Rivista Anarchica Online
Intervista a Radio Klara
di Redazione di I.R.L.
Come vi è venuta l'idea di creare una radio libera? L'idea è stata molto spontanea: eravamo un gruppo di persone uscite dalla C.N.T. ed avevamo appena
organizzato una settimana culturale a Valencia (la prima settimana culturale della C.N.T.); ci siamo
quindi chiesti cos'altro avremmo potuto fare e qualcuno ha proposto di creare una radio pirata, una
radio libera. Non avevamo alcuna idea di cosa fosse, semplicemente avevamo sentito parlare di Onda
Lliure in Catalogna, delle radio libere italiane, di Radio Libertaire. Così abbiamo cominciato a lavorare. Come valuti il fatto di essere usciti dalla semplice militanza sindacale e di aver scelto di operare in
un campo culturale? Ci pensavamo già quando facevamo parte di un gruppo specifico della C.N.T.: abbiamo organizzato
la settimana culturale perché convinti che bisognasse agire su questo piano. In seguito abbiamo voluto
continuare e abbiamo pensato a una radio libera come parte culturale della nostra militanza. Questo significa che vi eravate resi conto dell'insufficienza del lavoro puramente sindacale? Certo: insufficienza del lavoro operaio, limitato all'interno delle fabbriche. Quanti siete nel vostro gruppo? All'inizio eravamo circa una decina. E come avete risolto il problema finanziario? Noi non avevamo un soldo. Come se non bastasse, eravamo indebitati per un milione di pesetas (oltre
dieci milioni di lire) in seguito al passivo accumulato con la settimana culturale. Abbiamo dovuto
coprire questo milione facendo lotterie, vendendo buoni di sostegno; inoltre molti di noi hanno dato
fino a 100.000 pesetas a titolo personale, e malgrado tutto ciò credo che non siamo ancora riusciti a
coprire completamente la somma. Dunque abbiamo cominciato con dei debiti, ma questo non ci ha
impedito di lanciarci nella radio. Quali sono gli obiettivi di Radio Klara? Credo che tutto il collettivo sia d'accordo su una cosa: Radio Klara non è un fine, ma un mezzo. Quindi
gli obiettivi sono chiari: innanzi tutto, visto che si tratta di una radio libertaria, dare la parola
all'espressione libertaria. Ma non solo: vogliamo dare la parola anche a chi non l'ha, come i gruppi
cosiddetti «alternativi» o marginali (obiettori, femministe, ecologisti, ecc.), cioè a quelle persone che
normalmente non hanno accesso alla radio. Tutto questo per fare del proselitismo? Credi che ciò possa avere qualche effetto sugli ascoltatori? Credo che la volontà di fare del proselitismo sia comune a tutti, e noi, in quanto radio libertaria,
saremmo sciocchi se non ci provassimo. Radio 3, Antenna 3, Las Provincias o El Pais (media locali
o nazionali) fanno del proselitismo. Credo che ogni mass-media cerchi di comunicare determinate idee
e noi non facciamo eccezione. Ora, quale valutazione ne diamo? Tutto sommato buona: questi due anni
di funzionamento sono stati positivi. Molte persone hanno imparato o hanno potuto conoscere cose che
altrimenti mai avrebbero potuto sentire. Tutti i mezzi sono positivi, dal volantino alla radio, e una
televisione a colori in questo senso sarebbe ancora più positiva. Qual è la audience di Radio Klara a Valencia e che posto occupa tra gli altri media locali o nazionali? Non conosciamo esattamente l'ampiezza della fascia d'ascolto. Possiamo solo dire che, rispetto ai
nostri deboli mezzi tecnici, la audience è relativamente e qualitativamente importante. Ovviamente,
se paragonata a quella di Radio 3 (nazionale, di stato) od anche ad una radio commerciale locale, la
nostra è minore: ma loro hanno una portata di molte centinaia di chilometri, mentre noi non
raggiungiamo neppure 10 chilometri. E sul piano della differenza qualitativa, ideologica, dell'originalità? Essere una radio libera significa ovviamente che tutti i nostri programmi sono diversi da quelli
delle radio ufficiali. Se infatti è vero che in materia di radio «tutto è già stato inventato», questo
vale per gli aspetti tecnici e formali, non per i contenuti. Esistono molte altre radio libere in Spagna? Qual è la loro mappa? Le radio catalane come «Onda Lliure» sono state le pioniere: là sono state sempre tollerate. Dopo Onda Lliure la più importante radio libera della Spagna - senza voler essere presuntuosi - è Radio
Klara, che ha dato il via alla seconda ondata di radio libere. Se infatti le radio catalane già
funzionavano tranquillamente sul loro territorio, ma senza alcuna eco nel resto del paese, senza che
se ne parlasse e senza aver avuto alcun problema legale, è solo a partire da Radio Klara che si è
sviluppata una forte diffusione di radio libere in Spagna. Puoi raccontarci la nascita di Radio Klara e i problemi che avete avuto? Radio Klara ha cominciato a trasmettere in una cucina la notte del 26 marzo 1982. C'era un
temporale e noi, installando l'antenna, avevamo una gran fifa dei fulmini. All'inizio trasmettevamo
ogni due giorni circa, utilizzando gli appartamenti dei compagni e cambiando luogo ogni volta. Era
una follia: noi credevamo infatti che ci volesse del tempo per localizzarci. Quando invece abbiamo
saputo che, se volevano, potevano farlo in meno di cinque minuti, abbiamo pensato di trasmettere
da un posto fisso. Allora abbiamo cercato un appartamento: il primo l'abbiamo dovuto lasciare perché una vicina ci
minacciava a causa delle interferenze col suo televisore. In seguito ci trasferimmo nella sede della
C.N.T., ma dovemmo abbandonarla in seguito a polemiche interne, e proprio uscendo di là siamo
incappati in un controllo di polizia che cercava un commando del GRAPO: abbiamo passato la
notte al commissariato e ci hanno confiscato il materiale. Era la prima volta che sequestravano
Radio Klara e non hanno avuto bisogno di venirci a cercare, siamo finiti da soli in bocca a lupo.
Abbiamo poi avuto un altro luogo temporaneo di trasmissione e poco dopo abbiamo trovato i locali
attuali, che appartengono a un sindacato di pensionati della C.N.T.. Complessivamente questa
prima fase è durata due o tre mesi: le trasmissioni erano improvvisate con i compagni presenti, si
trasmetteva un'ora o due molto tardi la notte, con scarsi risultati e nessuna organizzazione. Poi c'è stato un nuovo intervento poliziesco .... Sì, un giorno la Guardia Civil è arrivata ed ha messo dei sigilli all'emittente. In seguito il
governatore civile (il prefetto, del PSOE) ci ha detto che non li aveva mandati lui, che le forze
dell'ordine compiono il loro dovere contro chi è illegale senza aver bisogno di suoi ordini, e dopo
trattative faticosissime ci ha lasciato trasmettere nuovamente. Il fatto di aver mobilitato, a partire
dalla stessa notte dell'intervento, tutta la stampa, è stato decisivo poiché l'opinione della stampa è la
cosa che maggiormente preoccupa il PSOE. Anche se bisogna riconoscere che la stampa a sua volta
ha utilizzato il nostro caso per altri interessi: rivendicazioni di televisioni private, ecc.. Radio Klara
è oggi dunque una radio tollerata. Spiegaci la legislazione spagnola in materia e quali sono i possibili sviluppi futuri. Le radio libere non sono previste nella legislazione attuale ma, da conversazioni avute con le
«autorità», sappiamo che con la prossima legislazione le riconosceranno (quantomeno è quello che
dicono). Per il momento ci è stata promessa una tolleranza completa e un futuro riconoscimento
come radio libera. Ma nel frattempo continuano a chiudere altre radio libere in Spagna ... Certo. Le autorità tollerano quelle che hanno già acquisito una certa forza, che hanno posto loro dei
problemi e per le quali non hanno altre soluzioni, ma cercano di limitare al massimo il fenomeno.
Meno ce ne sono, meglio è, e le piccole che nascono e non hanno ancora molta forza vengono
chiuse. Quale forma pensi assumerà il vostro riconoscimento? Cosa rivendicate voi in questo contesto? Ovviamente vogliamo restare una radio libera ed avere almeno le stesse possibilità di una radio
commerciale: vale a dire che se le radio commerciali emettono con 1000 W, noi vogliamo la stessa
cosa, e vogliamo una banda precisa per noi. Non vogliamo limitarci e non vogliamo le briciole: ci
batteremo in questo senso e il risultato dipenderà dalla nostra capacità di lotta. Come funziona attualmente Radio Klara? C'è un collettivo libertario e ci sono dei collaboratori. La radio è autogestita nel senso che noi la
facciamo, noi la finanziamo, noi la realizziamo completamente. I collaboratori non partecipano alle
decisioni importanti sulla linea ideologica, perché su questo vogliamo mantenere il controllo: ma
per il resto essi partecipano alla programmazione, ecc. Questo significa che all'inizio era una radio del movimento libertario ma che in seguito avete
raccolto persone che non sono esattamente libertarie. Sì, è vero: noi siamo una radio libera e libertaria. In quanto radio libera può entrare chi vuole a
esprimersi, salvo ovviamente i fascisti o i seguaci di Lister (leader staliniano che represse gli
anarchici durante la rivoluzione del 1936) ad esempio. Non i fascisti, perché non siamo così stupidi
ed essi hanno tutti i mezzi di espressione. Non saremo certo noi a dare voce a quelli che sono
contro le idee libertarie: che si facciano la loro radio! E poi siamo una radio libertaria perché
crediamo che il libertarismo sia la più alta espressione della libertà. Non c'è contraddizione tra
essere libera e libertaria: è un potenziamento del termine «libera», quindi noi siamo liberi al
massimo. Come pensi continuerà la radio sul piano di questa differenza tra collettivo e collaboratori? Come
un collaboratore può entrare a far parte del collettivo? Pensiamo che continuerà a esistere un collettivo come l'attuale o più allargato, e continueranno ad
esserci persone che si chiamano collaboratori. Per entrare nel collettivo basta semplicemente che un
suo membro proponga qualcuno e che i 3/4 del collettivo siano d'accordo. Ovviamente si
propongono persone che sono più o meno libertarie o il cui impegno per le idee libertarie è
evidente. Tutto questo ha lo scopo di far sì che i membri del collettivo siano libertari. Evidentemente. Noi non vogliamo che la radio cada in un'altra ideologia o filosofia, né marxista, né
fascista, né socialdemocratica: noi vogliamo che resti libertaria. Ma certo non domandiamo attestati
o certificati di battesimo: semplicemente vediamo come sono le persone. La persona che viene
proposta ha lavorato a Radio Klara come collaboratore per un periodo di tempo, quindi lo si
conosce, si sa che tipo di programma conduce, e normalmente chi avanza la proposta lo fa in modo
responsabile. Un giorno sarà possibile a non-libertari entrare nel collettivo? Non possiamo conoscere il futuro, ma crediamo di no. Si tratta di una radio libera e libertaria e
perché essa possa continuare ad esserlo è necessario un colletivo molto omogeneo. Per quante ore trasmette? Trasmettiamo tutti i giorni dalle 20 all'una di notte come minimo. Stiamo cercando di ampliare
l'orario. Inoltre tutte le mattine trasmettiamo per un'ora per chi va al lavoro e durante il fine
settimana trasmettiamo mattina e sera. Complessivamente superiamo le 50 ore settimanali.
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