Rivista Anarchica Online
Malatesta a Napoli
di Paolo Finzi
Facciamo un salto indietro: da Napoli
a Tokyo. "Malatesta a Tokyo" è il titolo di un
articolo apparso su "A" 100 (maggio 1982). Misato Toda,
giapponese, docente all'Università delle Donne a Tokyo,
racconta del suo "incontro" con Malatesta in un giardino
della capitale nipponica. Era il 1972: Malatesta era morto da quasi
un quarantennio e l'incontro fu con un suo scritto, tradotto in
giapponese e pubblicato sotto forma di opuscolo.
Misato restò colpita da quello
scritto e decise di conoscere quell'anarchico italiano che scriveva
cose così interessanti. Scoprì così che era
morto. Decise comunque di approfondire la conoscenza del suo
pensiero, tramite i suoi scritti. E, a tal fine, si mise a studiare
la sua lingua, l'italiano.
Nel '76 Misato viene per la prima volta
in Italia: legge una comunicazione al Convegno internazionale di
studi su Bakunin, che si tiene a Venezia. Da allora ritorna più volte in
Italia. Ottiene una borsa di studio biennale, nell'ambito degli
scambi culturali italo-nipponici, presso l'Istituto di Storia del
Risorgimento e dell'Età Contemporanea della Facoltà di
Lettere dell'ateneo napoletano.
Il volume Errico Malatesta da
Mazzini a Bakunin, fresco di stampa per i tipi di Guida Editori
(Napoli 1988, pagg. 142, lire 28.000), è il risultato di un
biennio di appassionate e rigorose ricerche storiografiche.
Della vita politica di Malatesta
vengono presi in considerazione i primi passi, il primo periodo - dal
suo primo arresto (1868), all'età di quindici anni, fino alla
preparazione del congresso di Mirandola-Bologna della Federazione
Italiana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori
(gennaio-marzo 1873). La ricostruzione di Misato è molto
efficace, perché al costante e dettagliato riferimento a
molteplici fonti archivistiche e documentaristiche (come testimonia
l'imponente apparato di note, di taglio tipicamente "accademico")
si accompagnano la volontà e la tensione dell'autrice nel
"ricostruire" e nel trasmetterci la dimensione umana di
quegli avvenimenti.
È
la stessa Misato, nella sua prefazione, a spiegare che per quanto
riguarda il nostro metodo di ricostruzione del mondo di
Errico Malatesta, abbiamo voluto tenere in considerazione, nel
descrivere i fenomeni, il modo in cui Malatesta stesso
li vedeva e con gli occhi e con il sentimento. Perché
solo così, crediamo di poter
capire una vita complessa, senza pregiudizi o
parzialità. Errico Malatesta (1853-1932) -
scrive sempre Misato in apertura della stessa prefazione - aspirava a
realizzare, tramite l'umana volontà e l'amore, il mondo
dell'Umanità, in cui tutti potessero vivere in libertà,
nel senso sia politico che economico, sia culturale che spirituale, e
a questo dedicò tutta la sua vita; fu un anarchico
internazionalista, vissuto in un'epoca assai difficile e assai
drammatica. Con la sua grande carica di umanità,
con la finezza data dall'abitudine alla riflessione profonda,
"filosofica" sui grandi temi dell'esperienza umana, e
soprattutto con la sua forte simpatia (nell'accezione originaria del
termine di "comune sensibilità") con il pensiero di
Malatesta, Misato è andata ben oltre la pur significativa
ricostruzione di un periodo poco conosciuto della vita della figura
tutt'oggi centrale dell'anarchismo.
Ha saputo trasmetterci il nucleo del
messaggio malatestiano: il sentimento e l'aspirazione alla libertà.
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