Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Sadisax Iniziamo l'appuntamento di questo
mese con delle scuse, molto sincere. La cassetta speditami dai ticinesi
SADISAX un bel po' di mesi or sono è andata non si sa come a nascondersi in fondo a un cassetto, in
compagnia
di altro materiale, per ritornare altrettanto casualmente alla superficie (e farsi ritrovare ed ascoltare) solo pochi
giorni fa. L'incidentale «congelamento» non ha comunque provocato molti danni alle musiche del nastro. «Ai
signori illustrissimi», questo il titolo, non sembra invecchiato, nel senso che l'energia e la vitalità dei
pezzi si
sono dimostrati del tutto indipendenti dalle impetuose correnti della moda sonora. I musicisti del gruppo
provengono da esperienze jazz ed esperimenti rumoristici, e la formazione è inusuale:
due componenti si alternano ai sax soprano/tenore/baritono e al clarino basso, un terzo suona l'organetto e la
bombarda, il quarto le percussioni. Nelle brevi note allegate, Sadisax si racconta così: «Voglia
di un suono (il ritmo associato al fiato) dove ad un
tipo di ricerca basato principalmente sulla «lavorazione» stessa del suono s'intreccino la sperimentazione, la
poliritmia, il primitivo e il moderno: come una musica al di là delle musiche, capace di scuotere i nostri
confini
musicali ... e semmai di portarli un po' più in là». La seriosità del loro manifesto non
impedisce ai quattro di
volare alti e leggeri nel cielo della comunicazione, gli spartiti stracciati ed il pentagramma aggrovigliato.
Sadisax a volte sembra un asteroide impazzito staccatosi da una banda cittadina, altre volte una macchina a
vapore sul punto di scoppiare dalle risate. È proprio in questa ambivalenza il punto di forza del
gruppo: in «Ai signori illustrissimi» si respira spesso e
volentieri una certa aria di divertimento tra i musicisti, eppure non si tratta di un'opera facile. L'ascolto deve
essere attento, critico, sempre acceso. Non mi resta adesso che incrociare le dita, e sperare che Sadisax abbia
continuato l'attività, sempre che nel frattempo non siano occorsi quei tristi incidenti di percorso che
costringono
al silenzio artistico chi non ha mezzi economici sufficienti a fornire tutto l'ossigeno necessario alla propria
creatività (autocritica: boicottaggi compresi, anche se del tutto involontari ... ). L'indirizzo per i contatti
dovrebbe essere il seguente: Sadisax c/o Sergio Fontana, Via San Nicolao, CH-6598 Tenero (Svizzera).
Percaso Restiamo in Svizzera, e continuiamo
con le scuse: in fondo al cassetto, in compagnia del nastro dei Sadisax
c'erano anche questi due CD's editi dalla label Percaso di Christoph Gallio, un nome non nuovo a coloro che
già conoscono «Voix vulgaires». Percaso esiste già da sette anni: è un progetto
personale di Christoph, che ci mette dentro tutto l'amore e la
dedizione di cui è capace. In cambio, chiede con onestà tutta l'attenzione di cui siamo capaci
noi. Rispetto agli
altri titoli già conosciuti del suo catalogo, come il solo «Fishland» ed i suoi lavori al confine tra
elettronica e
jazz in trio con Matthew Ostrowski e Alfred Zirmmerlin, o le opere per piano del canadese Brian Agro, con
queste due ultime uscite è evidente che Christoph Gallio ha impresso una brusca sterzata alla policy
dell'etichetta, deviando dallo «sperimentalismo» e dalla ricerca degli esordi e del passato recente verso proposte
dal sapore più smaccatamente jazzistico in senso tradizionale. Non che questo costituisca una
«colpa», beninteso. Con tutta probabilità si tratta di una deviazione temporanea,
in particolare modo per il secondo dei due CD's, forse dettata dalla necessità di pubblicare un biglietto
da visita
sonoro per organizzare degli spettacoli dal vivo. Ben lontani comunque dal costituire un «sell out», questi
titoli offrono proposte musicalmente accessibili e, se
vogliamo popolari. Il primo CD è «Maria's place», del duo formato dal sassofonista svizzero
Nathanael Su e dal pianista
statunitense Michael Kanan, e lo si potrebbe accostare (con il dovuto rispetto per tutti e quattro i musicisti
coinvolti nell'operazione) a «Paris blues» di Gil Evans e Steve Lacy, a suo tempo già incontrato su
queste
pagine. Ovviamente il paragone è azzardato (basti solo pensare alla diversa esperienza e alle date di
nascita ...),
ma mi fa piacere pensare a questi due lavori in un senso di prospettiva, vedere uno come la prosecuzione ideale
dell'altro. Su e Kanan sono strumentisti piuttosto giovani, e si misurano con un repertorio difficile e con
degli standards
impegnativi. Il risultato mi sembra piacevole e, nonostante non sia un cultore del genere né un critico
informato,
a me questo disco, alla fine, non dispiace, anzi. Diversamente, mi ha davvero spiazzato l'altro CD, dal titolo
«All» e a nome del trio DAY & TAXI, cioè
Lindsay Cooper (basso,. .. è un omonimo!) Dieter Ulrich (batteria) e Christoph Gallio (sax alto e
soprano). I
tre hanno talento da vendere, suonano con abilità ed un certo stile, ma eseguono piuttosto
impeccabilmente e
senza offrire particolari brividi né emozioni, un repertorio originale che ... originale non sembra. A volte
sembra
proprio di stare ad ascoltare quelle formazioni ingessate su di un palco piccolo, luci soffuse e superalcolici in
quantità, in uno di quei jazz bar per ricchi dove la cravatta e la giacca sono d'obbligo.
Complessivamente «All»
mi è sembrato un lavoro piuttosto piatto e monotono, con pochi spunti interessanti e solo rarissimi
momenti
memorabili (ben più frequenti le cose noiose). Peccato, perché come ho detto all'inizio conosco
con quanto
amore e dedizione Christoph curi le proprie uscite: resto dell'idea che sappia dare molto di più in altre
occasioni
... e compagnie. Entrambi i CD's, come pure il rimanente catalogo di Percaso, sono distribuiti dalla Rec
Rec svizzera. In Italia
forse c'è qualche possibilità tramite la NuovADieNne di Milano, Disfunzioni Musicali di Roma,
oppure in
mezzo alle centinaia di titoli di dischi «difficili» del Megatalogo di Sarzana (Sp). Contatti diretti (magari a cui
inviare cartoline dove si richiede che Christoph ritorni a produrre musica come faceva una volta ... ): Percaso
productions c/o Christoph Gallio, Haldenstrasse 131, Zurich (Svizzera).
Fastilio ... E non «fastidio», anzi! Gioco di
parole piuttosto sciocco per cambiar aria e paese, dalla Svizzera all'Italia.
Una formazione atipica, che produce della musica piuttosto strana e alquanto difficile da descrivere. Queste
sono sei ragazze che hanno da poco formato FASTILlO, trasformando un gruppo musicale in un'occasione
intelligente per sperimentare nuove forme di comunicazione sonora. La cassetta che hanno spedito contiene la
registrazione di un loro concerto dello scorso anno a Modena, dov'erano l'opening act del violinista australiano
Jon Rose. Oltre a questa esperienza di collaborazione, vantano progetti con Paolo Fresu e Fred Frith,
nonché
molti concerti in Italia e all'estero. La confezione del nastro è (immagino) volutamente semplice e
sobria. La
registrazione non sembra sia stata manipolata, quindi propone, oltre a una manciata di esecuzioni, tutte le pause,
i silenzi, gli applausi, la tensione e le emozioni dell'accadimento. Tutto questo ha un fascino, e la mancanza
di post-produzione è una testimonianza semplice (eppure così poco
frequente, anzi sempre più rara da verificarsi ... ) che le cose da dire hanno un importanza ben maggiore
del
«come» le si dice. La caratteristica prima che colpisce all'ascolto è che le sei musiciste abbiano
avuto una felice esperienza
all'interno del Laboratorio Musica e Immagine di Bologna che si occupa prevalentemente di sonorizzare dal
vivo delle pellicole di cinema muto. L'approccio musicale è quindi suadente, teso ad accarezzare la
fantasia e
ad unire occhi ed orecchi in un'unica esperienza. Le musiche delle sei Fastilio sono acquarelli di breve durata
però carichi di ironia, cambiamenti bruschi, dissonanze, geometrie, banalità e stranezze. Il
gruppo si può contattare tramite l'etichetta indipendente Erosha (che ha pubblicato su un ottimo CD
alcuni
lavori del Laboratorio Musica ed Immagine) Via Guerrazzi, 20 - 40125 Bologna
|