Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 147
giugno 1987


Rivista Anarchica Online

Parola di AAM
di Redazione di AAM Terra Nuova

Già il titolo ("I Verdi e noi") marca una distinzione d'identità significativa. Il testo, poi, del redazionale che sull'ultimo numero (33/34, maggio/agosto '87) di AAM Terra Nuova fa da cappello al dibattito su verdi, potere, istituzioni, elezioni, ecc., è ancora più esplicito.
Lo riportiamo integralmente, convinti come siamo che si tratti di una delle prese di posizione più interessanti emerse nel corso del dibattito sviluppatosi negli ultimi tempi in campo " verde", "alternativo", "ecologista" e via discorrendo (l'uso delle virgolette è d'obbligo, data la generale strumentalità con cui simili definizioni vengono utilizzate).
In questa riflessione della redazione di AAM Terra Nuova troviamo affinità di pensiero e sentiamo accenti di comune sensibilità, quali ci è impossibile ritrovare con quanti - sotto il simbolo del sole che ride - hanno scelto di percorrere la via elettorale/istituzionale: una strada vecchia, già percorsa con sempre rinnovate illusioni da molti movimenti illusi di poter sfuggire all'abbraccio strangolatore del potere e dei suoi perversi meccanismi.


Coi referendum ormai solo un ricordo, eccoci qui alla vigilia di una nuova tornata elettorale. E per un'associazione come la nostra, cosi profondamente coinvolta in un disegno di trasformazione diretto e libertario del sistema di vita attuale, porsi di fronte ad una scelta non è cosa facile. Oscillanti come siamo tra animismo e prassi, memoria laica e ricerca di mondi infiniti, tra organizzazione e movimento, impegno antinucleare e proposte di vita, facciamo fatica ad identificarci con qualcosa o qualcuno. Polarità, è inutile ricordarlo, ormai patrimonio genetico di un nostro essere che tende a saldare pratica e pensiero, impegno sociale e ricerca personale.
Allora, come ci orientiamo? Molti se lo chiederanno visto che questa volta, la prima, ci sono i Verdi, cugini di fatto e in alcuni casi fratelli di percorso. l fratelli li salutiamo e siamo certi che saranno con noi comunque, ma altre componenti dell'area verde non ci piacciono affatto.
Non ci piace la presunzione e l'arroganza con cui viene condotto il dibattito sulle scelte che contano.
Non ci piace la più o meno pesante ingerenza che porta alcuni - pressoché sistematicamente - a invadere territori altrui, noncuranti delle differenze manifeste. Non ci piace la superficialità, l'improvvisazione, lo snobismo verso tutti i piccoli ma concreti cambiamenti quotidiani.
Vorremmo che il cerchio si chiudesse, magari anche in piccolo, su di uno scenario compiuto, prototipo di un essere diversi. Vorremmo sentire chiari sforzi nel tentativo di disegnare un quadro "gerarchico mobile", trasversale e in movimento, che sappia garantire presenza e continuità al tempo stesso, in un ambito però orizzontale e conviviale. Individualità e poteri personali che si ergono a partire da effettive capacità, ma anche da regole del gioco diverse..., e qui veramente, bisogna partire in piccolo e dal proprio "orticello", per poter imprimere tempi e modalità appropriate al nostro bisogno di libertà e trasformazione.
Vorremmo meno spinta e attrazione verso le istituzioni e maggior creatività per inventare momenti, espressioni, spazi; le reali fondamenta di una società nuova.
E il movimento, quello magmatico, di cui ci sentiamo parte, che nasce e cresce in piccoli rivoli da lucide intuizioni e necessità dirette, manifestazione di forza e desiderio, va dunque incontro ad un vero e proprio esame di maturità, dal quale ci auspichiamo ne esca rafforzato. Da parte nostra, con dieci primavere alle spalle, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto o comunque tentato, andando oltre la monogamia del colore fisso e seguendo i cugini verdi con la giusta distanza, una distanza - a nostro avviso - effettiva! Una divaricazione presente agli occhi di tutti è iniziata già nell'85, questa ulteriore tappa non può che renderla ancora più profonda.
Il movimento per noi deve restare movimento, meglio se in grado di organizzarsi (anzi è auspicabile), ma sempre movimento rimanga. Sono forse tempi che la storia (...e il nostro essere uomini tecnologizzati...) ci impone, ma alla crescita e allo sviluppo di vere capacità trasformative, dobbiamo concedere tempo, tanto tempo.
Pensiamo che il cambiamento di costume e modello di sviluppo tanto auspicati, possano e debbano partire dalle case, le vere palestre della nuova società, per poi allargarsi a macchia d'olio e accerchiare il "palazzo". Un itinerario inverso a quello in atto in tanti ambienti verdi nel rispetto comunque dei percorsi opposti e altrui e - non si sa mai - complementari. Staremo a vedere.