Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Senzapatria? No!

Vorrei portare a conoscenza i lettori di una vicenda poco simpatica. La storia ha inizio nel dicembre '89 quando ho deciso (come diffusore di "Senzapatria" rivista bimensile antimilitarista), di recarmi alla neonata biblioteca comunale (pubblica) di Casatenovo per vedere se era possibile fare un abbonamento alla suddetta rivista.
Dalle addette alla biblioteca, mi è stato riferito che come regolamento interno si facevano arrivare solo riviste e giornali che non erano organi di partito e che in ultima analisi era l'assessore alla Pubblica Istruzione (Galbiati, democristiana) a decidere cosa poteva avere accesso, e cosa no, nella biblioteca.
Essendo Senzapatria una rivista antimilitarista (forse l'unica in Italia), quindi non di partito, ho ritenuto poteva essere una tra le riviste che avrebbe potuto avere libero accesso nella biblioteca. Ho lasciato, come mi è stato chiesto, una copia del giornale dato che l'assessore, sig.na Galbiati, avrebbe dovuto controllare il contenuto della rivista.
Ogni qualvolta che mi recavo in biblioteca per sentire cosa si era deciso in proposito, mi sentivo dare sempre le stesse risposte evasive: è una rivista di parte ecc..., oppure si cercava di contrabbandare l'abbonamento di Senzapatria con altre riviste tipo Azione nonviolenta.
Stanco di essere preso per i fondelli, ho deciso di telefonare direttamente all'assessore. Da notare che in biblioteca ci sono altri fogli (molto più di parte) tipo il Resegone o l'Avvenire (venduti persino nelle chiese). Ho telefonato all'assessore presentandomi e spiegandole il motivo per cui la chiamavo.
Subito mi ha assalito verbalmente dicendomi come mai mi permettevo di disturbarla a casa, poi continuava dicendo che lei, comunque, cose anarchiche (sue parole) in biblioteca non ne voleva (come se fosse cosa sua); e poi continuava dicendo: "Voi anarchici siete come le Brigate Rosse".
A questo punto mi è salito, come si dice, il sangue alla testa. Premetto che Senzapatria come ho detto sopra è una rivista antimilitarista, nel sottotitolo c'è scritto "rivista antimilitarista ed antiautoritaria" (anche se sono parecchi gli anarchici che collaborano).
Fatto sta che ho risposto con tono dicendole che stava dicendo grosse cazzate e le consigliavo di documentarsi prima di parlare per niente e che comunque per quelle affermazioni che aveva appena fatto potevo anche denunciarla (cosa che sto facendo). Quest'ultima frase se non altro ha avuto il potere di calmarla e farle perdere quel tono arrogante e prepotente che aveva poc'anzi.
Nonostante tutto però, non voleva capire ragioni e non accettava il fatto che Senzapatria è una rivista che rientra benissimo tra quelle che il loro stesso regolamento indicava come idonea. Mi ripeteva che chi è interessato a questa rivista può comprarsela in edicola, che è di parte, che lei non è d'accordo con quello che c'è scritto, ecc...
Questa è la conferma che molti politici pretendono di usare le strutture pubbliche come se fossero di loro proprietà. Gli interessi politici e quindi partitici sono davanti a tutto, il resto, le esigenze della gente, i loro interessi non contano più di tanto. Alla fine della conversazione la sig.na Galbiati mi dice che al di là di tutto lei era già d'accordo con la bibliotecaria nel non volere Senzapatria in biblioteca. Cosa non vera perché all'inizio la signora che lavora nella biblioteca era disposta ad accettare la rivista se io mi impegnavo a portarla o fare l'abbonamento di tasca mia.
Per finire, vedendo la mia insistenza, l'assessore mi dice di farle avere qualche altro numero della rivista dato che ha "perso" il numero che le avevo fatto avere precedentemente.
La storia ricomincia di nuovo e finisce il giorno 6 aprile; passando di nuovo in biblioteca per la solita risposta ho avuto la (s)fortuna di incontrare la Galbiati.
Ha inizio la solita discussione, poi tra le cose già dette mi dice: "Non possiamo fare questo abbonamento perché altrimenti ne dovremmo fare un altro ad una rivista militarista" (?!) e termina dicendo che "...quando Senzapatria sarà molto seguita si farà l'abbonamento". Come dire: le minoranze finché restano tali non hanno diritto né di esistere né di farsi conoscere.
Questo è un virus molto pericoloso che alimenta l'inferiorità verso le varie minoranze e fa sviluppare la mentalità razzista.
Non faccio altri commenti: ognuno può trarne di suoi. Saluti antimilitaristi

Tiziano Viganò (Casatenovo)