Rivista Anarchica Online
Parigi
di Domenico Pucciarelli
Nel variegato
panorama del movimento libertario in Francia, una presenza
tradizionale è quella della Federation Anarchiste. Soprattutto a
Parigi, la F.A. si caratterizza per un intenso impegno sul terreno
dell'editoria, della propaganda e della comunicazione in genere.
Fanno capo alla F.A., tra l'altro, il settimanale Le monde
libertaire, i periodici Magazine libertaire e La rue,
l'emittente Radio libertarie ed altre iniziative ancora. Il
cuore della F.A. e delle sue "relazioni pubbliche" è
costituito dalla libreria "Publico". La nostra
attenzione si appunta sulla radio e sulla libreria. Pubblichiamo
infatti in queste pagine (nella traduzione di Aurora Failla e Paolo
Finzi) il testo delle interviste che Domenico "Mimmo"
Pucciarelli, redattore della rivista IRL (edita a Lione), ha
realizzato recentemente a Parigi con due animatori delle rispettive
iniziative. Particolarmente significativa ci pare l'esperienza della
radio, sia per l'impatto esterno che ha avuto, sia per l'influenza
positiva che ha finito con l'esercitare - almeno in parte - sulla
stessa F.A., determinandone una maggiore attenzione ed apertura verso
altri raggruppamenti libertari di vario orientamento.
Anarchia
sull'onda
Come e quando è
iniziata l'avventura di radio Libertaire?
Prima che la
sinistra salisse al potere (maggio '81) esisteva in Francia un
movimento molto importante per liberare le onde dal monopolio statale
e i libertari ne erano parte integrante. Ovunque vi erano radio
libere ed i libertari vi partecipavano attivamente come, per esempio,
a Parigi dove militanti della Federazione anarchica animavano due
radio, una nella periferia sud, Radio Alarme (a Ris-Orangis) e
l'altra a Tolone, Radio Trottoir. Le radio vennero messe sotto
sequestro dalla polizia ed i compagni incolpati di violazione del
monopolio delle onde. Con la sinistra al potere vi è stata la
liberazione delle onde e molte radio sono nate: tra l'altro, nel
settembre '81, Radio Libertaire.
Quali sono stati
i problemi giuridici ai quali avete dovuto far fronte?
Quando venne
stabilita la libertà di trasmissione per le radio, non esisteva
nessuna regolamentazione o legge. Così nel settembre '81 solo a
Parigi c'erano 150 radio e, dato che trasmettevano su varie lunghezze
d'onda sovrapponendosi l'una sull'altra, il risultato era una grande
confusione. I nostri problemi iniziarono quando per qualche giorno le
trasmissioni vennero "coperte" e continuarono poi quando il
governo dettò una lista di radio che sarebbero dovute rientrare
nella regolamentazione. Radio Libertaire non vi figurava, nonostante
(secondo un sondaggio eseguito su un vasto campionario) risultasse
tra le radio più ascoltate nella regione parigina. In conseguenza di
questa esclusione vi fu la prima apparizione di Radio Libertaire
nelle strade, dato che organizzammo, in piena estate, una
manifestazione in macchina, in bicicletta e a piedi. Abbiamo
continuato la mobilitazione fino all'estate dell'83, quando George
Filliou ha regolamentato le FM. L'ultima settimana del mese di agosto
22 radio vennero messe sotto sequestro, a volte in modo molto
violento come nel caso di Radio Libertaire (il 3 settembre '83). In seguito a questo
organizzammo una manifestazione che vide la presenza di 5.000
persone, il che per una manifestazione anarchica è indubbiamente un
gran successo. Da allora abbiamo continuato a trasmettere: di fatto
il rapporto di forza che si era venuto a creare nella strada ci ha
garantiti rispetto a nuovi divieti. Giuridicamente continuavamo ad
essere illegali. Fu solo molto tempo dopo e grazie al fatto che le
nostre lotte vennero appoggiate e sostenute da parte dell'opinione
pubblica, da sindacati, organizzazioni libertarie, organizzazioni
umanitarie come La Lega per i Diritti dell'Uomo e il Libero Pensiero,
che potemmo farci assegnare una frequenza.
Radio Libertaire
si definisce innanzitutto come la radio della Federazione Anarchica.
Quali sono i legami tra le due strutture?
Radio Libertaire è
legata direttamente alla Federazione Anarchica in quanto è stato in
seno ad un Congresso della federazione che venne decisa la creazione
della radio (pentecoste 1981). La Radio è quindi legata alla
Federazione allo stesso modo di "Le monde Libertaire". Per
questo motivo ogni anno, durante il congresso, vengono nominati per
la radio 4 segretari con compiti diversi: segretario, tesoriere,
programmatore e tecnico.
Come organizzate
i programmi e il finanziamento?
La radio si
autofinanzia e, naturalmente, non facciamo pubblicità. Vendiamo
adesivi, bottoni, volantini, poster, carte di ascolto, buoni per
sottoscrizioni ed organizziamo spessissimo dei galà. Queste sono le
nostre fonti di finanziamento. Quando non ci saranno più soldi la
radio dovrà morire, perché ciò significherà che i nostri
ascoltatori non ne riterranno più interessante ed importante
l'esistenza. Un compagno
nominato dal congresso si occupa della programmazione, supervisione e
gestione della griglia della radio. Inoltre riceve e cura i rapporti
con gli invitati, divide in parte questo compito con gli animatori,
in quanto ogni equipe ha la sua autonomia nella realizzazione dei
programmi.
Ci sono persone
che lavorano quotidianamente e quanti sono coloro che lavorano
direttamente per la radio?
Il numero dei
collaboratori fluttua tra i 100 e 150, non vi sono persone a tempo
pieno e tra i collaboratori vi sono dei militanti della federazione,
ma anche molte persone che sono solo simpatizzanti del movimento
libertario.
In qualità di
militante della federazione pensi che la radio abbia apportato
qualcosa di nuovo alla federazione o no?
Sicuramente la
radio è un'altra cosa rispetto ai giornali, ai volantini o ai
manifesti, essendo più duttile come strumento. Si può veramente
dialogare e ciò ha di sicuro arricchito la federazione ed il
movimento libertario in generale. Quando la radio ha iniziato le
trasmissioni siamo stati i primi a stupirci del fatto che un
sondaggio ci accreditava un tasso di ascolto molto elevato, più di
100.000 persone. L'ultimo sondaggio, di circa 4 mesi fa, ci
attribuiva un ascolto di 50.000 persone. Bisogna segnalare che
nonostante abbiamo avuto una deroga sussistono problemi di disturbo,
per esempio in alcuni quartieri e in parte della periferia non ci
ricevono più. È
molto importante essere a contatto con migliaia di persone, grazie a
questo siamo riusciti a far penetrare le nostre idee e a farci
conoscere negli ambiti più disparati. Lo notiamo anche in libreria:
i frequentatori o anche solo i curiosi sono sia quadri che operai,
studenti, persone giovanissime o pensionati. Finalmente, per la prima
volta, riusciamo a far sentire la nostra voce al di là dei soli
militanti.
Radio Libertaire
e la federazione sono riusciti, per mezzo della radio, a stabilire
nuovi contatti con altri gruppi?
Va da sé che non
siamo d'accordo con un certo numero di organizzazioni, ma di sicuro
siamo riusciti a stabilire contatti con numerose organizzazioni che
curano dei programmi alla radio, anche se le loro idee non sono molto
vicine alle nostre, per esempio il Libero Pensiero, la Lega dei
Diritti dell'Uomo, l'Unione Razionalista, ecc...
Che ne è
dell'aspetto culturale?
È molto importante per la radio. Abbiamo molti rapporti con
gente che finora ignoravamo, nell'ambito scientifico, Per esempio,
abbiamo rapporti amichevoli con Jacques Laborit e molti altri. Per
ciò che concerne l'ambito artistico abbiamo approfondito i molti
legami con gente di teatro, cantanti, ecc., che già avevamo in
precedenza.
Radio Libertaire
fa parte di una federazione di radio libere?
No, perché ci
siamo resi conto, prima della legalizzazione delle radio libere, di
alcuni compromessi tra questa federazione e l'alta autorità
(commissione incaricata dal governo per autorizzare la deroga alle
radio libere che ne avessero fatto richiesta). Noi abbiamo sempre
preservato la nostra identità.
Avete comunque
contatti con altre radio "libere"?
Molto pochi, dato
che quando si ascoltano le FM parigine ci si può rendere conto che
ci sono pochissime radio che propongono qualcosa di nuovo. Con
alcune, comunque, siamo in rapporti amichevoli.
Esistono in
Francia altre radio libertarie?
Penso di no.
Sicuramente, però, vi sono radio nelle quali gli anarchici sono
animatori di vari programmi. In quasi tutte le città vi sono radio
che accolgono i libertari. Abbiamo pochi rapporti con gruppi ed
individui, sappiamo però che molti ci hanno richiesto cassette
ecc...
Avete problemi a
mandare avanti la radio?
I problemi sono
molteplici. Da una parte il fatto che la ricezione è difficoltosa da
alcuni quartieri e dalla periferia (molti ascoltatori ci telefonano
lamentandosi perché da molto tempo non riescono ad ascoltarci),
inoltre un grosso problema è quello di riuscire a gestire ore ed ore
di trasmissione per tutto l'anno. Spesso, a causa del fluttuare del
numero dei collaboratori, è difficile mantenere i programmi. Ogni
ora di trasmissione è frutto di un lavoro e quando i compagni sono
ammalati o assenti diventa un vero problema.
Perché, se alla
libreria ci sono persone a tempo pieno, ciò non può accadere anche
per la radio? È per
motivi di ordine economico o politico?
Se un giorno
dovessero esserci dei "permanent" sarebbe come per la
Federazione (abbiamo dei permanent per la tipografia e la libreria,
dei compagni cioè che svolgono mansioni puramente tecniche e non
politiche). Se potessimo avere dei permanent tecnici alla radio
sarebbe una buona cosa: potrebbero metter su i dischi, rispondere al
telefono, preparare le trasmissioni e solleverebbero così i
militanti, ma non per tenere dei discorsi, ciò sarebbe contrario al
nostro tipo di funzionamento ed alle nostre idee... Attualmente penso
che sia soprattutto un problema economico.
Quali sono le
trasmissioni più ascoltate?
Penso che vi sia un
pubblico specifico per ogni trasmissione: sindacalisti o specialisti
del rock. A parte la trasmissione settimanale "l'invitato del
giorno" nel quale ogni volta c'è un invitato diverso e che
viene fatta in un'ora di ascolto importante (la sera) e quindi è
seguita da un maggior numero di persone, anche trasmissioni come
"prigioni" sono molto ascoltate.
Di cosa ti occupi
tu?
Preparo una
trasmissione tutte le mattine dedicata all'analisi della stampa e
delle notizie. Le trasmissioni iniziano alle 8 di mattina e terminano
alle 22 quando lo spazio è ceduto a Radio Pays, con la quale
dividiamo la frequenza. In genere riceviamo moltissime telefonate ma,
soprattutto per alcune trasmissioni facciamo il collegamento in
diretta. In questo modo esiste veramente una partecipazione diretta
degli ascoltatori che sono poi coloro che fanno vivere la radio.
Tutte le settimane inoltre organizziamo una riunione con gli
animatori dei diversi programmi per discutere dei problemi presenti e
futuri.
Per chiudere,
quali sono i vostri progetti a breve e a lungo termine?
Benché possa
sembrare semplicistico, i nostri progetti a lunga come a breve
scadenza sono di continuare, cercando di accrescere la nostra rete di
ascolto. Inoltre se le nostre proposte, i nostri discorsi saranno
concreti e arriveranno ad influenzare i nostri ascoltatori, essi
resteranno e l'audience si accrescerà. Ciò che ci interessa
maggiormente, in quanto militanti libertari, non è solo di
accrescere l'audience, bensì di rafforzare il movimento libertario,
di poter utilizzare la radio nelle lotte nelle quali siamo chiamati
ad intervenire o in quelle lanciate da noi stessi. Attualmente stiamo
assistendo in Francia, a Parigi, alla nascita di un certo ambiente
libertario: vi è una radio, una federazione e in diversi ambiti
esiste un interesse per le nostre idee e penso che nel tempo questo
sarà molto positivo.
Avete pensato
alla televisione?
Purtroppo per la
televisione esistono barriere economiche insormontabili...
145 Rue Amelot nonsololibri
Al 145 di Rue
Amelot a Parigi, c'è la libreria "Publico". A gestirla -
come per Radio Libertaire - è la Federazione Anarchica (F.A.). Ne parliamo un
po' con Maurice, l'altro "permanent" della libreria.
Innanzitutto ci tiene a sottolineare che la libreria ha sempre
funzionato bene, ma che le cose vanno ancor meglio da quando esiste
la radio: sono giunti nuovi simpatizzanti e tanta gente che spesso
non sapeva proprio niente dell'anarchismo. Molti se ne sono poi
andati con opuscoli, libri o dischi (è, questo dei dischi, un
settore molto importante).
Chiedo a Maurice
se, a suo avviso, Radio Libertaire spinga la gente ad interessarsi
alle idee libertarie.
Con la radio si
possono raggiungere molte più persone di quel che si può fare con
il settimanale "Le monde libertaire". E molti, in effetti,
non hanno mai nemmeno sentito nominare il giornale. E anche se il
giornale è in vendita nelle edicole, è chiaro che è molto più
facile sintonizzarsi su di una stazione radio che fare il passo
dell'acquisto in edicola di un giornale. È
proprio ascoltando Radio Libertaire che molta gente è venuta
a conoscenza dell'esistenza della libreria e della possibilità di
incontrarvi gli anarchici. Di gente ne è
passata di tutti i tipi. In genere chi viene resta favorevolmente
impressionato dai locali e dalla gente che trova. La maggior parte
della gente si aspetta di trovare dei locali sporchi e polverosi.
In genere, poi,
la gente ritorna, si rifà viva?
Non molto. Ma
almeno un terzo è ritornato regolarmente. Gli altri, perlopiù,
tornano a comprare dei dischi: tieni presente che qui si trova
moltissimo materiale autoprodotto, che non viene distribuito tramite
i canali ufficiali. Ci sono poi gruppi
della F.A. che hanno beneficiato della venuta di nuovi simpatizzanti,
anche se in genere sono rimasti allo stadio di simpatizzanti, senza
divenire militanti della Federazione o dei gruppi. Per esempio nella
mia zona, nel gruppo sono entrati tre nuovi compagni, che sono
arrivati non tramite la lettura dei manifesti o del giornale, come
succedeva in passato e in piccola misura ancora succede oggi, ma
semplicemente ascoltando Radio Libertaire. Purtroppo non
riusciamo a "trattenere" questi simpatizzanti né nella
F.A. né nei gruppi, dal momento che si sa che cosa fare giorno dopo
giorno, ma non ci sono delle proposte precise per una trasformazione
sociale a breve termine. Ci sono dei grandi principi (autogestione,
federalismo, ecc.), ma quando arrivano delle persone, in particolare
se di una certa età (con i giovani è diverso: sono spinti dalla
volontà di rivolta), ci domandano un programma: come si fa a
cambiare questa società? E noi non abbiamo delle risposte precise.
Come funziona la
libreria?
Publico è al
contempo la libreria della F.A. e la sua sede sociale. La libreria si
caratterizza come militante, perché vi si trovano opere
principalmente sull'anarchismo (*) e sul movimento operaio, ma ci
sono anche materiali su fumetti, prigioni, psicanalisi, ecc...
Accanto a ciò, c'è il lavoro connesso con la natura di sede della
Federazione: tutti i contatti fanno capo qui, dopodiché vanno
smistati ai diversi segretariati e ai diversi gruppi. È
da qui che passano i pacchi dei manifesti per i gruppi. Da un anno,
poi, cerchiamo tra l'altro di aprirci all'esterno, affrontando ogni
mese un tema o un autore, in modo da raggiungere un pubblico più
largo di quello militante. L'obiettivo è quello di far diventare la
libreria un punto d'incontro e di dibattito, con un versante
culturale in grado di rispondere alla domanda sempre più pressante
in questo senso. Questo è ciò che facciamo e questi sono anche i
nostri propositi. Per il futuro ci
proponiamo di sviluppare le iniziative, nel settore dei libri, dei
dischi, delle mostre facendone anche due al mese.
(trad.
di Aurora Failla e Paolo Finzi)
(*) Certo, ma
per quel che riguarda le riviste, per esempio, non abbiamo trovato i
periodici di altre organizzazioni che rappresentano i diversi aspetti
del movimento libertario (n.d.a.).
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