Rivista Anarchica Online
Malatesta e Forza Italia
di Giuseppe Galzerano
È arrivato il tempo degli avvoltoi. È incredibile. In via Bosco
a Caserta è stato costituito il club di Forza Italia intitolato nientepopodimeno che ad
Errico Malatesta, che non è lasciato in pace - per rubare un'espressione che non appartiene alla nostra
cultura -
neanche da morto. La stupefacente notizia l'apprendiamo per caso da una giornalista del mensile «La Voce della
Campania» di Napoli, la quale si era fermata a curiosare tra i nostri libri e trova un libro di Errico Malatesta,
«L'Anarchia», che acquista, dicendomi se sapevo che a Caserta c'era un club di Forza Italia intestato a
Malatesta.
Le dico che di Malatesta ce ne sono tanti. No, lei mi dice, proprio ad Errico Malatesta, l'anarchico, e per questo
aveva preso il suo libro, e le faccio presente che tra gli attuali «padroni del vapore» e Malatesta non esiste
assolutamente nessun punto di contatto. Pur essendo consapevole che l'Italia vive un momento di confusione
politica, resta ugualmente sorpresa e incredula, perché davvero è impensabile che possa
accadere una cosa del
genere. Mi promette di portarmi il numero de «La Voce della Campania», che ha dedicato alla presenza
campana
di Forza Italia un ampio servizio e così leggo dell'indegna e scorretta speculazione politica degli
esponenti
casertani di Forza Italia, che nella loro paurosa povertà culturale e politica e nel becero tentativo di
presentarsi
come il nuovo non hanno trovato di meglio che far passare come uno di loro il nostro povero, ma coerente,
Errico
Malatesta, che ha lottato tutta la sua vita contro il potere di qualsiasi colore fosse. Non è qui il caso di
ripercorrere
la vita di abnegazione politica e di sacrifici di Errico Malatesta, il quale forse tutto si sarebbe aspettato, tranne
di finire tra gli antenati di Silvio Berlusconi. Probabilmente nella scelta dei casertani, ha giocato il fatto che
Errico
Malatesta era nato a Santa Maria Capua Vetere e nella mancanza di riferimenti del proprio passato non hanno
trovato di meglio che strumentalizzare ai loro fini la figura adamantina di Errico Malatesta. Comunque è
un'operazione squallida, che offende la memoria del grande agitatore anarchico ed è una provocazione
a tutto il
movimento anarchico. Il club «Errico Malatesta» - apprendiamo dall'inchiesta di Fabrizio Geremicca,
pubblicato
sul n. 6/94 de «La Voce della Campania» - è stato costituito da un «ballerino» - e l'Italia, si sa,
è il paese dei
voltagabbana - della politica casertana, certo Gerardo Zampella, che è un poeta - un'altra abbondanza
italiana -
che nel '90 si candidò con una lista civica d'ispirazione progressista e poi recentemente è
approdato ai lidi vincenti
di Forza Italia e scrive su un periodico casertano sostenuto dalla destra. «Eravamo indecisi - dichiara Zampella
al giornalista napoletano - se scegliere il nome di Giordano Bruno oppure quello di Malatesta, ma abbiamo
scelto
Malatesta perché è stato perseguitato allo stesso modo dalla destra e dalla sinistra». E' inutile
dire che nessuno
dei due ha minimamente nulla a che vedere con Forza Italia. Nella sua insulsa spiegazione, il povero Zampella
dimostra di non conoscere né i pensieri né la vita di Malatesta, il quale non fu affatto
«perseguitato» dalla sinistra,
anche perché ai suoi tempi la sinistra non era al potere, ma fu invece perseguitato ferocemente da
Mussolini e dai
fascisti. Tutt'al più Malatesta fu combattuto dalla sinistra, ma questo fa parte della dialettica politica,
così come
Malatesta combatteva certa sinistra che aveva rinunciato alle sue prerogative rivoluzionarie. Forse
Zampella si attende la gratitudine degli anarchici, invece noi invitiamo Gerardo Zampella e i 200 soci del
club casertano alla serietà e al rispetto della verità, della storia e degli uomini che l'hanno fatta
e a rinunciare a
questa intitolazione, che è un vero e proprio oltraggio politico ed umano, in quanto il nome di Errico
Malatesta
appartiene naturalmente all'anarchismo e l'anarchismo davvero non ha nulla a che vedere né con
Berlusconi né
con Forza Italia, né con chiunque si allei con i fascisti, che Malatesta combatté nel corso degli
ultimi anni della
sua vita e Mussolini gli rese la vita difficile facendolo vigilare continuamente e non consentendogli alla morte
neanche il diritto ad avere un regolare funerale ( ... )
|