Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 181
aprile 1991


Rivista Anarchica Online

Pizza con nutella

Se Salvo Vaccaro seguisse il detto "parla come mangi" bisognerebbe arguirne che il suo piatto preferito è la pizza napoletana con la Nutella. Il suo articolo sulla "libertà" di stampa (Ombre di verità, "A" n. 179, febbraio '91) infatti è talmente complesso e pieno di paroloni (uno per tutti: coestensivo) da far venire il dubbio che non voglia dir niente.
Ma una seconda lettura (e magari anche una terza, dizionario a portata di mano) fa capire che Salvo Vaccaro è furibondo, carico di livore, ha messo in resta la sua lancia contro i "giornalisti", categoria che "non ha pensieri" ma "sa esprimerli".
Il suo cavallo di battaglia - leggo - è Karl Kraus, il quale, a quanto pare, è nientemeno che d'accordo con la censura: "la censura può sopprimere la verità per un certo tempo, togliendole la parola. Il giornale sopprime costantemente la verità in quanto le dà delle parole. La censura non danneggia né la verità né la parola; il giornale entrambe". Da tempo, devo dire, non sentivo un'affermazione così di destra, cosi reazionaria. E da tempo non leggevo un articolo così contrario alla libertà di stampa, alla pluralità dell'informazione, tale da farmi dire: meno male che stiamo peggio.. perché se stavamo meglio c'erano i Kraus (e per estensione i Vaccaro) a tagliarci la penna e magari la lingua. E magari toccava scappare in America per poter continuare a parlare e a pensare liberamente. E certe "analisi" di Vaccaro mi fanno impazzire: come può dire che la mafia ha commesso omicidi pensando alle "edizioni dell'indomani" e alle edizioni del Tg? Ma dove ha pescato un'idea del genere? Dove sta scritto che la mafia vuole "la massima pubblicità"? Mistero, ma lui lo scrive lo stesso, tanto...
Un pastrocchio, quello di Vaccaro, che non vorrebbe salvare nessuno. Cronaca vera ed Espresso, per intenderci, sarebbero due facce della stessa medaglia. E chi scrive - secondo lui- potrebbe ben lasciar perdere, tanto tutto è travolto dalla "imbecillità" del sistema. Di qui al "complotto delle multinazionali" il passo è breve, anzi il passo è già fatto. Strano mi dico, come non ci sia nessuno sforzo nella comprensione della complessità dei fatti, nella ricerca di un perché: perché la gente continua ad andare allo stadio, perché anche nel migliore dei mondi possibili ammazza qualcun altro, perché star qui è meglio che stare - che so - in Iran o nella Corea del Nord ? E -nel mondo di Salvo Vaccaro - bisognerebbe continuare a dar conto degli incidenti stradali o i giornalisti dovrebbero far finta che tutto è bene quel che finisce bene? Cosa dovrebbero contenere i giornali "buoni"? E perché non ne abbiamo fatto uno noi?
La ricetta di Vaccaro - spiegata (si fa per dire, perché la parola più facile è "artatamente") alla fine dell'articolo - mi risulta incomprensibile. Mi par di capire che vorrebbe un giornale "dei lettori" dove ciascuno dice la sua in libertà nel cosiddetto "reticolo informativo". E ci mordiamo la coda: seguendo il ragionamento di Vaccaro, il giornale di Vaccaro sarebbe la stessa zuppa di quelli di Agnelli, e dovremmo espropriarglielo, e poi lo dovrebbero espropriare a noi, senza fine.
E la fine è nell'assurdo più completo. Secondo Vaccaro ci vorrebbe (chi lo capisce è bravo) nientemeno che una riorganizzazione "in modo orizzontale" delle "potenzialità offerte da certe tecnologie che connettono simultaneamente punti diversificati di una rete senza costruire centralità di snodo, di direzione e di controllo". Ma va là.

Cristiano Draghi (Firenze)