Rivista Anarchica Online
Pizza con nutella
Se Salvo Vaccaro seguisse il detto "parla come mangi"
bisognerebbe arguirne che il suo piatto preferito è la
pizza napoletana con la Nutella. Il suo articolo sulla "libertà"
di stampa (Ombre di verità, "A" n. 179,
febbraio '91) infatti è talmente complesso e pieno di
paroloni (uno per tutti: coestensivo) da far venire il dubbio che
non voglia dir niente. Ma una seconda lettura (e magari anche una
terza, dizionario a portata di mano) fa capire che Salvo Vaccaro
è furibondo, carico di livore, ha messo in resta la sua
lancia contro i "giornalisti", categoria che "non
ha pensieri" ma "sa esprimerli". Il suo cavallo di
battaglia - leggo - è Karl Kraus, il quale, a quanto pare, è
nientemeno che d'accordo con la censura: "la censura può
sopprimere la verità per un certo tempo, togliendole la
parola. Il giornale sopprime costantemente la verità in
quanto le dà delle parole. La censura non danneggia né
la verità né la parola; il giornale entrambe". Da
tempo, devo dire, non sentivo un'affermazione così di destra,
cosi reazionaria. E da tempo non leggevo un articolo così
contrario alla libertà di stampa, alla pluralità
dell'informazione, tale da farmi dire: meno male che stiamo peggio..
perché se stavamo meglio c'erano i Kraus (e per estensione i
Vaccaro) a tagliarci la penna e magari la lingua. E magari toccava
scappare in America per poter continuare a parlare e a pensare
liberamente. E certe "analisi" di Vaccaro mi fanno
impazzire: come può dire che la mafia ha commesso
omicidi pensando alle "edizioni dell'indomani" e alle
edizioni del Tg? Ma dove ha pescato un'idea del genere? Dove sta
scritto che la mafia vuole "la massima pubblicità"?
Mistero, ma lui lo scrive lo stesso, tanto... Un pastrocchio,
quello di Vaccaro, che non vorrebbe salvare nessuno. Cronaca vera
ed Espresso, per intenderci, sarebbero due facce della stessa
medaglia. E chi scrive - secondo lui- potrebbe ben lasciar perdere,
tanto tutto è travolto dalla "imbecillità"
del sistema. Di qui al "complotto delle multinazionali" il
passo è breve, anzi il passo è già fatto.
Strano mi dico, come non ci sia nessuno sforzo nella comprensione
della complessità dei fatti, nella ricerca di un perché:
perché la gente continua ad andare allo stadio, perché
anche nel migliore dei mondi possibili ammazza qualcun altro, perché
star qui è meglio che stare - che so - in Iran o nella Corea
del Nord ? E -nel mondo di Salvo Vaccaro - bisognerebbe continuare a
dar conto degli incidenti stradali o i giornalisti dovrebbero far
finta che tutto è bene quel che finisce bene? Cosa dovrebbero
contenere i giornali "buoni"? E perché non ne
abbiamo fatto uno noi? La ricetta di Vaccaro - spiegata (si fa
per dire, perché la parola più facile è
"artatamente") alla fine dell'articolo - mi risulta
incomprensibile. Mi par di capire che vorrebbe un giornale "dei
lettori" dove ciascuno dice la sua in libertà nel
cosiddetto "reticolo informativo". E ci mordiamo la
coda: seguendo il ragionamento di Vaccaro, il giornale di Vaccaro
sarebbe la stessa zuppa di quelli di Agnelli, e dovremmo
espropriarglielo, e poi lo dovrebbero espropriare a noi, senza
fine. E la fine è nell'assurdo più completo.
Secondo Vaccaro ci vorrebbe (chi lo capisce è
bravo) nientemeno che una riorganizzazione "in modo
orizzontale" delle "potenzialità offerte da
certe tecnologie che connettono simultaneamente punti
diversificati di una rete senza costruire centralità di
snodo, di direzione e di controllo". Ma va là.Cristiano
Draghi (Firenze)
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