Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Iztok
("oriente", in russo) è il titolo di una pubblicazione edita
a Parigi, che noi seguiamo con particolare attenzione fin dalla sua
nascita: in questa rubrica abbiamo già avuto modo di segnalarne
molti numeri. Questa volta presentiamo il n. 11, datato "settembre
'85". Eccone l'indice: la terza puntata del dossier sul
surrealismo all'Est (questa volta: la Romania); Cuba: chi ha paura
della letteratura? (un romanziere cubano a bordo di un gommone sulla
Corrente del Golfo); Ungheria: l'an-archia secondo Bibò; Bulgaria:
letteratura impegnata?; Questione nazionale: il folklore e lo
Stato-nazione (di Nicolas Trifon); e poi resoconti, recensioni,
notizie (ampio spazio alla dissidenza iugoslava). Come si vede, come
sempre, questa "rivista libertaria sui Paesi dell'Est"
(così si legge nel sottotitolo) è ricca e stimolante. Il pezzo sul quale
desideriamo fermare l'attenzione è però l'editoriale, che indica
tre linee di rinnovamento e di sviluppo che la redazione ha deciso di
seguire - e che già trovano, in parte, riscontro in questo n. 11.
Spinti dal numero crescente di articoli e d'informazioni a loro
disposizione, dalla necessità di migliorare il prodotto-rivista ed
anche dal rafforzamento numerico e qualitativo del collettivo
redazionale, i redattori di Iztok annunciano l'adozione della
fotocomposizione, il passaggio ad una periodicità trimestrale (ogni
anno 3 numeri del tipo consueto ed uno - quello in uscita a giugno -
più ricco, costituito da un dossier speciale o da un vero e proprio
libretto). È prevista
anche una strutturazione più razionale di ogni numero, con nuove
rubriche. Ed infine una "lettera non periodica", da
pubblicare quando, nell'intervallo tra un numero e l'altro, ci siano
materiali, informazioni, analisi particolarmente significative,
urgenti e comunque tali da non poter essere pubblicate magari solo
per ragioni di spazio nel numero successivo della rivista. Un primo esempio di
questa "lettera" è costituito dalla n. 1, datata "ottobre
'85", dedicata alle opere di George Orwell nell'Europa dell'Est
oggi (un argomento al quale è stata dedicata una mostra al British
Museum, a Londra, lo scorso anno). La lettera n. 2 - è preannunciato
- sarà dedicata alle elezioni legislative in Ungheria viste da G.M.
Tamàs. A proposito di
Gàspàr Miklós Tamàs, c'è da segnalare la recente uscita, per i
tipi delle Editions Noir di Ginevra, del suo libro L'oeil et la
main: introduction à la politique ("L'occhio e la mano").
Tamàs, nato in Romania nel 1948, ha studiato filologia e filosofia.
Dal '72 al '78 è stato redattore del giornale "Utunk" ("Il
nostro cammino"). Nel '78 si è trasferito a Budapest, dove ha
lavorato alla facoltà di lettere. Ne è stato "congedato"
nell'82 per ragioni politiche. Per un po' è riuscito a sbarcare il
lunario, ricoprendo l'incarico di bibliotecario a Csepel, alla
periferia di Budapest. Ma ora è disoccupato e gli è stato tolto il
passaporto. Tamàs ha pubblicato vari saggi in Ungheria e all'estero,
in particolare in Ungheria con le edizioni indipendenti AB, di Gabor
Demsky. Nelle recenti elezioni legislative ungheresi Tamàs si è
presentato candidato, in opposizione alle personalità del regime. Né
lui né l'altro oppositore Laszlo Rajk (figlio del ministro degli
interni assassinato nel '49) sono stati eletti, ma hanno potuto
presentare pubblicamente il loro programma critico. È
significativo che sia Iztok a pubblicarne il commento alle elezioni
ungheresi, così come che il suo saggio sia uscito presso le Editions
Noir, una casa editrice libertaria che ha già al suo attivo una
decina di titoli di vario genere. Dall'Est all'estremo
lembo occidentale del nostro continente: il Portogallo. Segnaliamo
questa volta tre testate, due già ben conosciute ai nostri
aficionados, una - invece - nuova. Il posto d'onore spetta al
numero doppio (36-37), datato "giugno 1985", della
"rivista di cultura e di pensiero anarchico" A ideia
("L'idea"): più che una rivista, un vero e proprio libro di
122 pagine, in gran parte dedicato al "dossier ecologia" cui è
dedicata anche la bella copertina in quadricromia. Se pensiamo a
quando i primissimi numeri di A ideia ci giungevano dall'esilio
francese: piccoli, minuti, eppure tanto significativi, perché
testimonianza della vitalità dell'anarchismo di lingua portoghese.
Allora - si era agli inizi degli anni '70 - la dittatura di stampo
fascista di Salazar e poi di Caetano si apprestava a compiere il
mezzo secolo di durata ininterrotta: eppure anche lì l'anarchismo
non era stato estirpato. Represso, incarcerato, torturato, certo: ma
estirpato, no. Questa piccola
rivista non si è limitata a "tenere accesa la fiaccola",
ma ha saputo collegarsi criticamente con la tradizione anarchica. La
fine dell'infuocata stagione successiva alla cosiddetta "rivoluzione
dei garofani", che pure ha segnato profondamente la società
portoghese ed ha ricacciato indietro le volontà e le velleità
rivoluzionarie di molti, non ha travolto il gruppo animatore di A
ideia, che anzi si è impegnato nel miglioramento della rivista e,
più in generale, in un approfondimento e rafforzamento della
presenza culturale libertaria in Portogallo. Un lavoro di lungo
periodo, del quale la rivista è certo il pilastro portante, ma che
nella rivista non si esaurisce: avremo modo di parlarne ancora, in un
futuro non lontano. L'altra vecchia
conoscenza, di cui segnaliamo qui l'ultimo numero (n. 111,
agosto/settembre '85), è A Batalha ("La battaglia").
Il primo numero uscì il 23 febbraio del '19: era l'organo della
"Confederaçao
general do trabalho", il principale sindacato portoghese,
animato e profondamente influenzato dagli anarchici. Il quotidiano A
Batalha era il giornale d'opposizione più letto. Poi la lunghissima
parentesi dittatoriale (rotta da qualche numero clandestino), la
ripresa delle pubblicazioni, l'ambizioso obiettivo di riprendere la
cadenza quotidiana. E invece, con la citata fine delle lotte e delle
speranze della metà degli anni '70, il passaggio da settimanale a
quindicinale, poi a mensile (senza nemmeno riuscire a rispettare
questa periodicità). Peccato, perché pur legato ad un'impostazione
grafica e redazionale sostanzialmente "vecchia", il giornale
non si è chiuso sulle "glorie" del passato, ma ha cercato
a suo modo di seguire l'evolversi della situazione portoghese. Molta
attenzione, soprattutto negli anni scorsi, è stata riservata alla
contigua realtà spagnola: ma anche in questo caso le difficoltà e
le lacerazioni dell'anarcosindacalismo in terra spagnola hanno inciso
negativamente. Un bel faccione di
un porco, in giacca e cravatta, con una bella "a" cerchiata e
la scritta: presidenziali '85, il nostro candidato. Ecco il simpatico
poster che si trova nelle pagine centrali della rivista Antitese
n. 3 (datato "luglio/agosto/settembre'85"): una rivista
relativamente nuova nel panorama della pubblicistica libertaria
lusitana. Tra gli altri argomenti trattati: un'intervista con
l'anziano militante anarcosindacalista Emidio Santana, la traduzione
dalla rivista francese IRL di un'intervista con Murray Bookchin, la
traduzione dalla rivista francese Agora di un pezzo sulle donne di
Greenham Common, un intervento sul 1° incontro nazionale degli
ecologisti portoghesi, poesie e scritti vari. Un paese che molto
più di recente è uscito dal tunnel della dittatura è l'Argentina.
Numerose sono le notizie che ci giungono - soprattutto, ma non solo,
dalla capitale Buenos Aires - a proposito della ripresa delle
attività anarchiche: per quanto riguarda il versante editoriale,
abbiamo già avuto occasione in una precedente puntata di questa
rubrica ("A" 126, marzo '85) di segnalare la rivista Utopia.
Questa volta presentiamo El libertario (con la "a"
cerchiata), di cui abbiamo ricevuto i primi due numeri, datati
rispettivamente gennaio e maggio '85. Una curiosità: sul n. 1 è
specificato, nel sottotitolo, "organo de la Federacion Libertaria
Argentina (F.L.A.)", mentre sul n.2 è specificato (organo de la
Federacion Anarquista Argentina (F.L.A.)". Si tratta, comunque,
di un giornale di 4 pagine, la cui parte più interessante è
certamente costituita dalle numerose notiziole che vi appaiono in
merito alle attività libertarie (conferenze, comizi, pubblicazioni,
interventi di anarchici alla radio e alla televisione, ecc.). Sulla
realtà e sulle prospettive dell'anarchismo in Argentina contiamo di
pubblicare un dossier, prima o poi.
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