Rivista Anarchica Online
In memoria di Giovanni
Non era certo eccezionale perché ha costudito la vecchia sede della Fai livornese per
chissà quanti anni. Lo era perché l'ha
fatto con discrezione e convinzione senza aspettative e senza obiettivi. Non era certo eccezionale perché abitava
le soffitte
degli appartamenti facendo a meno dell'elettricità e dell'acqua corrente. Lo era perché bastava a se stesso
con la dignità
e l'eleganza che provengono dal non possedere niente per aver già tutto in sé, compresa l'assenza di paura
di perdere
qualcosa. Non era certo eccezionale perché - cresciuto sulla scia di un carretto della zia ambulante - non aveva mai
frequentato le scuole. Lo era perché con la sua incommensurabile e silenziosa semplicità sapeva trattare,
affrontare
qualsiasi argomento, dal più colto e specialistico al più pragmatico e quotidiano: la letteratura, il cinema,
la storia, la
politica, la filosofia, i sentimenti e le loro complicate relazioni. Non era certo eccezionale perché in seguito alla
morte del
dittatore Franco, seppe correggere su un volantino il «viva la morte» nel «viva la libertà». Lo era perché
lo diceva giorno
per giorno con la sua esistenza schiva e gioiosa, con i suoi modi così simbolici e mai cattedratici. Lui mi è
stato maestro.
Sempre, anche - e forse soprattutto - quando non ci incontravamo più. L'ho rivisto e mi ha rivisto pochi giorni prima
di
morire, sereno nella malattia incurabile; privo di coscienza ma abbastanza presente per comunicarmi la gioia di avermi
riconosciuta, dopo tanti anni e tanta intensa memoria da colmare il vuoto del tempo. Era ancora lui ad insegnarmi come
si fa a vivere e a morire. Ciao Giovanni
Monica Giorgi (Livorno)
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