Rivista Anarchica Online
Dispetti in grigioverde
di Avv. Giuseppe Ramadori (Roma)
Faccio seguito alle mie precedenti su
questo problema. Come sapete la Corte Costituzionale con una
decisione, per chi lavora in questo campo, coraggiosa, che ha
indispettito di molto, in modo violento i giudici militari, ha
ridotto alla metà la pena edittale prevista dall'art. 8, comma
2°, della L. 772/2, per gli obiettori totali. Con questa
riduzione che ha equiparato il rifiuto al servizio militare alla
mancanza alla chiamata, mantenendo fermo il beneficio dell'esonero
dal servizio militare ai condannati in forza all'art. 8 L.772/72 si è
riusciti, con alcune sentenze, confermate dalla Cassazione, a ridurre
la pena a 4/6mesi, addirittura con la condizionale.
Contro questo "andazzo" si
sono levati, per "mettere ordine" vari Tribunali Militari
ed in prima fila il "sabaudo" Tribunale di Torino che, con
più di 50 ordinanze, ha rigettato contro la Corte
Costituzionale il problema. La Corte con velocità eccezionale,
(e fatemi dire con correttezza e precisione), riconfermando la
decisione già presa con la sentenza n. 409/90, ha respinto con
due ordinanze (n. 27 del 18/23 Gennaio 1990 e n.93 del 20/16
Febbraio, sempre c.a.) tutte le suddette ordinanze e quelle di altri
Tribunali che si erano attruppati nell'"assedio" alla Corte
Costituzionale. Con le ordinanze suddette che Vi allego in copia, la
Corte ha "sbacchettato" i giudici militari, arrivando a
statuire (cosa mai accaduta prima) che questi giudici militari hanno
"arbitrariamente" posto in essere una procedura, per
esercitare in forma "surrettizia un sindacato di merito"
non consentito, sulle decisioni della Corte al fine sostanziale di
"eledure la loro forza cogente".
Mi sembra che per la prima volta i
Signori Giudici Militari siano trattati come meritano anche dalla
Giustizia che Voi chiamate borghese! E ciò, anche se non è
tanto, per me e per coloro che lavorano tra le pandette per difendere
i diritti dei cittadini ed in particolare dei più deboli, è
molto.
A questo punto viene il più
bello e l'"opera buffa" dei giudici militari prende una
piega inaspettata e veramente comica. Costoro, incazzatisi sul serio,
pongono in essere, a loro modo, un dispetto (fossero questi i
dispetti, dovrebbero farcene molti!) ed assolvono, perché il
fatto non è previsto dalla legge come reato, gli obiettori
totali, sottoposti al loro giudizio (Torino e La Spezia) per il reato
di cui all'art. 8, comma 2°, legge 772/72. E ciò sulla
ferrea logica militaresca, conseguente a questo ragionamento: la
Corte Costituzionale non può sostituire la pena prevista per
un reato, con un'altra che sanziona un altro reato, anche se simile,
può solo, se ritenuta anticostituzionale, abrogare la pena
prevista da una norma a sanzione di un comportamento, ma se così
fa il reato rimasto senza pena non esiste più dal punto di
vista della rilevanza penale. Ad esempio di tale ragionamento Vi
rimetto copia della sentenza n. 6/90 del Tribunale Militare di
Torino.
A noi questo ragionamento va bene!
Continuino pure a farci questi dispetti, cercheremo di convogliare il
maggior numero di obiettori totali verso questi Tribunali, prima che
questa giurisprudenza sia riformata con la scontata impugnativa dei
Pubblici Ministeri. La falsa ironia e l'assurdità dei loro
ragionamenti non ci interessa; ci interessa il risultato posto in
essere per noi, antimilitaristi, ottimo!
Si affermerà così il
diritto del cittadino a rifiutare, comunque, senza alcun onere, il
servizio militare, e si copriranno di ridicolo questi cosiddetti
giudici, se queste sentenze saranno riformate, ad opera degli stessi
loro colleghi militari, che dovranno evidenziare l'assurdità
ed il modo surrettizio (finalizzato a fini ben diversi quale quello
di prevaricare le decisioni sulla legittimità costituzionale
delle leggi) con cui i loro colleghi fanno giustizia in nome del
Popolo Italiano, anche se si tratta di giustizia militare! Un motivo
in più per porla in ridicolo!
Su tutto questo è stato fatto un
esposto-denuncia, presentato da Mauro Mellini, alla Procura Generale
della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma, che Vi allego in
copia da cui potrete rilevare notizie e dati che forse sarà
utile pubblicizzare.
Penso inoltre che, sia molto importante
far conoscere agli obiettori totali, le nuove possibilità che
si sono loro ora aperte e del "rischio" di rifiutare il
servizio civile senza alcuna "contropartita". Forse varrebbe la pena insistere su
questa strada, studiare il problema e ben difendersi!
Un abbraccio
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