Rivista Anarchica Online
I colori dell'America
di Nadia Agustoni
"La politica è l'ombra che il grande capitale getta sulla società",
affermava il filosofo della "frontiera industriale", John Dewey, aggiungendo che in ogni caso,
"l'attenuazione dell'ombra non cambia la sostanza". Oggi quest'ombra è più grande
che mai, perché la forza che la proietta ha assunto proporzioni gigantesche.
Heinz Dieterich
Riproporre l'utopia è un sogno ma chi sogna comincia a desiderare di cambiare e per cambiare
bisogna
sapere con quali e quante menzogne ti hanno cresciuto e chi e perché ti ha mentito. In genere si salutano
i sogni con partecipazione e partecipazione è conoscere chi aspira a liberarsi o va in quella direzione.
La critica e il confronto sinceri non escludono mai l'entusiasmo e la voglia di capire, così come ci
impegnano sempre più alla concretezza, al lavoro, a dare segni di noi ancora più plurali almeno
quanti
sono i plurali reali e ancora possibili. Nella società della globalizzazione, del neoliberalismo,
dell'isolarsi nella propria desolazione, i plurali sono anche tanti colori. Di pelle. Phile Chionesu e Asia Coney
sono due attiviste di comunità di South Philadelphia ed è per merito loro
che il 25 ottobre rimarrà una data incancellabile per le donne nere d'America. Hanno marciato per le
strade della città più razzista degli States in almeno 700.000, poco meno del milione che era nelle
intenzioni delle organizzatrici e lì a Philadelphia hanno portato la loro verità con chiarezza e
senza
abbassarsi a slogan religiosi, questi purtroppo assai tipici di un altro tipo di marce, quelle degli uomini
bianchi e neri. I primi urtati dalla perdita del predominio assoluto di sesso e razza, i secondi in rincorsa
da imitazione del grande modello del padre padrone bianco. C'erano tante donne, arrivare da ogni
angolo d'America, ma poche dai nomi famosi e questo rende onore a una comunità che sa fare quello
che si propone senza gli specchietti per le allodole. Le rivendicazioni di base sono state migliore
istruzione e assistenza nei quartieri abitati da neri, aiuto concreto per le donne nere che escono di
prigione, miglioramenti nei livelli economici e solidarietà economica tra donne nere, nonché
l'affermazione orgogliosa di cittadinanza e auto-affermazione che per la prima volta, come da loro
stesse è stato sottolineato, parte da chi fin dall'arrivo in America come schiave è sempre rimasto
sull'ultimo scalino. Questo scalino è il massimo che tocchi a chi è non solo vittima di violenza
e
repressione di matrice bianca, ma anche di violenza e discriminazione della parte maschile della loro
comunità. Il doppio fardello non pare abbia tolto alle donne nere la voglia di vivere e cambiare e per
chi conosca i libri di scrittrici come Alice Walker e Tony Morrison non sarà difficile collegare la
gioiosità e serietà insieme di questa marcia con le descrizioni narrazioni delle vite delle donne
e degli
uomini neri nelle loro comunità, nelle lotte, nell'amare e nel morire, ma prima ancora nel credere in
qualcosa che non è metafisica ma umanità. La verità è semplice in fondo,
ma le montagne di menzogne e razzismo che la coprono non si lasciano
togliere facilmente. Fare sì che i predatori si sentano al sicuro e i predatori sono le ricche classi bianche,
comporta il mantenimento di quel sistema di privilegiati a scalare supportato da alibi comodi e falsi che
i mass media diffondono come certezze assolute e che permettono il crearsi delle "illusioni necessarie"
(1) adattandole ai vari contesti, siano questi contesti interni o esterni come i paesi delle altre due
Americhe Latina e Centrale. Illudere i popoli e illudere le comunità di colore, così come le donne,
i
poveri, i bambini (negli USA uno su cinque) che soffrono la fame, i disoccupati e i senzatetto, che ci
sia posto per tutti ma bisogna aspettare, bisogna lasciar fare ai politici (espressione dei diversi interessi
delle classi dominanti e burattini delle multinazionali), bisogna seguire gli appelli dei vari reverendi e
dei santoni dell'esoterismo e della new age che stanno sviando la giusta rabbia e il giusto amore (rabbia
per i padroni assassini e affamatori, amore per se stessi e per i propri simili) in rabbia contro se stessi
e amore in dio. I cambiamenti nel modo di vivere, di produrre, di relazionare sono banditi perché
portano alla
"coscientizzazione" (2) al "dialogo" "all'incontro". Questi sono i nemici da temere e chi diffonde simili
virus deve essere stanato e ucciso quando sia possibile, come in America Latina e Centrale e come i
movimenti antirazzisti o i Move, oppure silenziato quando parla in un campus universitario o tramite
i canali ancora aperti, ma per forza di cose alternativi e poco diffusi. Forse la marcia delle donne nere
darà fiato anche a quelle delle altre comunità di colore degli Stati Uniti e forse a qualcuna
verrà in
mente che in Messico altre donne di colore si sono da tempo messe in marcia con tutti i loro colori, con
tutte le loro ragioni e verità, con tanta forza e un passamontagna per poter continuare ad avere un volto,
visto che là sotto in Messico, e negli altri pezzi d'America, chi disobbedisce non viene solo uccisa o
violentata o torturata ma spesso anche "spersonalizzata" vetriolandole la faccia. I tanti colori
dell'America sono piano piano sempre meno divisi, sempre più in marcia verso se stessi ma ancora
lontani dal mettere fine al cumulo di menzogne e facili alibi che fino ad ora li hanno inghiottiti.
(1) termine ripreso da Noam Chomsky che qui estendo anche
a un altro contesto ma in linea con quanto da lui stesso,
anche nelle ultime analisi sociali e storiche, portato avanti. (2) queste
tre parole le intendo nello stesso modo in cui le intendeva e usava Paulo Freire in particolare nella
"pedagogia degli oppressi".
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