Rivista Anarchica Online
Obiezione di coscienza: un po' di storia
di Pietro Ferrua
Esistevano sinora alcuni libri trattanti questo argomento ma nessuno si era mai
peritato di approfondire il
soggetto in tal modo. Il rigore scientifico proviene forse dal fatto che l'opera (Sergio Albesano:
Storia
dell'obiezione di coscienza in Italia, Treviso, Santi/Quaranta, 1993, pp. 193, Lire 22.000) è
tratta da una tesi
di laurea e vi si trovano perciò riferimenti storici, giudiziari, statistici, ignorati persino dalla maggior
parte degli
specialisti. L'autore non si limita a stendere una storia dell'obiezione di coscienza risalente soltanto al secondo
dopoguerra, ma ci colloca in pieno nel cuore della Prima Guerra Mondiale e ne fa emergere casi che, per essere
sporadici e asistematici, non sono meno convincenti. Obiettivamente, ci presenta pentecostali o anarchici e cerca
anche di dare la parola ai militari i quali, molto sintomaticamente, disdegnano di collaborare con lui. Dalle
ricerche di Albesano scaturisce il nominativo di uno dei primi obiettori italiani in assoluto e cioè Luigi
Lué che
venne processato e condannato a otto anni di carcere per le sue idee (di matrice tolstoiana) durante la Prima
Guerra Mondiale, destando ammirazione anche presso i magistrati. Altro obiettore della Prima Guerra fu
Giovanni Gagliardi, schedato come anarchico dalla polizia fascista, il quale conobbe la prigione, il manicomio
e il confino. Infine, già nel 1915 l'autore ci fa scoprire un obiettore precursore dei Testimoni di
Geova, diventati molto più
noti nel secondo dopoguerra. Anche per quest'epoca Albesano ci presenta alcuni predecessori di Pinna per poi
soffermarsi a lungo su quest'ultimo, che inaugurò con la sua abnegazione e la sua autenticità
la fase moderna
dell'o.d.c. L'autore ha ragione di insistere sulla posizione nettamente ostile di tutti i partiti politici,
indistintamente, nei riguardi dell'o.d.c. negli anni '50. Potremmo dire altrettanto delle chiese, anche se, ad onor
del vero, dovremmo escludere la Tavola Valdese, che prese posizione in favore dell'o.d.c. sin dai primordi,
nonché la setta dei Testimoni di Geova, che tanti obiettori fornì alla storia italiana. La situazione
è molto
cambiata da quell'epoca. Ora esiste una legge, vige un servizio alternativo, i partiti non si oppongono
più
all'o.d.c., la Chiesa Cattolica ha compiuto anch'essa un gran passo in avanti. Rimane però il
problema dell'obiezione «totale», del rifiuto di un servizio civile obbligatorio amministrato dallo
Stato. Non è compito di Albesano trovare delle proposte o delle soluzioni in merito, spetta invece ai
nuovi
obiettori e ai nuovi legislatori. L'autore ci ha offerto la più completa e la più seria disamina del
soggetto visto
in prospettiva di storia passata, offrendo utili suggestioni di riflessione sulle problematiche attuali e sulle
prospettive future.
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