Rivista Anarchica Online
L'isola ... dell'ego
Colorificio Ceramico "FERRO Italia s.r.l.", stabilimento di Cannara (PG), un centinaio di
dipendenti in
un'azienda leader nel settore della ceramica per edilizia e da stoviglie. Come altrove, favorito dal particolare
momento politico, anche qui è in atto un processo di ristrutturazione selvaggia e di aggressione
padronale che
ha, come principale obiettivo, l'intimidazione e quindi l'asservimento (soprattutto) di chi è in
produzione. Dal
giugno '93, data in cui la multinazionale statunitense ("FERRO") ha rilevato questa azienda per un decennio
«umanamente» gestita dalla tedesca «Bayer», l'ambiente di lavoro è andato gradatamente
deteriorandosi in
alcuni dei suoi reparti produttivi (fritte e componenti, graniglie, macinazione a secco, calcinazione, ecc.), dove
alto ridiventa il rischio di contrarre malattie professionali (saturnismo, silicosi) a causa della pericolosità
delle
materie prime manipolate (a base di piombo, silice, cromo, cobalto, zinco, ecc ... ). Alla scarsa
sensibilità della
nuova gestione verso il fenomeno ambientale e della salute degli operai, ha fatto seguito una crescente
intolleranza dei capi, il caos organizzativo e, perfino, un sostanziale deterioramento del rapporto umano tra
lavoratori. Così sono aumentati i ritmi di lavoro; troppi lavoratori (forse un 30%), più o
meno ricattabili, hanno finito per
accettare - non senza ripercussioni negative sotto l'aspetto occupazionale - il ricorso al lavoro straordinario, fino
a toccare punte di 45-50 ore settimanali. Alcuni lavorando sistematicamente il sabato. Operai presi in «affitto»
da imprese di pulizia e facchinaggio continuano ad essere arbitrariamente spediti in produzione, mentre gli
anziani (sopra i 50 anni e con 28 anni almeno di contribuzione) ed invalidi vengono messi in mobilità
per poi
essere sostituiti da giovani che, nel caso della temporaneità sostitutiva, si trovano costretti ad accettare
contratti
d'ogni genere, persino di soli 12 giorni. Venerdì 14 ottobre è stato il giorno dello sciopero
generale. Il 70% circa dei lavoratori ha aderito all'iniziativa
sindacale ma, poi, una parte di questi ha ritenuto di dover recuperare il sabato le ore «perdute» il giorno
precedente. I devastanti anni '80, dunque, si son fatti sentire anche da queste parti e, come si è visto,
non senza
produrre danni sotto l'aspetto culturale. L'individualismo, l'egoismo, l'opportunismo che serpeggia anche tra gli
operai e gli impiegati (e non solo fuori la fabbrica) è, tutt'insieme, un fenomeno tumorale che calpesta
qualsiasi
principio solidaristico e di uguaglianza. Occorre partire da qui. Ricostruire le coscienze devastate per rilanciare
una pratica antagonista e, se necessario, conflittuale ... Per ritornare a vincere ed invertire la tendenza,
articolando non "improduttive" battaglie economiciste, ma più concretamente agendo sul terreno della
riduzione
d'orario, dell'abolizione del lavoro straordinario, del rispetto dei fondamentali diritti dei lavoratori (salute,
ambiente ... ). Alla "Ferro" il compito è arduo, anche per il clima pessimo oggi presente in fabbrica.
Possiamo
però farcela (non certamente da soli) se riusciamo a trovare su questo progetto "minimo" (appena
menzionato)
la comprensione e il sostegno di quei lavoratori e quadri sindacali che stanno (forse) finalmente abbandonando
la logica della concertazione.
Lavoratori "Ferro" per il Sindacato di classe (Località Isola - Cannara
- PG)
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