Rivista Anarchica Online
Controcuore
di Andrea Papi
Per una
gioventù senza cuore, di Marcello Bernardi, Edizioni Stamperia
della Frontiera (6831 Caneggio, Svizzera), 1984, pagg. 95, lire
9.000.
Una novantina di
pagine, agilmente scritte col cuore e col cervello, nel tentativo, a
nostro avviso ben riuscito, di distruggere la retorica della
mediocrità sentimentale che, a più di un secolo di distanza,
continua enfaticamente ad aleggiare attorno alle pagine del libro
CUORE, ultimamente proposto anche dalle immagini della TV. Come
annota lo stesso Bernardi nella prefazione: "La guida ai valori
intramontabili compilata dal De Amicis sembra a sua volta
intramontabile. Mi pare che questa sia una buona ragione per
riprenderla in mano e pensarci un po' su". L'autore, convinto
che quelli che viviamo siano tempi particolarmente difficili, forse
un po' peggio di quelli passati, chiarisce però subito che non
ritiene si debba incolpare di tale peggioramento il "tramonto dei
valori", come da più parti si usa dire. Coerente con questa
ipotesi, analizza perciò in un excursus particolarmente incisivo, la
carrellata dei "Valori" che staremmo perdendo, presi per
l'appunto e con notevole acume da quelli riproposti di generazione in
generazione dall'"intramontabile" libro CUORE. Ne esce fuori
un'immagine desolante e squallida di un mondo artificialmente
mediocre, privo di fantasia, di amore, di passione. Così abbiamo degli
adulti tutti degni della massima fiducia: operai, genitori, maestri,
dirigenti e funzionari, tutte ottime persone, dalle quali non ci si
può aspettare altro che bene e generosità. Genitori e insegnanti in
particolar modo ammirevoli, "anzi eccellenti", sia che si tratti
di uomini che di donne. Di riflesso i ragazzi e i bambini sono nella
maggior parte dei casi buoni e ammirevoli. Quando non lo sono, per
una ragione difficilmente comprensibile, deviano dal retto cammino
indicato dall'esempio illuminante degli adulti e dei loro superiori.
Anzi, nelle marachelle, i genitori e gli adulti in genere non
c'entrano proprio, è solo e soltanto colpa dei ragazzi che hanno
ancora molte cose da imparare. Così pure è delle
donne, rappresentate sempre come madri lodevoli, dedite
esclusivamente al sentimento materno, unico compito che i Valori
affidano loro. Gli uomini invece, siano padri, maestri o superiori di
qualsiasi tipo, devono tramettere il senso del dovere, trasmettitori,
come dice giustamente Bernardi, di uno "spirito caporalesco".
Nulla nel CUORE si fa per piacere o per volontà individuale propria.
Il Valore supremo è l'obbedienza e la dedizione all'autorità in
quanto tale. Su questo punto c'è una distinzione netta e chiara tra
ciò che è buono e ciò che è cattivo. "I buoni sono quelli che
si schierano dalla parte dei Superiori, della Disciplina, della
Patria, della Scuola, e soprattutto dell'Obbedienza; i cattivi sono
quelli che pretendono di fare di testa loro, che amano la Scuola, che
disobbediscono ai Superiori e che vengono da un'altra Patria, a sua
volta cattiva". A questo punto è
chiaro perché il libro del De Amicis continua ad essere riproposto
come portatore di Valori intramontabili. Anche se puzza di
ottocentismo in ogni sua parte, è portatore di un modello di
comportamento verso l'Autorità e il Potere che sono intramontabili
per tutti i poteri indistintamente, almeno quelli fino ad oggi
manifestatisi. Bernardi
intelligentemente (e apparentemente) non prende posizione, come
risulta dal finale: "Non voglio rispondere io, convinto idealista
antibottiniano. Le mie risposte avrebbero un valore settario e quindi
non molto convincente. Ognuno, se crede, risponda per conto suo". Ma la chiave di
lettura da lui stesso offerta non dà tregua alcuna al modello di
servo proposto come cittadino e uomo modello e non può che indurre
il lettore a un rifiuto dei Valori, riproposti come intramontabili.
Ne risulta chiaro che l'uomo autentico, in qualsiasi senso lo si
voglia intendere, non fa parte del libro CUORE.
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