Rivista Anarchica Online
Karl no, Groucho sì
di PGMd'I
La presentazione - anzi, addirittura l'autopresentazione - di un partito sulle pagine di una rivista anarchica?
Ebbene sì, per il Partito Groucho-Marxista d'Italia facciamo un'eccezione.
Dopo il successo di «Groucho» su Dylan Dog, sono in molti, specie tra
i più giovani, a simpatizzare per il
Groucho-marxismo. Ma il «partito» quand'è nato?
Pralina e Alberto - Sull'equivoco tra marxismo di tipo Karl e Groucho si è
spesso giocato, soprattutto in
ambiente di sinistra tant'è vero che ora molti orfanelli di Karl vorrebbero consolarsi con Groucho
(vedasi la
sezione fiorentina del PDS intitolata ai fratelli Marx). Da Manuel Scorza (ne «La danza immobile» parla di una
Marie Claire marxista tendenza Groucho) ad Antonin Artuad, da Woody Allen ad Alessandro Bergonzoni, molti
sono gli intellettuali e gli artisti che hanno dichiarato il loro amore per il teatro e il cinema dei fratelli Marx.
All'inizio degli anni '80, a Toronto, un gruppo di anarchici dà vita al «Groucho Marxist Party». Nel
1984 la
rivista situazionista «Vogue», Londra, pubblica un ampio dossier semi-serio su: «Grouchomarxism: amazing
tales of political pranks and anarchist boofoneries». Recentemente il mensile satirico statunitense «Spy»,
ispirandosi al film «La guerra lampo», ha coperto di
ridicolo alcuni uomini politici. Nel 1987 a Livorno, dopo, non a caso, la beffa dei falsi Modigliani, nasce il
PGMd'I. Un occhio alle avanguardie (Dada e Futurismo) e uno al movimento anarchico, uscì
«Patatrak» (chiaramente
strabica). Poi fu ideato il manifesto astensionista coi Blues Brothers («i sovversivi non votano») ...
Filippo - Ci vuole un po' di Carnevale nell'Anarchia!
Pralina - Già, il movimento anarchico pecca di troppa seriosità.
E non prende sul serio tutto ciò che viene
espresso in modo creativo e non formale, nonostante nel movimento ci siano molte persone creative ed alcune
piuttosto divertenti. Autocensura? Ma ritornando al «Partito», dopo i «padri fondatori» ci volevano le
«madri fondatrici» (che non è un istituto di
suore)! Io e Dada Knorr abbiamo creato una sorta di femminismo demenziale, a partire dalla «nostra
idioma»: il
linguaggio cambia sesso e diventa linguaccia ... le comizie ... l'anarchivia ... e la mostra ...
Mastro Lindo - Quale mostra?
Pralina - La mostra di Firenze («La cena delle beffe», 1990).
Dada Knorr - A parte le cazzate che dici, bisogna riconoscere che di cose ne
abbiamo fatte. Anche all'interno
del Meeting anticlericale, la presenza del PGMd'I è stata un fatto importante, per l'aspetto gaio e
dissacratorio,
allegro e scanzonato, così lontano dalla cupezza sado-maso (molto cattolica) di certi signori pieni di
borchie
e di spilloni!
Eugen, del Groucho Tiroler Volks Partei - Tra gnosi e teologia della liberazione,
aristocrazia e scatti plebei,
stato e antistato, sono sempre in bilico, ma mi trovo bene con «loro», cioè coi creativi neo-situazionisti,
anche
perché, pur se leggo moltissimo, preferisco di gran lunga sentire musiche, le più varie,
scribacchiare poesie,
racconti, pièces teatrali ...
Pralina - Voglio scrivere un racconto su «Biancaneve e le sette gnosi».
Remy, del PGMF - Le streghe non ci mancano...
«Groucho fuma» è una fanzine, un giornale, o cos'altro?
Pralina - Non c'è una redazione, e questo non significa che pubblichiamo
senza un criterio. Innanzi tutto
abbiamo sensibilità comuni. Ogni numero riunisce alcuni scritti e ritagli su un argomento, la grafica
ha la stessa
importanza degli scritti; quando abbiamo del materiale valido e interessante lo assembliamo in questo
«contenitore». Non sprechiamo carta per le polemiche personali, tutto il resto è possibile. Abbiamo
diffuso alcuni scritti inediti di Novatore, abbiamo contribuito a far conoscere personaggi «lunari»
come Salvatore Salemi e Piero Ciampi. Eugen Galasso ha scritto un interessante commento su Brel,
Brassens e Ferré. Molto bello il numero sulle donne
(Viva la Pica!) con un ventaglio che va dalla ex-Jugoslavia a DADA CHADOR. ..
Alberto - È di prossima pubblicazione uno scritto sconosciuto del
Carrà marinettiano integralista, che mostra
l'aspetto più deteriore di un certo futurismo: irrazionale, goliardico e autoritario.
Pralina - Raffaella Carrà?
Alberto - Tuca ... tuca ... tu ... Carlo Dalmazzo Carrà.
Pralina - Un grosso limite di «Groucho fuma» è costituito dal fatto di
essere fotocopiato e di non avere una
diffusione capillare, è un peccato perché molti compagni ce lo chiedono, molti più di
quelli che riusciamo ad
esaudire, ma ci sono anche dei grossi problemi economici e di organizzazione. Una cosa molto bella
comunque è il fatto che «Groucho fuma» a volte viene ri-fotocopiato e diffuso
spontaneamente, e questo è il vero spirito della nostra iniziativa. Non escludo che un domani si possa
anche
andare in stampa ... vedrò nella sfera di cristallo di Leda Rafanelli ...
Quali sono i limiti di una dis/organizzazione come il PGM?
Pralina - Saranno affrontati nel convegno: «Limiti e prospettive del
groucho-marxismo oggi» organizzato dalla
casa editrice «Sensibili alle fogne» (battuta di Domenico). Un limite evidente sta nel fatto che le iniziative le
devo ideare sempre io, ma questo è un «male» comune: nel movimento anarchico moltissime
realtà si muovono
per merito di pochissime persone; ci sono circoli, case editrici, archivi, ecc. e persino organizzazioni più
ampie,
che vivono sul lavoro di due o tre compagni. Un altro limite sta nel fatto che la gente ha un approccio
consumistico anche verso quelli che dovrebbero essere canali autogestionari come la TV autoprodotta o le
fanzine. Riguardo al PGM come «novità» magari all'inizio c'è molta curiosità,
facili adesioni, però pochi sono disponibili
a partecipare: i compagni seriosi no, perché non ritengono il groucho-marxismo utile per la rivoluzione
(però
quando vogliono fare dello spirito, non si dimostrano per niente rivoluzionari); i compagni sensibili nemmeno,
perché spesso stanno così male che non riescono nemmeno ad allacciarsi le scarpe. Soprattutto
se gli vanno
strette. Comunque ci sono qui e lì «aperture» e sprazzi vitali, ad es. al Circolo Berneri di Torino
(serata patafisica
antielettorale) e all'A.R.LA. di Perugia (Cena conviviale - incontro sull' Anarcodemenzialismo, giugno 1994).
E poi c'è questo aspetto così informale che impedisce legami profondi, non c'è il
collante di uno spazio fisico
(come una sede) o di un'organizzazione con riunioni periodiche, uno statuto, ecc. Noi ci «sentiamo» soltanto,
è un fatto di feeling, come diceva Janis Joplin.
Ci sono continuità fra avanguardie storiche del Novecento e Groucho-marxismo?
Pralina - I «Chille de la Balanza» hanno inscenato degli spettacoli teatrali sul
Dadaismo, sul Futurismo e sui
fratelli Marx ...
Alberto - E' dalla provocazione, dalla decodificazione del linguaggio, che nasce
realmente qualcosa di più e
di nuovo, che scardina e distrugge ed al contempo crea. Per trovare radici dei Marx, vorrei ricordare in
particolare il «Teatro futurista dell'assurdo», così definito da M. Verdone (Il Teatro del tempo futurista,
Roma
1959). In «Uccidiamo il chiaro di luna» si valorizzano i «pazzi, o fratelli nostri amatissimi» e l'arte
demenziale
futurista, così come la «demenza simulata» di Breton ed Eluard ne «L'immacolata concezione» del
1930 su su
fino a Carmelo Bene cioè al «metodo paranoico». Ma Verdone in questo senso, elenca tutta una serie
di casi
che qui sarebbe lungo trattare, e che vanno da Cangiullo a Mario De Leone a Oscar Mara con le sue
translitterazioni fonetiche ripresa poi da Escodamé in «Galleria tè alle cinque» e poi con «Le
api» di Oreste del
Buono. Rognoni, futurista di sinistra e parolibero nonché autore teatrale afferma: «Potremo avere
plastici paroliberi nei
quali alle parole vengano uniti fili, stagnola, piume, veli, ecc. Ad essi potranno pure essere applicate
inferiormente delle tavole tattili» ... che ritroviamo poi nelle rappresentazioni teatrali e di certo cinema di questo
nostro secolo, compreso quello dei fratelli Marx.
Pralina - E visto che ci stiamo ... citando, vorrei leggere una cosa bellina dal tuo
libro «Rivoluzione in
tipografia: Gigi Vizzo-Rollio paroliberismo di un operaio apatico» (TraccEdizioni), dove parla di un clown
musicale che «con accompagnamento di bottiglie canterà l'inno dei lavoratori» ...
Concetto - E' un clown mafioso, come me!
Zio Gano - E Achille Campanile, dove lo metti?
Paola di Vidaligrad - E il «Germinal»?
Pralina - Groucho è solo un pretesto, secondo me e anche secondo Harpo.
Non si dovrebbe mitizzare nessuno,
del resto lui stesso l'ha detto: «Non entrerei mai a far parte di un club che mi annoverasse tra i suoi soci».
Nemmeno con settanta «tesserati»!!!
Poesia fanese
Il verde del mare si lascia annusare la spuma è di piuma io arrivo al treno
almeno uscendo da una galleria ragiono di filosofia i cuce le labbra la luce mi sento un pochino
il doppiomento guardo con aria assorta una gonna corta respiro d'asmatica simpatica m'inietto lo
spray nei polmoni-coglioni un'occhiata all'orologia-Ambrogio un sorriso alle onde bionde eccomi
già a Fano, mi prude una mano il riverbero nel vetro m'allarga d'un metro mi vedo matrioska,
e scaccio una mosca seguo il contorno del mio cuore, dottore prendo la borsa di corsa mi taglio
quasi col bagaglio ho porato il cioccolato il frullato con lo stufato ho portato l'energia di mia
zia la gioia della soia l'arte di Marte, la danza ganza l'inesauribile esperienza della demenza
Pralina Tuttifrutti
(Da "La nostra idioma" di dada Knorr/Pralina Tuttifrutti - TraccEdizioni, novembre
1994)
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