Rivista Anarchica Online
Nel corso del tempo
di Stefano Giaccone
Quasi-recensioni in salsa fanta-cronaca
Ora sono 7 mesi che lavoro alla Grande evaporazione. Ho il mio terminale, Zen
e due files da salvare. Arialdo e Spino.
Un dolciniano alla macchia all'inizio del '300 e un compagno di Radio Alice nel 1977. L'Evaporazione è
stato un danno
enorme per il super cervello Europa 1. È qui infatti che tutta la memoria del mondo, degli uomini, dalla
loro comparsa
ad oggi, è archiviata. Scritti, ricordi, immagini: tutto mescolato o, peggio, scivolato via come sabbia, fuori
controllo, lo
devo trovare, connettere, dare forma. Nell'infuriare di una tempesta anche i profili più familiari,
divengono ombre sfuggenti. La tempesta che si è abbattuta
sulle nostre vite è appena cominciata. Ha già spazzato via vuote frasi, rituali, attese; ha stinto i
colori di una festa che
pensavamo prossima. Ha gelato nella sua umida nebbia molte illusioni. Il "mondo nuovo che sta nascendo", come
diceva l'anarchico spagnolo, resta oltre la cortina d'acqua che, con violenza regolare, si rovescia dal cielo. Il cielo
è
buio . la tristezza che non si riesce a dire, sta nel rincorrere, sotto la pioggia, una realtà nuova, per noi
cresciuti nel
Capitale Industriale, le sue scuole e città, suoni, follie. Una realtà nuova che parla quella
stessa Lingua (merce, lavoro, sfruttamento, gerarchia, potere, ignoranza) ma, come
una mutazione lessicale, ci taglia fuori, lasciandoci muti. La civiltà informatica cresce su un pianeta per
tre quarti
popolato da uomini e donne affamati, incatenati per 15 ore dentro fabbriche o campi di ananas, da disperati
metropolitani; mentre la temperatura sale e l'indice demografico anche. Dentro il naufragio, è difficile
per chiunque
muoversi verso territori aperti, tentare di respirare. Questa difficoltà è l'ospite inatteso che ti
ritrovi dentro dopo
l'ascolto di "SOTTO LA PIOGGIA", primo LP/CD del gruppo ISHI. Apparentemente musiche, testi, grafica
sembrano lontani, perfino "comodi" come scarpe da passeggio. ISHI è l'onda alta di un mare stile Capo
di Buona
Speranza: da FRANTI, ENVIRONS e PANICO i componenti. Dal rock italiano dentro uno spirito legato al punk
libertario come pure alla metrica Jazz: potresti che è "old fashioned", vecchio stile. Infatti, quello che ti
ritrovi dentro
alla fine, dopo 40 minuti di emozioni, graffi, occhi umidi, sangue che scorre caldo, è la voglia di sbatter
nel cesso stili,
mode, attualità scadute e ascoltare, finalmente solo ascoltare. Il lavoro più importante, insieme
al PANICO, di questa
stagione delle piogge. (c/o BLU BUS Via Consolata 5 - 11100 Aosta). Ora Arialdo, il dolciniano in fuga: "
qui, sperduto tra i boschi gonfi dei nostri gemiti, nulla mi resta. Né spirito, né
corpo. Dolcino e i suoi, io fra loro, fummo messi al bando perché parlavamo di ragione, del pensiero. Ma
lì alberga il
Demonio. Nella regola di San Benedetto - occorre mettere in grado i nostri corpi e combattere nella santa
obbedienza dei comandamenti di dio - non vi è posto per la mente. L'Alto medioevo è il tempo
più consono al
rifiorire dell'individualità, il tempo del rifiuto di ogni astrazione e grandi orizzonti, il tempo dei piccoli
gruppi e di
comunità legate da un caldo affetto. Primeggia l'istinto. Tra il corpo e il cuore manca ogni accordo, mentre
la natura
si muove alla conquista della cultura. La bestia affascina l'uomo. Il corpo è l'oggetto di venerazione,
oppure mutilato
e torturato. Solo la violenza assicura la sopravvivenza. La morte dietro ogni uomo. Di fronte ad un mondo ostile
l'uomo può esistere solo all'interno di un gruppo armato. La Chiesa propose allora la follia dell'eremita
solitario o il
silenzio del monaco nell'oratorio
". Aggiungerei che la Chiesa propose anche la spada, i roghi e il suo legame con
il
potere, ma al di là, di questo, ecco come molti secoli fa, la ragione, la paura, la speranza erano sentite
(oltre ad
Arialdo ne ha parlato anche Michel Rouché - L'alto Medioevo occidentale - in La vita privata di
Arish/Duby). Molto diversa è, per fortuna, l'opinione dell'Associazione "Andals de Libbertadi": "I
militanti associati ritengono che
alla base della formazione di coscienze libere nonché di rapporti sociali autodeterminati dagli stessi
soggetti, vi sia la
conoscenza, e quindi la cultura intesa nella sua più ampia accezione di bagaglio conoscitivo
comportamentale atto alla
formazione di personalità totalmente coscienti del proprio essere
". Questa associazione, da poco fondata,
gestisce
anche l'edizione di "Anarkiviu", il bollettino dell'Anarkiviu-Biblioteca "T. Serra" di Guasila (CA) - Via Mons.
Melas
24. Conquistare terra, spazio, tempo. Dominare la natura. Da una rivista americana "LEFT CURVE"
d'ispirazione, mi
pare, marxista critica (P. O. BOX 472, Oakland CA 94604-0472. 20$ per 3 numeri). "La fabbrica Next di
Fremont, California, ha prodotto in un anno in valore di computer con 8 lavoratori
la bioingegneria sviluppa
batteri
che producono plastiche in un laboratorio, nessun bisogno del lavoro per cercare il petrolio, scavarlo, trasportarlo,
raffinarlo, mandare un esercito per proteggerlo
per metterla giù semplice, la produzione basata sulla
tecnologia
informatica-intensiva non è compatibile con le forme tradizionali di proprietà e distribuzione
Marx ed altri scrissero
che il valore di un oggetto scende appena uno equivalente ma più economico diventa disponibile
una
copia del
programma Pagemaker costa 500$ ed è lo stesso di quello fatto su un floppy disk e 5 minuti di PC. Per
prodotti
come la musica, libri, databases, film, le cose sono già così. Per altri, ci stiamo avvicinando ai
processi basati
sull'informazione, vedi la manipolazione molecolare o del codice genetico
Può il capitalismo coesistere
con l'età
dell'informazione? E può l'informazione coesistere con il capitalismo?... abbiamo la contraddizione di
un'incredibile
economia produttiva e, allo stesso tempo, 6 milioni di senzacasa, un livello di analfabeti mai visto e intere
porzioni
della società consegnate per sempre alla disoccupazione, droga e prigione. Nel Terzo Mondo la situazione
è molto
peggio
se la tecnologia esistente ci ha portati all'attuale livello di sottomissione, quanto diventeremo obbedienti
quando la Realtà Virtuale dominerà l'intrattenimento e l'educazione? Non c'è ragione di
credere che
l'equipaggiamento della Realtà Virtuale diverrà meno comune della TV nelle case odierne.
Immagina mamma, papà,
figlio e figlia ognuno preso nel suo Mondo Virtuale
la conversazione li annoierà, l'intelligenza li
annoierà. Un
genuino abbraccio umano risulterà estraneo
controllo e confezionamento dei valori diverrà molto
più avanzato di
ora. L'isolamento dell'individuo nella Realtà Virtuale garantisce il controllo delle multinazionali. Chi altri
se non le
multinazionali produrrà, censurerà, venderà la realtà virtuale beneficiando della
tecnoppressione?" Brrrrrr
"Sorpresa! Qui (ma dove?) è Dottor Blatto, il tuo vecchietto preferito, direttamente dal futuro. Noi del
Comm. 64
(consigli dal futuro per un passato migliore
) ci abbiamo pensato, e abbiamo deciso di regalarti una goccia di
saggezza, a te la libertà di farne tesoro o immondizia. Spesso dietro le frasi fatte ed i luoghi comuni si
nascondono
verità feroci. Il guaio pungente è che la semplicità e l'evidenza sono occultate da barriere
astute, come le migliaia di
informazioni inutili o le finte alternative, come l'indifferenza o l'assuefazione a tutto e comunque. Perché
ti dico
questo? Perché "la guerra nell'ex Jugoslavia è proprio vicino a casa nostra, ma non importa a
nessuno" è diventato
un intercalare da chiacchiera da pullman, una punteggiatura annoiata con la quale si liquida un argomento ritrito.
Vale
a dire, una frase fatta. Ma è anche una verità terribile. Chi riesce invece a trasmettere, almeno in
parte, la tragedia
della ex-Jugoslavia pur servendosi di un linguaggio semplice e a tratti colloquiale, è Gianfranco Bettin,
nel suo libro
"Sarajevo Maybe" (Feltrinelli, L. 20000). In una narrazione che oscilla tra il reportage, la raccolta di
testimonianze dirette e la ricerca di un amico che ha
abbandonato l'Italia ("Scavare a fondo in questo paese significa immergersi in uno strato di letame e, una volta
toccato il fondo, sentire nervi impazziti, o frustrati, capaci di tutto. Non lo sopporto più. Questo paese
è di fango. È
molle e sporco") per andare a Sarajevo a fare una cosa piccola e utile, affiorano considerazioni scure, quanto vere,
su questi anni". Ma intanto
intanto, amico mio, la stagione attuale di Sarajevo è una strascicata stagione
di morte
più lenta, di violenza accurata e capricciosa che segue a quella sterminatrice e devastante di questi anni.
Non è la
guerra, non è la pace. Non è speranza. Non è disperazione. Che cos'è? È
il nostro mondo, il nostro tempo che si
decompone, credo. Sono le idee ben predicate e male o mai praticate. Vedi l'Europa. Bella, ipocrita idea. L'Europa
è morta, in Bosnia, in questi anni. Si è scoperta impotente e avara. Vile. Si è fatta odiare
e deridere. Una fiacca e
fasulla costruzione di retorica e mercati. Tutti, tutti, hanno visto che l'Europa non esiste non appena i suoi principi
si
misurano con vere difficoltà da affrontare, e figuriamoci se il confronto è addirittura con i
problemi terribili di questa
fine secolo. Mezzo continente è crollato d'improvviso e non ha trovato niente che lo sostenesse, nella sua
nuova
stagione, nell'altra metà che pure lo aveva incitato a cambiare, a rischiare, a somigliarle. Ma questa
Europa, la ricca e
ipocrita Europa, rinchiusa nel suo zoo di merci e televisioni, che non sa vergognarsi per quello che non ha fatto,
non
sa neppure che rischia anch'essa il crollo e le barbarie. Una nuova Europa, in cui sarà bello vivere, non
potrà che
nascere intorno a Sarajevo, o non nascerà." Spesso il razzismo è soltanto paura del diverso.
Questa quante volte
l'hai sentita? Un'altra delle mille filastrocche del vuoto. Anch'essa grave, ma banalizzata e offesa, perché
usata come
scusante di comodo. Silvio Soldini nel suo film del 1993, "Un'anima divisa in due" (recuperarlo in
videocassetta, alle rassegne, da
amici
) racconta una storia d'amore, di vita, tra un impiegato milanese ed una ragazza rom. I dubbi, il lento
avvicinarsi, il suono differente di due culture lontane. Tutto tratteggiato in uno stile privo di facili sentimentalismi,
e,
dote assai rara, in maniera credibile e non artefatta. Anche per questa volta è tutto, buon lavoro, e
mentre tu risistemi la Grande evaporazione, aspettati altre mie
cartoline. Greetings from the future, Dottor Blatto."
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