Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 26 nr. 225
marzo 1996


Rivista Anarchica Online

Difetti della rivista

Cari amici di «A»
vi invio questa lettera per esporre delle lamentele sulla rivista e sul perché, a mio avviso, non va come dovrebbe. Ho accolto con molto piacere la volontà di rinnovamento espressa dalla redazione nel numero 223 e spero che sia un rinnovamento vero e radicale: nell'immagine, nella grafica (ci vuole proprio) e nei contenuti. Il grosso difetto di «A» credo che sia quello di trattare una cultura libertaria asettica, un po' fuori dal mondo. Spesso vi si trovano lunghe speculazioni intellettuali e filosofiche su temi astratti; solo a titolo di esempi cito gli «articoloni» su Foucault e sull'Anarco-capitalismo. Credo che per affrontare certi temi nel modo in cui lo fate voi siano più adatti i libri che una rivista. Reputo eccessivo anche lo spazio dato ai vari «Ricordando»; si intenda, non ho niente contro i defunti, ma non vi sembra di esagerare? «A» da l'impressione di essere un giornale tutto proiettato nel passato e poco innovativo, ha i suoi bei ricordi, le «avventure di bei tempi andati» che ripropone e ripete ciclicamente. E il presente? Gli articoli di attualità sono contorti, dicono tanto e non lasciano niente, asettici anch'essi. E se nelle pagine di «A» si parla tanto di autogestione, cooperazione sociale, sfera pubblica non-statale, spazi-luoghi momenti liberati, ditemi un po' se tutte queste belle idee tocca realizzarle a Bakunin a braccetto con Marx (?), a Merlino, Foucoult, Camus e a tutti i professori, intellettuali, teorici delle più svariate teorie calate chissà da quale cielo. Cari amici di «A» l'informazione credo che sia un'altra cosa e un po' di informazione c'è nella rivista quando si parla ad esempio di Emergency, di Zapati-sti... per lo meno sono temi attuali, tangibili, reali. Oggi varrebbero di più degli interventi sugli esperimenti nucleari (dato che alla stampa non interessa più parlarne) o comunque su quello che avviene nella società piuttosto che sui «morti» i quali si indignerebbero sicuramente vedendo una situazione così appiattita. Certo, fare una rivista, farla con pochi mezzi che si hanno a disposizione, farla in modo volontario non deve essere facile ma è necessario uno sforzo innovativo se si vuole fare un giornale utile. Negli editoriali si invita spesso alla «diffusione militante» di una rivista che serve alla «propaganda», termini che a me personalmente piacciono poco e che nel caso di «A» sono del tutto fuori luogo. Ci vuole più attenzione a quello che accade nel mondo e per questo va benissimo, a mio parere, pubblicare contributi che vengano da fuori della cerchia degli anarchici se possono aiutare ad approfondire e capire meglio le varie tematiche. Parlando in giro con interessati o potenziali tali alla rivista ho notato che tutti muovono più o meno le stesse critiche, tutti trovano in «A» spunti interessanti sparsi qua e la ma proprio quella che dovrebbe essere la sua struttura base coinvolge poco. Credo che una grafica più sciolta e frivola, degli articoli più «leggeri» e più interessanti per un «lettore medio» (che brutta espressione!), un tocco di sana follia e magari per il futuro un paio di numeri in più all'anno (utopia?) possano contribuire a fare migliorare le cose.
Saluti e baci,

Fabio Antoci (Ragusa)