Rivista Anarchica Online
Unabomber anarchico? No!
editoriale di Freedom (Londra) - (Traduzione di Stefano
Viviani)
Un eccentrico solitario, Theodore Kazcinsky, si trova sotto custodia cautelare in
Montana. Mentre andiamo in
stampa, è accusato soltanto di «possesso non autorizzato di arma», in quanto si presume che la sua
collezione di
rottami sia l'occorrente per la fabbricazione di una bomba. La notizia del suo arresto, tuttavia, ha fatto il giro del
mondo, perché questa persona è sospettata di essere «Unabomber», il terrorista che ha spedito
e collocato in varie
parti degli Stati Uniti sedici bombe in diciassette anni, uccidendo tre persone e ferendone più di
venti. Gli organi d'informazione più ricchi si preoccuperanno di commentare e raccontare gli sviluppi
della vicenda.
Ciò che a noi interessa non è tanto discutere se il signor Kazcinsky sia o meno Unabomber, ma
piuttosto se
Unabomber, qualunque sia la sua identità, è o meno anarchico. Gli anarchici, per definizione,
si oppongono al dominio degli uomini sugli altri uomini per mezzo delle minacce,
specie se la relazione coercitiva è istituzionalizzata. Ovvero, si oppongono al governo in tutte le sue
forme. A
volte possono usare un'istituzione coercitiva contro un'altra, per esempio, le aule di tribunale contro una polizia
particolarmente attiva, ma si tratta pur sempre di espedienti, mai di princìpi. Le sole società che
un anarchico vede
di buon occhio sono quelle nelle quali nessuno è capo e tutte le relazioni sono basate sulla cooperazione
volontaria. Ma il termine «anarchico» viene spesso mal applicato per indicare chiunque usi mezzi illegali,
segreti e violenti
nel perseguimento di qualunque obiettivo sociale, per quanto autoritario. Un commentatore radiofonico della
Bbc, il 5 novembre descriveva Guy Fawkes come «un anarchico». Ma
l'obiettivo di Guy Fawkes e dei suoi seguaci era quello di restaurare il cattolicesimo romano e il vecchio costume
di reprimere l'eresia mandando al rogo la gente. Anche un'opera ritenuta autorevole, il Fontana
Dictionary of Modern Thought, descrive Auguste Blanqui come
un precursore dell'anarchismo, e afferma che Bakunin «proseguì l'opera di Blanqui», nonostante Blanqui
predicasse la conquista e l'uso del potere coercitivo, non la sua abolizione. In alcuni giornali Unabomber
veniva descritto come un anarchico ancora prima che si avesse qualunque notizia
su di lui, lei o i loro motivi e le loro opinioni. Oggi queste opinioni sono state rese pubbliche. Nell'aprile
1995, dopo diciassette anni di bombe non rivendicate,
«il gruppo terrorista FC» ha scritto alla stampa fornendo prove sufficienti riguardo alla paternità, sua o
loro, di
Unabomber. Nella stessa lettera, come condizione per la fine delle ostilità, si richiedeva la pubblicazione
sul New
York Times e il Washington Post di un manifesto suddiviso in 232 lunghi paragrafi numerati.
Così fu fatto, e il
testo completo è stato poi pubblicato come pamphlet da Green Anarchist: Il manifesto
denuncia la tecnologia: 130. La tecnologia avanza con grande rapidità e minaccia allo stesso
tempo la libertà sotto diversi punti di vista
(sovraffollamento, regole e regolamenti, crescente dipendenza degli individui dalle grandi organizzazioni,
propaganda e altre tecniche psicologiche, ingegneria genetica, invasione della privacy mediante sistemi di
sorveglianza e computer ecc.). Per respingere anche UNA sola delle minacce alla libertà occorrerebbe
una lunga
differente [sic; un errore al posto di difficile?] battaglia sociale. Coloro che vogliono proteggere la libertà
sono
schiacciati semplicemente dal numero di nuovi attacchi e dalla rapidità con cui vengono portati, di
conseguenza
diventano patetici e non resistono a lungo. Combattere ciascuna di queste minacce separatamente sarebbe futile.
La sola speranza di successo risiede nel dare battaglia al sistema tecnologico come insieme; ma questa è
rivoluzione, non riforma. Kazcinsky rifugge dalla tecnologia, abitando in una baracca senza
elettricità né acqua e spostandosi in bicicletta
(un trionfo della tecnologia industriale che alcuni ciclisti preferiscono immaginare primitiva). Unabomber
denuncia la tecnologia ma la usa: sofisticati congegni elettronici nella preparazione delle bombe, e qualcosa di
più sofisticato di una bicicletta per spostare le bombe in punti diversi degli Stati Uniti. Un problema per
quelli
che stanno preparando l'accusa contro Kazcinsky sarà dimostrare che, mentre viveva a un basso livello
di
tecnologia, quando lo desiderava aveva accesso alla tecnologia più alta. L'avversione alla tecnologia
è compatibile con l'anarchismo. Uno stimato collaboratore di Freedom accoglie con
piacere l'occasionale declamazione contro la tecnologia, «gli scienziati» e «il progresso». Ma anche
l'apprezzamento della tecnologia (sia pur meno consueto) è compatibile con l'anarchismo, e i più
accaniti
oppositori della tecnologia sono gli autoritari «eco-fascisti». L'istanza anti-tecnologica non è essenziale
all'anarchismo, e non implica l'anarchismo. Né lo è l'utilizzo di bombe fatte in casa, per il quale
Unabomber
presenta un'interessante analisi:
96. (...) Prendiamo noi (FC) per esempio. Se non avessimo mai fatto ricorso alla violenza e avessimo
sottoposto
il presente scritto a un editore, probabilmente non sarebbe stato accettato. Se fosse stato accettato e pubblicato,
probabilmente non avrebbe attirato molti lettori, perché è molto più divertente osservare
i diversivi offertici dai
media piuttosto che leggere un saggio misurato. Anche se questo scritto avesse molti lettori, la maggior parte
di questi lettori avrebbe ben presto dimenticato quanto letto perché le loro menti sarebbero state inondate
dalla
massa di materiali a cui i media li espongono. Per cercare di diffondere tra il pubblico il nostro messaggio con
qualche speranza di lasciare un'impressione duratura, siamo costretti a uccidere persone.
Alcuni anarchici hanno usato le bombe, ma la gran parte preferirebbe rimanere inascoltata piuttosto che
uccidere
persone per attirare l'attenzione. La maggioranza dei fanatici assassini sono autoritari. Il modo più
ovvio per scoprire se Unabomber è un anarchico è quello di rintracciare le parti che nel Manifesto
sono dedicate al governo. E in realtà ci è sufficiente leggere il paragrafo 4 dei 232 redatti per
trovare
l'informazione richiesta:
4. Perciò noi sosteniamo una rivoluzione contro il sistema industriale... Questa non dev'essere
una rivoluzione
POLITICA. Il suo obiettivo sarà il rovesciamento non dei governi, ma delle basi economiche e
tecnologiche della
presente società.
Ammirevolmente chiaro. Unabomber non è un anarchico. Dal momento che non abbiamo intenzione
di uccidere
nessuno per dare rilevanza al nostro punto di vista, probabilmente pochi ne verranno a conoscenza. Ma per quel
che può valere, invitiamo i media a smetterla di parlare di Unabomber come di un «anarchico
anti-tecnologico».
«Anti-tecnologico» è vero, «anarchico» è falso.
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