Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 209
maggio 1994


Rivista Anarchica Online

Incontro-fiera dell'autogestione
di Circolo Berneri

Nell'ultimo decennio si sono sviluppate numerose esperienze di gestione dell'economico e del sociale non guidate dalla logica del profitto ma miranti a rispondere - per quanto parzialmente - a quei bisogni e desideri, individuali e collettivi che tale logica non può tenere in considerazione. Centri sociali, banche alternative, scuole autogestite, case occupate, cooperative di produzione e servizi basate su principi egualitari, forme di autogoverno quali federazioni municipaliste ed osservatori cittadini, autoproduzioni musicali, etc., sono alcune delle realtà che hanno puntato sul metodo dell'autogestione. Spesso purtroppo la frammentazione e la specializzazione ne sono state il segno distintivo: chi occupa uno spazio abbandonato raramente ha contatti con chi è impegnato nel commercio equo e solidale, il quale a sua volta difficilmente stringe relazioni con chi fa autoproduzione di libri e dischi. E così via. Negli anni '80 le esperienze autogestionarie si sono contraddistinte per il netto rifiuto della dimensione progettuale e politica, cui hanno contrapposto un fare che ha posto al centro il perseguimento immediato di obiettivi tangibili. Negli anni '60 e '70 la controcultura, i movimenti comunitari avevano accompagnato, sostenuto ed alimentato la tensione verso una trasformazione sociale di segno radicalmente egualitario e libertario che appariva non solo possibile ma persino imminente. Nel decennio successivo il venir meno di una prospettiva di cambiamento tanto profonda quanto repentina ha fatto sì che la ricerca di alternative globali sia stata sostituita da un agire più circoscritto e limitato ma al contempo più concreto. Alla crescita quantitativa e qualitativa di realtà autogestite non ha perciò fatto riscontro la capacità di trovare occasioni di incontro e scambio, che permettessero le sinergie indispensabili a conferire spessore di movimento alle varie anime dello sperimentalismo politico, sociale ed economico. Per quanto numeroso il popolo dell'autogestione finisce con l'essere socialmente poco rilevante, perché non riesce a tracciare uno spazio sociale e politico che, pur mirando ad un'effettualità nel qui ed ora, non rinunci al ruolo di catalizzatore d'una trasformazione di più ampia portata. Il panorama che ci troviamo di fronte è caratterizzato dalla presenza di isole che non sanno farsi arcipelago, piccoli buchi in una tela di ragno incapaci a loro volta di tessere solide reti.
D'altra parte proprio nel momento in cui arrivano al dominio quasi incontrastato del pianeta, la democrazia reale ed il capitalismo mostrano tutti i loro limiti. Se il profitto diventa l'unico fine di qualunque azione o intervento, l'unico elemento in grado di "far funzionare le cose" si scopre che da un lato la maggior parte dei bisogni singoli e collettivi gli si sacrificano e che dall'altro c'è sempre un buon numero di persone che ne paga le spese. La crisi economica, sociale e politica che sta attraversando il nostro paese chiarisce in modo inequivocabile che la maggior forza della democrazia reale e del capitalismo risiede nella debolezza dei suoi avversari. Ci pare pertanto indispensabile cominciare a creare occasioni di dialogo tra le varie anime dell'universo autogestionario. Un incontro-fiera dell'autogestione potrebbe divenire un'occasione importante per mettere in contatto le varie realtà e per discutere e confrontarsi sull'affascinante ma difficile terreno delle utopie concrete.
Cominciare a costruire un terreno di comunicazione è un primo passo per chi aspira a uscire dalla marginalità, contribuendo all'apertura d'uno spazio politico e sociale di cooperazione e scambio.

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Noi pensiamo che l'incontro potrebbe articolarsi in due diversi momenti:
1) dibattito sui temi proposti e su altri che eventualmente emergano;
2) fiera
esposizione-mercato dei prodotti e degli elaborati presentati dalle realtà autogestionarie presenti.
Temi proposti per il dibattito:
a) FUORI DAL MARGINE:
ipotesi per la definizione di spazi politici e sociali che sappiano dar vita a forme di autogestione allargata.
b) OLTRE L'ECONOMIA:
prospettive di autogestione di attività produttive e di servizi che contrappongano l'etica della libertà alla logica del profitto.
c) UN'UTOPIA CONCRETA:
strumenti per la creazione di una rete per l'autogestione.
Naturalmente sia la forma dell'iniziativa sia i temi proposti possono essere soggetti ad aggiustamenti e modifiche.
Tutti coloro che sono interessati a questa nostra proposta ed intendano collaborarvi sono invitati a mettersi in contatto con noi.

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Domenica 27 febbraio si è tenuta a Torino una prima riunione organizzativa per l'incontro-fiera dell'autogestione. Erano presenti vari gruppi e realtà autogestite del norditalia, tra i quali si è sviluppato un lungo e articolato dibattito su contenuti e prospettive di un movimento per l'autogestione.
Nodo focale della discussione è stato il tentativo di individuare le coordinate più appropriate a definire un'attività autogestita. Da più parti è stata sottolineata l'importanza sia del metodo sia dei contenuti.
Le realtà presenti hanno concordato sui seguenti punti:
- Le realtà autogestite - siano gruppi od associazioni culturali e/o politiche, centri sociali, attività produttive o di servizi - sono aggregazioni volontarie tra individui che perseguono un progetto.
- Una situazione autogestita privilegia il momento dello scambio e del confronto tra i suoi membri, che contribuiscono in modo egualitario e non gerarchico alle decisioni comuni.
- Un'attività autogestita che sia anche un'impresa economica presuppone un'eguale distribuzione delle risorse e, pur nel rispetto delle attitudini e delle competenze di ciascuno, mira ad eliminare ogni forma di rigida divisione di incarichi e mansioni.
- Un gruppo autogestito si caratterizza per la qualità etica del proprio impegno, che presuppone un'intima coerenza tra mezzi adottati e fini perseguiti.
I punti sovraesposti definiscono sia pure sommariamente l'orizzonte ideale di ogni prospettiva autenticamente autogestionaria, la quale peraltro è quotidianamente costretta ad operare in un contesto politico e sociale che obbliga taluni a scendere a compromessi. Ci è parso comunque importante indicare un insieme di principi, che, pur tenendo conto della realtà, costituiscano un quadro politico ed assiologico di riferimento.
I presenti hanno altresì convenuto sulla necessità di creare occasioni di incontro, atte ad approfondire le tematiche proposte e a gettare le basi per la costituzione di reti di cooperazione tra le realtà autogestite. Tali reti potrebbero costituire uno strumento prezioso per tutti coloro che, muovendosi nell'ottica della trasformazione sociale, mirano a costruire nel qui ed ora un'alternativa credibile. Il movimento per l'autogestione ha l'ambizione di operare una radicale ridefinizione della dimensione del conflitto con la società del dominio, assumendo l'iniziativa di ripensare le coordinate politiche, sociali ed economiche dell'agire sociale. L'organizzazione di un incontro-fiera dell'autogestione che sia occasione di reciproca conoscenza, nonché momento di riflessione può essere un primo momento di questo percorso.
Per dare vita a una collaborazione attiva tra tutte quelle realtà che operano con metodi e finalità autogestionarie è necessario immaginare momenti, occasioni e modalità diverse attraverso cui creare e rafforzare dei legami tra ciascuna delle realtà interessate.
Un primo momento che a noi pare utile a questo scopo è redigere una sorta di catalogo e guida, con il doppio risultato da una parte di fare una mappatura delle realtà e dell'altra di permettere a ciascun gruppo di conoscere tutti gli altri, individuando immediatamente eventuali collaborazioni possibili.
Proponiamo quindi che ciascuna delle esperienze autogestite invii una scheda di presentazione. Noi provvederemo ad assemblare le schede pervenute raccogliendole in un libretto od opuscolo che verrà quindi opportunamente diffuso.
Le informazioni fondamentali su cui a nostro avviso è il caso di soffermarsi riguardano: l'identità, la storia e l'attività del gruppo; quali sono le modalità decisionali e se vi è una suddivisione e rotazione dei compiti; nel caso di attività produttive, come avviene la spartizione degli utili; tutto ciò oltre naturalmente, a qualunque altra informazione che ciascuno ritiene significativa della propria attività.
Per contatti scrivere a:
Il Laboratorio dell'Utopia / Circolo Berneri C.so Palermo, 46 - 1 0152 Torino