Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 1
febbraio 1971


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Il bambino nel ghetto

Come la scuola "progressista" accentua le differenze di classe: testimonianza di una giovane maestra

"La mia mamma ha tanti mariti", afferma Simone con una punta di orgoglio nella voce. "La mia invece non ne ha", ribatte Cosimo. Questo è il benvenuto che ricevo entrando in II B, classe elementare differenziale.
Venti bambini mi stanno davanti ostili, niente affatto desiderosi di una nuova maestra. Dietro i loro occhi si nascondono problemi e drammi; sono qui davanti a me ed io non me la sento di ignorarli come hanno fatto le precedenti maestre.
I manuali mi hanno insegnato che con i bambini si familiarizza facilmente e perciò, sfoderando un sorriso incoraggiante, chiedo al bambino più vicino il suo nome. "A te cosa te ne frega? Pensa ai cazzi tuoi ", mi risponde. È meglio lasciare perdere le presentazioni e mettersi subito al lavoro, distribuendo fogli a profusione per splendidi disegni. Seduta sulla cattedra mi sorprendo a pensare alla vita di questi bambini, augurandomi che i miei "jeans" ed il mio fare amichevole, anticonvenzionale, non autoritario li addolcisca un po'.
Eccoli lì. Simone con tanti papà; Mauro con i vestiti più grandi di lui e con un grande complesso di inferiorità; Cosimo senza papà; Diego con le crisi epilettiche... Eccoli lì con le loro faccine da bambini tipicamente meridionali.
Quasi tutti sono siciliani o calabresi, che hanno già conosciuto altri paesi, perché i loro papà hanno fatto i minatori all'estero; che vivono in una sola stanza con una decina di altri bambini; che hanno lasciato il meridione insieme ai loro papà con la speranza di vivere un po' meglio. Eccoli tutti uniti che lottano per inserirsi in questa società che li ha respinti, che li ha classificati anormali, che ha avuto cura di separarli dagli altri con la promessa di reinserirli da grandi. Promessa che non sarà mantenuta, perché questa società di sfruttamento si basa sulla disuguaglianza, perché questa scuola al servizio della società deve perpetuare la disuguaglianza e non eliminarla.
Alle magistrali mi hanno insegnato che queste classi sono istituite per aiutare il recupero dei bambini "difficili", per seguirli con maggior cura e affetto.
Niente di più falso. La verità è che la metropoli relega gli immigrati nel ghetto dei quartieri miserabili e che la scuola relega i loro figli nel ghetto delle classi differenziali. La verità è che in questi ghetti i piccoli "difficili" ammucchiati assieme, separati dai "normali", accentuano le loro nevrosi, approfondiscono il distacco dagli "altri". La verità è che in queste classi le maestre diventano sorveglianti, carceriere, e finiscono con il dare agli scolari una preparazione inferiore alla normale in un numero di anni superiore alla norma.
Queste classi sono cioè non solo socialmente, ma anche di tatticamente controproducenti.
Un alunno che frequenta tali classi, per compiere i primi due cicli di scuola elementare (5 anni), ci mette da sette a dieci anni. Alcuni si trovano a quattordici anni ancora in terza o in quarta e finito l'anno scolastico lasciano la scuola e vanno a lavorare non solo impreparati ma per di più frustrati.
Uno dei miei alunni lavora già come garzone di panettiere a tremilacinquecento lire la settimana, svegliandosi prestissimo al mattino per poi dormire a scuola. E poi li considerano anormali, difficili!
Salvatore ha fatto un disegno: una maestra con la frusta in mano. A titolo informativo mi dice: "Questa e la mia maestra di prima, è una brutta puttana: non mi ha voluto ed un giorno mi ha messo in questa classe".
Adesso comincio a capire perché mi hanno accolto male e perché non hanno fiducia nella maestra. Quando un bambino come Salvatore inizia la scuola si affeziona ad una maestra anche se è un "bambino difficile". Poi scopre che la maestra, non lo vuole, lo trascura e infine lo trasferisce in un'altra classe, con un'altra maestra. Salvatore si sente escluso, rifiutato, si sente "speciale".
La scuola riproduce il volto ingiusto della società in cui viviamo. Ebbene, spero almeno che Salvatore mantenga intatta la sua carica di ribellione, che diventi un adulto "difficile", un proletario "difficile" che sappia indirizzare la sua rabbia contro i padroni e contro lo Stato.

lettera della giovane maestra Bianca F.

CHE COSA SONO LE CLASSI DIFFERENZIALI

Le classi differenziali sono dei ghetti scolastici in cui si cacciano i bambini "difficili", cioè i bambini nevrotizzati dall'ambiente in cui vivono, i bambini spaesati, i bambini ribelli.
L'80-90% degli alunni delle classi differenziali delle grandi città del Nord è costituito da figli di immigrati meridionali, molti dei quali hanno già "tentato fortuna" all'estero quindi degli "sradicati" che in pochi anni di vita hanno dovuto più volte cambiare abitudini, lingua, paese, scuola...
Tutti questi bambini provengono da famiglie povere o poverissime. Le loro case sono spesso delle tane sovraffollate; molti di loro vivono in una sola camera con sette od otto altre persone.
Questi alunni "difficili" che dovrebbero essere una esigua minoranza, una eccezione, stanno in realtà aumentando a vista d'occhio. Nella sola Milano ve ne sono migliaia: ogni scuola elementare ha in media due classi differenziali.*
Le classi differenziali anziché aiutare i bambini "difficili", ne ostacolano e ritardano il normale sviluppo psichico: il risultato è che i bambini ci mettono dai sette ai dieci anni per fare le cinque elementari. L'iter scolastico del "differenziale" è non solo più lungo, ma fornisce anche una istruzione qualitativamente e quantitativamente inferiore.
Dunque l'istituzione delle classi differenziali che dovrebbe servire, secondo le teorie dei "pedagoghi progressisti", a far recuperare agli alunni difficili lo svantaggio che hanno nei confronti dei normali, in realtà aggrava il loro distacco e lo rende ancor più traumatizzante.

(*) Da una recente indagine del CRPE risulta che dal '64 al '68 il numero delle classi differenziali elementari è salito, in Lombardia, da 106 a 473 (di cui 194 in provincia di Milano), con un incremento di oltre il 400%.