Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 137
maggio 1986


Rivista Anarchica Online

Imporre mai!

Ho letto con notevole interesse sullo scorso numero l'articolo di Fausta Bizzozzero "Quel tabù dell'inviolabilità" a proposito della donazione di organi. Una donazione che, quasi clandestina e per molti versi "punita" sino a qualche tempo fa, oggi (sull'onda dei successi medici e della generale approvazione incontrata dai trapianti di cuore) si vorrebbe favorire con una legge per cui ogni individuo che non abbia espressamente negato di voler donare i suoi organi viene automaticamente ritenuto favorevole a donarli in caso di morte.
Ho letto l'articolo, dicevo, con notevole interesse e coinvolgimento anche perché, socio dell'AIDO da 10 anni e da più di 15 donatore di sangue, non posso che essere favorevole a che la gente dia ciò che si può dare senza danno e/o fatica (il sangue) o ciò che non serve più perché morti (gli organi). Sono insomma uno di quelli che, come dice Fausta, gira con la dichiarazione di donazione in tasca, eppure (pur concordando con molte delle idee espresse nell'articolo) dissento con la tesi di fondo da lei espressa.
Intendiamoci, dietro al mio dissenso non c'è nessuna idea circa la sacralità di un corpo ormai senza vita (sono ateo da sempre e da sempre cerco di scoprire ed eliminare dalle mie idee ogni ciarpame clericale) e bene fa Fausta a criticare quelle tesi che, come quelle dell'AED Femminismo, su tale sacralità affondano le radici; così come fa bene a ricordare che tanti anarchici scelsero di donare il loro corpo alla scienza in un estremo atto di volontà e di amore per l'umanità. Ecco, proprio da queste due ultime cose trae origine il mio disaccordo.
Io ritengo che la società, per non essere un'invivibile gabbia - quale così spesso è - ma un ambito in cui, pur con le necessarie regole e norme, regnino la libertà e la creatività, debba fondersi sulla sempre più volontaria adesione ad essa degli individui che la compongono. È questo un discorso molto lungo ed articolato e non è facile condensarlo nello spazio di una lettera. Tuttavia penso che sia sufficientemente chiaro a tutti come sia da perseguire il fatto che ogni società - ed in particolare una società anarchica - debba tendere a far sì che coloro che la compongono ci vivano non per abitudine meccanicamente dovuta all'uso o al nostro essere, in parte (Aldous Huxley diceva, ed io concordo, che l'uomo è un animale individuale che ama vivere in società), animali "di gruppo" quanto per una scelta che quotidianamente si rinnovi. Ed in questo senso la solidarietà, l'amore per il prossimo, la volontà di agire anche per il suo bene (oltreché per il nostro) sono obiettivi che la società può o meno favorire ma mai imporre, pena la perdita del loro valore.
Ecco, proprio ad una perdita di valore, allo snaturamento della scelta di amore per il prossimo che anima ogni donatore, porterebbe la legge sulla donazione. Una legge che, fra l'altro, non nasce tanto da un desiderio di aumentare la solidarietà ed il mutuo appoggio fra gli individui, quanto dalla volontà di "funzionalità" degli stessi che sta alla base di molta cultura moderna (come dice giustamente Fausta, la morte e la malattia "turbano" non solo chi ne è vittima ma l'intero corpo sociale; inoltre il malato costa, per cui, come per le macchine, sostituiamo il pezzo e via, come nuovi).
In parole povere non credo alla validità ed all'efficacia dell'amore per decreto - anche se ciò portasse ad allungare un po' qualche vita, fosse pure la mia - mentre credo nella necessità che l'amore di ognuno per tutti debba e possa essere una scelta ed un desiderio che ognuno matura in sé e costantemente rinnova.
Di fronte ad una legge come quella proposta, quindi, credo che non stia a noi, e non sia nemmeno giusto, ricercarne il valore mentre invece sarebbe forse più utile (ed anarchicamente, e soprattutto umanamente, valido) far sì che vengano tolte tutte le pastoie legali che (a parte ovviamente i controlli igienico-sanitari) regolano o regoleranno le donazioni di sangue ed organi.
Donazioni che, ricordiamolo sempre, sono scelte strettamente individuali e, in quanto tali, da rispettare al di là delle motivazioni su cui poggiano e che possiamo approvare o respingere ma che, finché restano in un ambito strettamente individuale, non possiamo/dobbiamo ignorare o reprimere.
Tutto questo, ovviamente, favorendo campagne di sensibilizzazione tese a far sì che tanti (tutti magari) scelgano di donare organi e sangue perché lo desiderano, non perché non hanno fatto in tempo a negarsi.

Franco Melandri (Forlì)