Rivista Anarchica Online
Amerikani a Vicenza: lasciano o raddoppiano?
di Gianni Sartori
Vicenza gode inoltre della
presenza di un'altra base sotterranea nella zona della "Fontega", poco lontano dal
santuario di Monte Berico. Arrivando da Padova poi è impossibile non notare l'immensa base
denominata
"Caserma Ederle" (quest'ultima "a cielo aperto") da cui fuoriescono camion verde oliva, jeep e soldati in
mimetica (spesso anche armati di tutto punto, frasche sull'elmetto e volto annerito, per esercitazioni che sanno
tanto da esibizione o forse da intimidazione preventiva). In passato si era parlato di una sua smobilitazione,
venendo a cadere lo spauracchio di un'invasione cosacca, pardon sovietica, ma poi le cose sono andate
altrimenti.
Una base imperialista Infatti si è allargata alquanto venendo a
comprendere nel suo perimetro qualche altro migliaio di metri quadrati,
fino ad allora miracolosamente conservati a campi, destinati a diventare pista di atterraggio per elicotteri.
Ovviamente è molto più comodo sbarcare mezzi ed uomini direttamente dentro il perimetro
della base piuttosto
che al solito aeroporto sul lato opposto della città. Una pista di atterraggio supplementare si è
rivelata utilissima
in occasione della guerra del Golfo, quando il via vai quotidiano di decine e decine di giganteschi shinook
(quelli "a banana", con due eliche) impensierì seriamente gli abitanti del sottostante (sottostante agli
elicotteri)
quartiere di San Pio X°. Lo spettacolo è poi proseguito saltuariamente con qualche impennata in
occasione delle
varie trasferte imperiali. In particolare con i nuovi bombardamenti (clintoniani) di Baghdad nel '93. La "Ederle"
ha così confermato la sua importanza logistica come base di transito, proprio come negli anni sessanta.
Del resto la Ederle è sempre stata anche un valido scalo per gli alleati. Una decina di anni fa,
quando l'lrak era
un baluardo dell'occidente contro l'integralismo iraniano (e quindi poteva impunemente bombardare e gasare
i Kurdi, proprio come oggi la Turchia) suscitò scalpore l'incidente capitato ad un elicottero irakeno
antiguerriglia di fabbricazione italiana precipitato poco lontano, a Fongara. A causa della nebbia andò
a sbattere
contro le rocce. Nessuno dell'equipaggio sopravvisse ma naturalmente l'opinione pubblica non poté fare
a meno
di chiedersi cosa diavolo ci facesse un elicottero iracheno nel vicentino. Si venne a sapere che la cosa era
piuttosto frequente (ma naturalmente senza l'incidente sarebbe passata inosservata). L'elicottero in questione
si recava a Milano per riparazioni ed era arrivato fin qui procedendo a tappe, pernottando nelle numerose basi
NATO dislocate lungo il percorso, in particolare in Turchia e in Italia. Aveva fatto sosta ad Aviano e, appunto,
alla Ederle, noto scalo internazionale per gli imperialisti e i loro servi alleati.
Arrivano gli Apaches Meno nota è invece la presenza di un ameno
"villaggio americano", nei pressi di Casale, dove tra casette
monofamiliari (circa 400 alloggi) con praticelli sempre ben curati, parchi gioco e rigorosissimi limiti di
velocità
le famiglie delle truppe di occupazione soggiornano serenamente. Per gli abitanti della zona era stata una vera
bomba la recente notizia di un suo ulteriore ampliamento, fatalmente preceduto da esproprio. Nientemeno che
altri settanta-ottanta mila metri quadrati di area verde strappati ad un territorio già fortemente
penalizzato. Alla
faccia tra l'altro del Piano Regolatore. Incazzati anche alla Circoscrizione n° 3 dato che neanche loro sono mai
stati consultati in proposito. Infatti il Genio Militare non ha bisogno di dare preavviso al Comune, ma
semplicemente informa dell'avvenuta decisione i diretti interessati che si devono adeguare. Vuoi per la mezza
sollevazione popolare, vuoi per tenere i vicentini sulla corda, in un secondo tempo la cosa è stata
ridimensionata: gli ampliamenti non sarebbero di prossima esecuzione. Anzi potrebbe anche trattarsi di un
equivoco: la richiesta risaliva a tempo addietro e la pratica procedeva per conto suo (una "coda burocratica")
senza essere più stata rinnovata. Del resto per trovare un tetto ai suoi dipendenti la Setaf può
sempre ricorrere
al solito sistema: l'indennità alloggio per quei militari che non hanno casa in caserma o al villaggio (con
le ben
immaginabili conseguenze sugli affitti in città e zone limitrofe). Comunque staremo a vedere. Quello
che invece
non è trapelato è il motivo di questo preannunciato ampliamento. Inevitabile collegarlo alla
"voce" che a
Vicenza stiano per arrivare, per tener compagnia ai shinook, anche gli "apaches". Non quelli di Geronimo o di
Mangas Coloradas, purtroppo, ma i famosi elicotteri da combattimento, con relativo personale. Per farne che?
Per inviarli dove? La ex-Yugoslavia non è poi tanto lontana e forse Aviano è un po'
sovraffollata. E comunque
fuori dubbio che a decidere in proposito saranno tutti fuorché i cittadini. Da tempo si è capito
chi comanda
veramente in questa colonizzata città.
"Mericani fora dae bae" Un episodio piccolo ma significativo ha tolto ogni
dubbio in proposito anche ai meno prevenuti. Quattro anni
fa una contrada sui Colli Berici (Calora) fu teatro di una serie di episodi inquietanti: autocombustioni di moto
e televisori, nascite di agnelli morti, la morte o la scomparsa di decine di gatti e altri animali domestici, strani
malesseri tra la popolazione con conseguente evacuazione di donne e bambini... (per saperne di più
rileggersi
l'ampio servizio apparso su "A" 172, aprile '90). Non ci volle molto per individuare il probabile colpevole: l'area
militare Setaf con i suoi avveniristici impianti radar e le apparecchiature LOS Microwawe Repeater che, come
una selva di tralicci, sovrastava la piccola contrada. Si parlò di onde elettromagnetiche ma anche di
"esperimenti" (chi erano le cavie?). Quando la popolazione insorse il prefetto minacciò l'evacuazione
forzata.
Dal canto loro anche gli americani si fecero avanti, disposti a comprare in blocco la contrada. L'ipotesi di
"staccare la spina", almeno momentaneamente, agli impianti non venne neanche presa in considerazione.
Poi i fenomeni cessarono, almeno nei loro aspetti più spettacolari e la cosa venne messa a tacere.
A ricordare
l'episodio sono rimaste soltanto alcune scritte: "MERICANI FORA DAE BAE". Nonostante siano in "lengoa
veneta" vi posso assicurare che non sono assolutamente opera degli epigoni di Rocchetta. In ogni caso si era
avuta l'ennesima conferma dello stato di sudditanza in cui versa il territorio vicentino.
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