Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Io voterò perché

Cari compagni, presto saremo chiamati alle urne, dopo le elezioni, per i referendum sulla caccia. Ancora una volta il Potere "vestito d'umana sembianza" chiamerà i suoi fedeli sudditi ad esprimersi, tanto per indossare i panni della democraticità.
Analizzando questa proposta referendaria ci si rende subito conto che si verrebbe a creare un vuoto legislativo: scomparirebbero quelle leggi che consentono attualmente l'esercizio venatorio. Questo senz'altro non decreterebbe la morte della caccia, perché tutti (e gli animalisti per primi) sanno che ci sarebbe subito qualche galoppino di partito pronto a ripresentare qualche nuova proposta di legge: nessuna illusione, quindi.
E allora perché tanto accanimento da parte degli animalisti nel voler vincere a tutti i costi questa sfida elettorale? Da parte mia potrei suggerire una risposta del tutto istintiva e personale, ma sono sicuro che la grande maggioranza degli animalisti sarebbero pronti a sottoscriverla: in caso di sconfitta al referendum (o in caso di annullamento del medesimo per l'astensione di massa, come è già accaduto a livello regionale in Emilia Romagna) il movimento animalista perderebbe inevitabilmente la sua rappresentatività sia verso se stesso sia verso il grande pubblico. Rappresenterebbe la fine della guerra alla caccia, alla vivisezione, alle pellicce, agli zoo, a tutte le forme di sfruttamento animale. Verrebbe decretata la fine, in sostanza, di quel grande e variegato movimento che, pur con tutti i suoi difetti, le sue contraddizioni, le sue vene di legalismo isterico, è stato in grado di coagulare al suo interno istanze libertarie, momenti di vera azione diretta, efficienti metodologie di lotta contro quei potentati socio-economici (armaioli, capitalisti, industriali, medici senza scrupoli, etc.) che, guarda caso, stanno sui coglioni anche a tanti movimenti progressisti e/o alternativi (fra cui anche il movimento libertario).
Se invece il referendum si concludesse con la vittoria degli animalisti, indipendentemente da quello che potrebbe succedere "dopo" fra le mura del potere costituito, si darebbe a tutti, grande pubblico in testa, la dimostrazione che questo movimento è stato in grado di coinvolgere, di rendere partecipe e di farsi capire dalla gente: si tratterebbe solo di una vittoria morale ma avrebbe un significato e un corollario di conseguenze semplicemente colossale.
Ecco perché, una volta tanto, non mi asterrò ma andrò a votare; e voterò contro la caccia, pur sapendo in perfetta coscienza che forse servirà a poco o niente da un punto di vista pratico. Ma andrò a votare per contribuire ad evitare il disfacimento del movimento animalista o forse, chissà, per contribuire addirittura a sancirne l'apoteosi.
E se facendo questo mi sentirò addosso la sensazione di aver perso l'etichetta di "anarchico" o quello che è, poco danno: meglio perdere un'etichetta rompendo una tradizione che perdere l'occasione di ricoprire di merda associazioni venatorie, armaioli e fucilatori della domenica.
Anche solo moralmente.

Alessandro Canzonieri (Mestre-Venezia)