Rivista Anarchica Online
Incontro-fiera dell'autogestione
di Circolo Berneri
Nell'ultimo decennio si sono sviluppate numerose esperienze di gestione
dell'economico e del sociale non
guidate dalla logica del profitto ma miranti a rispondere - per quanto parzialmente - a quei bisogni e desideri,
individuali e collettivi che tale logica non può tenere in considerazione. Centri sociali, banche
alternative, scuole
autogestite, case occupate, cooperative di produzione e servizi basate su principi egualitari, forme di
autogoverno quali federazioni municipaliste ed osservatori cittadini, autoproduzioni musicali, etc., sono alcune
delle realtà che hanno puntato sul metodo dell'autogestione. Spesso purtroppo la frammentazione e la
specializzazione ne sono state il segno distintivo: chi occupa uno spazio abbandonato raramente ha contatti con
chi è impegnato nel commercio equo e solidale, il quale a sua volta difficilmente stringe relazioni con
chi fa
autoproduzione di libri e dischi. E così via. Negli anni '80 le esperienze autogestionarie si sono
contraddistinte
per il netto rifiuto della dimensione progettuale e politica, cui hanno contrapposto un fare che ha posto al centro
il perseguimento immediato di obiettivi tangibili. Negli anni '60 e '70 la controcultura, i movimenti comunitari
avevano accompagnato, sostenuto ed alimentato la tensione verso una trasformazione sociale di segno
radicalmente egualitario e libertario che appariva non solo possibile ma persino imminente. Nel decennio
successivo il venir meno di una prospettiva di cambiamento tanto profonda quanto repentina ha fatto sì
che la
ricerca di alternative globali sia stata sostituita da un agire più circoscritto e limitato ma al contempo
più
concreto. Alla crescita quantitativa e qualitativa di realtà autogestite non ha perciò fatto
riscontro la capacità
di trovare occasioni di incontro e scambio, che permettessero le sinergie indispensabili a conferire spessore di
movimento alle varie anime dello sperimentalismo politico, sociale ed economico. Per quanto numeroso il
popolo dell'autogestione finisce con l'essere socialmente poco rilevante, perché non riesce a tracciare
uno spazio
sociale e politico che, pur mirando ad un'effettualità nel qui ed ora, non rinunci al ruolo di catalizzatore
d'una
trasformazione di più ampia portata. Il panorama che ci troviamo di fronte è caratterizzato dalla
presenza di
isole che non sanno farsi arcipelago, piccoli buchi in una tela di ragno incapaci a loro volta di tessere solide reti.
D'altra parte proprio nel momento in cui arrivano al dominio quasi incontrastato del pianeta, la democrazia
reale
ed il capitalismo mostrano tutti i loro limiti. Se il profitto diventa l'unico fine di qualunque azione o intervento,
l'unico elemento in grado di "far funzionare le cose" si scopre che da un lato la maggior parte dei bisogni singoli
e collettivi gli si sacrificano e che dall'altro c'è sempre un buon numero di persone che ne paga le spese.
La crisi
economica, sociale e politica che sta attraversando il nostro paese chiarisce in modo inequivocabile che la
maggior forza della democrazia reale e del capitalismo risiede nella debolezza dei suoi avversari. Ci pare
pertanto indispensabile cominciare a creare occasioni di dialogo tra le varie anime dell'universo autogestionario.
Un incontro-fiera dell'autogestione potrebbe divenire un'occasione importante per mettere in contatto le varie
realtà e per discutere e confrontarsi sull'affascinante ma difficile terreno delle utopie concrete.
Cominciare a costruire un terreno di comunicazione è un primo passo per chi aspira a uscire dalla
marginalità,
contribuendo all'apertura d'uno spazio politico e sociale di cooperazione e scambio.
* * * Noi pensiamo che l'incontro potrebbe articolarsi in due diversi momenti:
1) dibattito sui temi proposti e su altri che eventualmente emergano; 2) fiera esposizione-mercato
dei prodotti e degli elaborati presentati dalle realtà autogestionarie presenti. Temi proposti per il
dibattito: a) FUORI DAL MARGINE: ipotesi per la definizione di spazi politici e sociali che sappiano
dar vita a forme di autogestione allargata. b) OLTRE L'ECONOMIA: prospettive di autogestione di
attività produttive e di servizi che contrappongano l'etica della libertà alla logica
del profitto. c) UN'UTOPIA CONCRETA: strumenti per la creazione di una rete per l'autogestione.
Naturalmente sia la forma dell'iniziativa sia i temi proposti possono essere soggetti ad aggiustamenti e
modifiche. Tutti coloro che sono interessati a questa nostra proposta ed intendano collaborarvi sono invitati
a mettersi in
contatto con noi.
* * * Domenica 27 febbraio si è tenuta a Torino una prima riunione
organizzativa per l'incontro-fiera
dell'autogestione. Erano presenti vari gruppi e realtà autogestite del norditalia, tra i quali si è
sviluppato un
lungo e articolato dibattito su contenuti e prospettive di un movimento per l'autogestione. Nodo focale della
discussione è stato il tentativo di individuare le coordinate più appropriate a definire
un'attività autogestita. Da più parti è stata sottolineata l'importanza sia del metodo sia
dei contenuti. Le realtà presenti hanno concordato sui seguenti punti: - Le realtà
autogestite - siano gruppi od associazioni culturali e/o politiche, centri sociali, attività produttive o
di servizi - sono aggregazioni volontarie tra individui che perseguono un progetto. - Una situazione
autogestita privilegia il momento dello scambio e del confronto tra i suoi membri, che
contribuiscono in modo egualitario e non gerarchico alle decisioni comuni. - Un'attività autogestita
che sia anche un'impresa economica presuppone un'eguale distribuzione delle risorse
e, pur nel rispetto delle attitudini e delle competenze di ciascuno, mira ad eliminare ogni forma di rigida
divisione di incarichi e mansioni. - Un gruppo autogestito si caratterizza per la qualità etica del
proprio impegno, che presuppone un'intima
coerenza tra mezzi adottati e fini perseguiti. I punti sovraesposti definiscono sia pure sommariamente
l'orizzonte ideale di ogni prospettiva autenticamente
autogestionaria, la quale peraltro è quotidianamente costretta ad operare in un contesto politico e sociale
che
obbliga taluni a scendere a compromessi. Ci è parso comunque importante indicare un insieme di
principi, che,
pur tenendo conto della realtà, costituiscano un quadro politico ed assiologico di riferimento. I
presenti hanno altresì convenuto sulla necessità di creare occasioni di incontro, atte ad
approfondire le
tematiche proposte e a gettare le basi per la costituzione di reti di cooperazione tra le realtà autogestite.
Tali reti
potrebbero costituire uno strumento prezioso per tutti coloro che, muovendosi nell'ottica della trasformazione
sociale, mirano a costruire nel qui ed ora un'alternativa credibile. Il movimento per l'autogestione ha l'ambizione
di operare una radicale ridefinizione della dimensione del conflitto con la società del dominio,
assumendo
l'iniziativa di ripensare le coordinate politiche, sociali ed economiche dell'agire sociale. L'organizzazione di un
incontro-fiera dell'autogestione che sia occasione di reciproca conoscenza, nonché momento di
riflessione può
essere un primo momento di questo percorso. Per dare vita a una collaborazione attiva tra tutte quelle
realtà che operano con metodi e finalità autogestionarie
è necessario immaginare momenti, occasioni e modalità diverse attraverso cui creare e
rafforzare dei legami
tra ciascuna delle realtà interessate. Un primo momento che a noi pare utile a questo scopo
è redigere una sorta di catalogo e guida, con il doppio
risultato da una parte di fare una mappatura delle realtà e dell'altra di permettere a ciascun gruppo di
conoscere
tutti gli altri, individuando immediatamente eventuali collaborazioni possibili. Proponiamo quindi che
ciascuna delle esperienze autogestite invii una scheda di presentazione. Noi
provvederemo ad assemblare le schede pervenute raccogliendole in un libretto od opuscolo che verrà
quindi
opportunamente diffuso. Le informazioni fondamentali su cui a nostro avviso è il caso di
soffermarsi riguardano: l'identità, la storia e
l'attività del gruppo; quali sono le modalità decisionali e se vi è una suddivisione e
rotazione dei compiti; nel
caso di attività produttive, come avviene la spartizione degli utili; tutto ciò oltre naturalmente,
a qualunque altra
informazione che ciascuno ritiene significativa della propria attività. Per contatti scrivere a: Il
Laboratorio dell'Utopia / Circolo Berneri C.so Palermo, 46 - 1 0152 Torino
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