facile adagiarsi sulle certezze della vita
passata). Negli ultimi tempi, soprattutto, Ugo ha sostenuto pubblicamente posizioni e tesi (per esempio, a
favore
dell'intervento americano durante la guerra del Golfo; sull'opportunità di superare la pregiudiziale
antifascista;
oppure - la scorsa primavera - a favore della necessità di votare per l'Ulivo, ecc.) contestate dal
movimento e sulle
quali numerosi anarchici - in particolare, a Carrara - non mancarono di polemizzare duramente. Ciò ha
portato
anche al raffreddamento e in non pochi casi alla rottura di rapporti politici e personali a volte di lunga data, con
toni esasperati e senza più alcuna volontà di reciproca comprensione. Ora che Ugo non
c'é più, possiamo con maggiore serenità fare i conti con un'esperienza come la sua,
iniziata 3
anni dopo l'inizio di questo secolo e chiusa 3 anni prima della sua fine. Senza cancellare le ragioni di fondo dei
molti dissensi che ci hanno separato, penso che si debba riconoscergli una tempra ed un'attitudine al "non
mollare!" che costituiscono un po' la cifra del suo impegno (penso alla caparbietà con cui portò
avanti la battaglia
per ricordare con una lapide Gaetano Bresci e, successivamente, Franco Serantini) e più in generale
dell'anarchismo carrarese. E di questo anarchismo, di questo capitolo del tutto particolare della nostra storia, Ugo
Mazzucchelli é stato - nei suoi vari e contrastanti aspetti - un esponente significativo. Un caro
abbraccio a Peppa, compagna di una vita, ai figli Alfredo, Alvaro, Carlo e Manrica, ai nipoti, a tutta la
tribù dei Mazzucchelli che per decenni si è ritrovata intorno ad Ugo.
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