Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 24 nr. 214
dicembre 1994 - gennaio 1995


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Obiezione di coscienza: un po' di storia
di Pietro Ferrua

Esistevano sinora alcuni libri trattanti questo argomento ma nessuno si era mai peritato di approfondire il soggetto in tal modo. Il rigore scientifico proviene forse dal fatto che l'opera (Sergio Albesano: Storia dell'obiezione di coscienza in Italia, Treviso, Santi/Quaranta, 1993, pp. 193, Lire 22.000) è tratta da una tesi di laurea e vi si trovano perciò riferimenti storici, giudiziari, statistici, ignorati persino dalla maggior parte degli specialisti. L'autore non si limita a stendere una storia dell'obiezione di coscienza risalente soltanto al secondo dopoguerra, ma ci colloca in pieno nel cuore della Prima Guerra Mondiale e ne fa emergere casi che, per essere sporadici e asistematici, non sono meno convincenti. Obiettivamente, ci presenta pentecostali o anarchici e cerca anche di dare la parola ai militari i quali, molto sintomaticamente, disdegnano di collaborare con lui. Dalle ricerche di Albesano scaturisce il nominativo di uno dei primi obiettori italiani in assoluto e cioè Luigi Lué che venne processato e condannato a otto anni di carcere per le sue idee (di matrice tolstoiana) durante la Prima Guerra Mondiale, destando ammirazione anche presso i magistrati. Altro obiettore della Prima Guerra fu Giovanni Gagliardi, schedato come anarchico dalla polizia fascista, il quale conobbe la prigione, il manicomio e il confino.
Infine, già nel 1915 l'autore ci fa scoprire un obiettore precursore dei Testimoni di Geova, diventati molto più noti nel secondo dopoguerra. Anche per quest'epoca Albesano ci presenta alcuni predecessori di Pinna per poi soffermarsi a lungo su quest'ultimo, che inaugurò con la sua abnegazione e la sua autenticità la fase moderna dell'o.d.c. L'autore ha ragione di insistere sulla posizione nettamente ostile di tutti i partiti politici, indistintamente, nei riguardi dell'o.d.c. negli anni '50. Potremmo dire altrettanto delle chiese, anche se, ad onor del vero, dovremmo escludere la Tavola Valdese, che prese posizione in favore dell'o.d.c. sin dai primordi, nonché la setta dei Testimoni di Geova, che tanti obiettori fornì alla storia italiana. La situazione è molto cambiata da quell'epoca. Ora esiste una legge, vige un servizio alternativo, i partiti non si oppongono più all'o.d.c., la Chiesa Cattolica ha compiuto anch'essa un gran passo in avanti.
Rimane però il problema dell'obiezione «totale», del rifiuto di un servizio civile obbligatorio amministrato dallo Stato. Non è compito di Albesano trovare delle proposte o delle soluzioni in merito, spetta invece ai nuovi obiettori e ai nuovi legislatori. L'autore ci ha offerto la più completa e la più seria disamina del soggetto visto in prospettiva di storia passata, offrendo utili suggestioni di riflessione sulle problematiche attuali e sulle prospettive future.