Rivista Anarchica Online
Il ritorno dell'Antistato
a cura della Redazione
Circa quarant'anni fa nascevano,
grazie agli sforzi di alcuni operai anarchici della Romagna
post-bellica, le Edizioni Antistato, che contribuirono in modo
determinante alla diffusione della cultura libertaria dopo la
parentesi del fascismo. Inattive da circa una decina d'anni,
le edizioni Antistato rinascono sotto forma di associazione. In questa auto-intervista, i
promotori della nuova iniziativa spiegano i motivi che li hanno
spinti a dare vita a questo progetto.
Perché riprendere l'attività
dell'Antistato, quando il panorama dell'editoria anarchica italiana
annovera diverse e variegate proposte?
A nostro avviso l'editoria anarchica si
occupa di settori importanti (dalla storiografia alla propaganda, dai
classici alla diffusione di cultura libertaria), tuttavia assai
scarso è lo spazio riservato ad una riflessione anarchica
contemporanea. Oggi l'anarchismo si trova in un'impasse teorica e
propositiva assai grave, rivelandosi incapace di dar voce e corpo al
proprio patrimonio ideale. Se infatti tale patrimonio è punto
di riferimento imprescindibile per quanti auspicano uno spazio
politico e sociale di libertà, tuttavia del tutto obsolete ci
paiono alcune metodologie e strategie dell'anarchismo classico. Ci troviamo nella paradossale
situazione per cui, di fronte alle profonde mutazioni culturali e
sociali della nostra epoca, l'anarchismo stenta ad elaborare risposte
efficaci, rischiando di diventare di fatto inattuale, mentre,
all'opposto, fermenti libertari sembrano pervadere molti ambiti
sociali. Occorre pertanto che l'anarchismo si attrezzi per affrontare
queste nuove sfide. È allo scopo di fornire qualche contributo
a tale sforzo che abbiamo deciso di intraprendere un'attività
editoriale nuova.
Perché avete deciso di
riprendere il marchio di un'editrice "classica" come
l'Antistato?
Ci pareva importante ribadire il nostro
legame con una tradizione di cui ci sentiamo figli, proprio nel
momento in cui con tale tradizione entriamo in confronto critico.
Ma i vostri libri non rischiano di
restare confinati nella ristretta cerchia anarchica?
Il movimento anarchico è certo
un nostro interlocutore privilegiato, dacché poniamo il
ripensamento dell'anarchismo quale fulcro del nostro lavoro. Peraltro
il nostro progetto, invero assai ambizioso, mira a proporre strumenti
di riflessione atti a conferire dignità teorica e progettuale
all'anarchismo contemporaneo.
In tale prospettiva vogliamo fornire un
prodotto fruibile da chiunque sia interessato ad un anarchismo vitale
nella prassi e nella teoria. Chi oggi si avvicina all'anarchismo
trova ben poco sul mercato oltre ai classici: colmare tale lacuna ci
pare quindi importante. Anche perché solo in tal modo potremo
interloquire efficacemente con quella variegata costellazione di
gruppi e movimenti che costituisce l'area libertaria.
Questo progetto non rischia di
privilegiare eccessivamente l'ambito teorico rispetto a quello
pratico?
No, anzi. Intendiamo lavorare affinché
si colmi il divario che negli ultimi anni si è venuto creando
nel movimento anarchico tra la ricerca teorica e la pratica politica.
Ci proponiamo pertanto di dare spazio sia ai testi teorici sia a
testi di riflessione sugli svariati apporti pratici dell'anarchismo
contemporaneo. D'altra parte non crediamo sia possibile una presenza
anarchica seria ed incisiva se mancano analisi realistiche delle
società esistenti e proposte che tengano conto tanto dei
mutamenti sempre più veloci cui quotidianamente assistiamo,
quanto di un confronto serio e "laico" con problemi quali
l'apparente fine della lotta di classe, la crisi delle ideologie, il
crollo del marxismo, il trionfo planetario della democrazia, etc.
Da quanto dite ci sembra di capire
che intendete rimettere in discussione molto del bagaglio
tradizionale dell'anarchismo...
Noi crediamo che, al di là di
alcuni principi-guida, quali la libertà, l'eguaglianza, la
diversità, etc., la caratteristica imprescindibile
dell'anarchismo sia il suo essere non-dogmatico, ovvero la sua
capacità di rimettersi continuamente in discussione. Ed è
questo essere potenzialmente capace di modificarsi costantemente, pur
mantenendo saldo il nocciolo etico delle proprie idee-forza, che fa
sì che l'anarchismo, malgrado la profonda crisi che sta
attraversando, possa nuovamente divenire punto di riferimento
privilegiato per chiunque auspichi una società libera.
Uno dei problemi che da sempre
assilla la piccola editoria è quello economico. Come pensate
di affrontarlo?
Effettivamente la mancanza di soldi è
per noi l'ostacolo principale. Per questo motivo abbiamo optato di
stampare inizialmente solo testi che non superino le 100-120 pagine,
consentendoci di contenere i costi. Ci auguriamo che la situazione
possa in seguito migliorare... Cogliamo l'occasione per informare i
lettori di "A" che il nostro c.c.p. 33280108 intestato ad
"Associazione l'Antistato - Corso Palermo 46 - 10152 Torino"
aspetta le loro sottoscrizioni che speriamo numerose e sostanziose.
Perché vi siete costituiti
come associazione per riprendere le pubblicazioni?
Abbiamo
dato vita all'associazione in quanto questa forma ci rende più
liberi di altre dal punto di vista legale ed amministrativo.
Inoltre la formula associativa ci permette di avere uno statuto che
nel contempo abbia riconoscimento legale per tutto ciò che è
necessario (ottenimento del conto corrente postale, della tariffa
editoriale ridotta, etc.) e che possa avere contenuti quasi
completamente decisi da noi e quindi decisamente libertari.
Per concludere: quale sarà il
primo libro?
Sarà un'antologia dedicata alla
libertà. Quello della libertà ci pare uno dei nodi
teorici più importanti nell'approfondimento della riflessione
anarchica contemporanea. La libertà è infatti valore
centrale nell'anarchismo eppure risulta difficile tentarne una
definizione. È certo questa una carenza assai grave nel
pensiero anarchico, cui gli autori dell'antologia tentano di ovviare
con un primo contributo. E' nostro augurio che tale testo susciti un
dibattito e stimoli altri a riflettere e scrivere sull'argomento. Il
libro comprenderà saggi di Roberto Ambrosoli, Nico Berti,
Amedeo Bertolo, Maria Matteo, Salvo Vaccaro.
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