Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 2 nr. 16
novembre 1972 - dicembre 1972


Rivista Anarchica Online

Se la Patria chiama
di P. D. M.

Torino: antimilitaristi a congresso

Si è svolto il 4 e 5 novembre a Torino il IV Congresso antimilitarista, organizzato dal Partito Radicale con la collaborazione di vari gruppi antimilitaristi italiani.
La grande maggioranza dei partecipanti aderiva a gruppi antimilitaristi nonviolenti provenienti da tutta l'Italia (Torino, Padova, Perugia, Voghera, ecc.); hanno partecipato pure il Collettivo redazionale del mensile antimilitarista "Se la Patria chiama..." e rappresentanti di Lotta Continua, della commissione antimilitarista della FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA e del COLLETTIVO ANTIMILITARISTA ANARCHICO di Milano.
Il primo giorno di dibattito verteva sul tema "STATO, ESERCITO, GIUSTIZIA" e ha visto la partecipazione di alcuni studiosi della "macchina militare" e della sua giustizia.
I numerosi interventi, se hanno da una parte dato un apporto positivo per quello che riguardava la conoscenza dei meccanismi di funzionamento della macchina militare in tutti i suoi aspetti, hanno d'altra parte sottolineato ancora una volta la necessità di un ulteriore approfondimento ed estensione dell'analisi sociologica dell'esercito e del militarismo, anche e specialmente nei rapporti intercorrenti tra l'istituzione e il resto della società.
Il secondo giorno si apriva con la discussione sulle esperienze di lotta emerse in questi ultimi anni e sulle prospettive concrete di intervento futuro, e per questo rappresentava senza dubbio la parte più feconda del Congresso. Dalle relazioni tenute sono emerse chiaramente due tendenze fondamentali: quella espressa dai vari gruppi nonviolenti che sono sorti vedendo nel militarismo e nella guerra l'unica violenza e contraddizione del sistema, strutturandosi sulla base di questa ristrettissima analisi come gruppi di intervento limitato esclusivamente all'antimilitarismo; è quella che storicamente è stata l'emanazione diretta del movimento socialista nel suo filone antiautoritario anarchico e che intende l'antimilitarismo non fine a se stesso ma come un momento specifico nella più generale lotta degli sfruttati.
All'interno della prima tendenza, attraverso un dibattito cominciato in questi ultimi tempi, si sta verificando una presa di coscienza delle altre forme di sfruttamento e di violenza esercitate dal sistema; da ciò deriva un superamento del pacifismo fine a se stesso e una conseguente apertura alle lotte sociali della fabbrica, della scuola, del quartiere.
L'intervento degli antimilitaristi anarchici si è svolto in primo luogo con la presentazione di un documento (vedi "L'antimilitarismo anarchico" A 16), che indicava le prospettive di lotta attuali, e secondariamente sulla focalizzazione di due punti fondamentali, la cui mancata considerazione è la fonte dell'ambiguità e confusione ideologica, e perciò pratica, che ostacola la crescita qualitativa e quantitativa dell'antimilitarismo italiano.
Il primo punto coincide con la discriminante essenziale rappresentata dalla coscienza della necessità di essere e sentirsi sempre parte integrante del movimento di emancipazione sociale degli sfruttati: non è concepibile, infatti, una antimilitarismo fine a se stesso, poiché ciò vorrebbe dire isolare una porzione della realtà, assolutizzarla e trasformarla così in un'astrazione.
Il secondo si riferisce al superamento del dogmatismo, che caratterizza certi gruppi antimilitaristi nonviolenti, i quali a priori rifiutano o sottovalutano certe forme di lotta, come ad es. l'intervento in caserma; questo atteggiamento naturalmente ha una funzione frenante per lo sviluppo del movimento.
Si è visto perciò che quei gruppi che hanno più o meno compiutamente fatto una scelta di classe e superato il dogmatismo sono gli stessi che finalmente sono approdati al ridimensionamento della o.d.c. (concepita finora come unico metodo di lotta), ad una seria considerazione dell'efficacia delle lotte gestite dai militari all'interno delle caserme, e infine alla necessità di collegamento fra la lotta antimilitarista e le altre lotte sociali.
In seguito a queste constatazioni è emersa la possibilità di una seria e concreta collaborazione solo con questi ultimi gruppi; quindi attualmente il nostro compito è quello di verificare nella teoria e nella pratica la fondatezza di tale possibilità.

P. D. M.