Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 140
ottobre 1986


Rivista Anarchica Online

Per una libreria
di Associazione C.D.A. / Libreria Anomalia

Intorno agli anni '80-'81, mediante una sottoscrizione all'interno del Collettivo anarchico di via dei Campani, venivano acquistati, per una cifra di 34 milioni, dei locali, al fine di svolgervi un'attività di libreria e di centro di documentazione (biblioteca, emeroteca, archivio, spazi per dibattiti e altro).
Dato che l'associazione (il C.D.A.) non possiede personalità giuridica, i locali venivano intestati ad un compagno, che in seguito però si allontanava sia dall'associazione che dalla libreria. Nel 1984 eravamo dunque costretti ad effettuare un altro passaggio di proprietà del tutto fittizio, versando, cioè solo la somma necessaria a pagare l'lNVlM ed il notaio. Nel frattempo i locali venivano da noi completamente ristrutturati, dato il loro stato di fatiscenza (fogne inesistenti, solai pericolanti, servizi igienici assenti, ecc.). Oggi i locali ospitano una biblioteca di 4.000 volumi, circa 500 periodici, migliaia di documenti e di materiali prodotti sia dal movimento anarchico che dalla sinistra rivoluzionaria e storica a livello nazionale ed internazionale; la libreria Anomalia è attiva dal marzo '86, anche se la sua funzionalità è fortemente limitata dalla politica delle case editrici, che ormai non lasciano più i libri in deposito.
Nell'agosto del 1986 è però arrivato agli attuali proprietari dei locali - soci del CDA e titolari della libreria - un avviso di accertamento di valore con una conseguente tassa di 17 milioni da versare al Fisco, l'imposta, cioè, che va versata come percentuale su di un valore dei locali stabilito, nel nostro caso, in maniera del tutto deduttiva. I locali vengono infatti valutati dal Fisco ben 120 milioni (ed anzi acquisterebbero, secondo la Legge n° 131 del 26/4/1986, un valore di 200 milioni!), e su questa somma viene applicata una tassa del 10%, una penale di 2/3 e gli interessi del 6% maturati semestralmente.
Un fulmine fiscale cade dunque su una libreria ed un'associazione che certo non hanno mai chiesto alcun sussidio finanziario allo Stato, basandosi completamente su metodi autogestionari. Ecco che lo Stato con solerzia ed impegno fiscale applica "la legge" anche quando non ci sono gli estremi di tale impegno, visto che i locali sono attivati non a scopo di lucro, ma culturali. È su questo terreno che viene a definirsi la differenza tra un'istituzione politica o culturale riconosciuta e finanziata dallo Stato ed una che non lo è: che non è riconosciuta però non perché ci manchi la forza, ma proprio perché è nello Stato come istituzione che noi non ci riconosciamo né ci sentiamo rappresentati nei nostri interessi.
Anche la stampa - ad. es. Il Messaggero - rispetto a questo nostro - ma certo non privato - problema ha dimostrato il suo volto democratico: si parla magari di Roma pulita dai cittadini, di librerie sfrattate, di disimpegno dei giovani, ma non di uno spazio autogestito che rischia di chiudere perché lo Stato garante dei veri evasori fiscali crede di individuare - pur mancando gli estremi dell'arricchimento - un evasore.
I soci dell'associazione CDA e i gestori della libreria Anomalia, pur riconoscendo i limiti e le carenze delle proprie iniziative, non rinunciano comunque a difendere i propri spazi, che, data l'impossibilità e l'insostenibilità di una tale tassazione, rischiano di essere pignorati dallo Stato, se il ricorso che si sta preparando non verrà accettato. Chiediamo dunque qualsiasi forma di solidarietà.