Rivista Anarchica Online
Discorso politico sulla droga
di Baba
Dalla rivista situazionista Bleu: terza pagina, alla voce
controinformazione, leggiamo: "... Quello che dicono i padroni: I vari tipi
di canapa da fumo (hashish, marijuana, kif) vengono assunti con modalità diverse: con pipe
oppure in sigarette. In America, dove la droga pare sia stata importata dall'Africa, dai piantatori
negri, al principio del secolo scorso, si fuma quasi esclusivamente sotto forma di sigarette. I primissimi
sintomi che si manifestano dopo l'assunzione del fumo, sono quelli di uno stato di esaltazione psichica.
Si prova maggior facilità nei movimenti e nella concatenazione delle idee: ben presto
però le idee si
confondono, si perde la misura del tempo e dello spazio. Gli oggetti sembrano deformati; una visione
prospettica può produrre veri eccessi di terrore. Subentra una specie di delirio con tendenza all'ira
e
alla crudeltà. A questa fase ne sopravviene un'altra in cui vi è tendenza a dormire, senza
che si
produca mai vero sonno. Le tossicomanie da canapa portano fatalmente a profonde alterazioni della
psiche nonché di molte funzioni organiche: digestione, riproduzione, assimilazione. Compaiano
disturbi mentali a tipo maniacale o malinconico che, negli ultimi periodi dell'intossicazione,
degenerano nelle pazzie sfrenate. dal "Libro Nero sulla Droga" distribuito dai Pionieri
della Croce Rossa.
... La verità: Dalla canapa indiana si ricavano l'hashish, la
marijuana, il kif. Tali sostanze sono una droga. Alterano
la mente esattamente come l'alterano, l'alcool, la nicotina del tabacco, l'aspirina e i suoi
derivati. L'uso di tali sostanze non porta all'uso di eroina o di altre droghe
pericolose. L'uso prolungato di tali droghe ha dimostrato che esse non producono
danni all'organismo
comparabili a quelli prodotti dall'alcol e dal tabacco. Diversamente dalle sostanze oppiacee (eroina
morfina), dall'alcol e dalla nicotina, tali sostanze non producono fenomeni di assuefazione e non
costringono all'aumento della quantità consumata. A parte il fatto che l'uso della canapa indiana,
è
di per se stesso considerato reato, non c'è nessun legame tra l'uso di questi prodotti e la violenza
o il
crimine anzi, delle ricerche hanno dimostrato che in realtà esse riducono l'aggressività
e la violenza.
Sono assolutamente sicuri. Le dosi letali nell'uso di alcol, nicotina da tabacco e aspirina sono da 20
a 80 volte la loro dose normale. È necessaria 40 mila volte la dose normale di un individuo per
uccidere una mosca con la marijuana. Da "Thinking about Using Pot San Francisco
Psychiatric Medical Clinic".
La strategia della droga
Due concezioni di una identica realtà. L'una espressione di una condizione generale in cui
le strutture del
sistema, che per definizione chiameremo capitalistico arretrato, hanno la necessità di falsificare
grossolanamente la realtà. L'altra, "La verità", è delle due, dobbiamo
riconoscerlo, quella di gran lunga più allarmante, proprio
perché espone un dato di fatto oggettivo. Infatti, mentre nella fase precedente, non si era capito
che quello
che era stato marchiato come elemento eversivo proveniente dall'esterno, e quindi pericoloso, altro non
era che un fenomeno generato dal sistema stesso; in questa seconda fase, che chiameremo avanzata,
invece, si è ben capito tutto ciò; risulta quindi evidente l'interesse che può venire
dal pubblicizzare
attraverso certe sovrastrutture, che si articolano sempre "su basi scientifiche" e "avanguardie illuminate",
il problema della droga. Da queste due differenti posizioni, che hanno pur sempre come base comune
la concezione capitalistica, e che, teniamolo presente, convivono ancora, date le diverse condizioni
economiche esistenti nei vari paesi od all'interno di un paese medesimo, scaturisce una situazione di
squilibrio che si evidenzia: da una parte, con isteriche accuse e campagne millantatorie contro la droga;
dall'altra con un appoggio "per tramite", fino ad arrivare, quando ve ne sia l'occasione, all'aperto
beneplacito della medesima. Nasce così la dialettica sulla droga, tanto più accesa
quanto più si tende ad accettare una posizione legata
ad un'ideologia. "La società è più dannosa di una fix di
eroina". Nasce la difesa della droga per partito preso in opposizione al vecchio discorso
moralista-borghese. Ormai
la droga è diventata il campo favorito per pedisseque tirate scientifiche di tutte le categorie di
psicologi
sociali, comportamentisti, psicanalisti, sociologi che hanno raccolto l'osso gettato loro dal sistema, e
annullando scientemente o no dalla loro prospettiva il problema politico, limitandosi ad esaminare
solamente la parte tecnica del problema, fanno evidentemente il gioco del capitale avanzato.
Ideologia d'importazione
Ormai le droghe (particolarmente marijuana e hashish) non possono più essere viste come
le armi, se mai
lo sono state, di una forma di protesta; i consumatori maggiori stanno diventando i ceti alto-borghesi e
questo nuovo bene di consumo viene diffuso (imposto) lentamente ma sempre in strati più larghi;
non
è più un'ipotesi fantascientifica la legalizzazione della droga, ed anche in Europa ne
abbiamo esempio. Nei paesi a più alto livello social-democratico, non si può infatti
fare a meno di constatare, come il sistema
sia riuscito ad imporre, come efficace valvola di scarico di tutte le energie rivoluzionarie, quello che,
all'inizio, era stato visto come facente parte di un discorso di contestazione. Essere pro o contro la droga
è un problema del tutto personale a livello di coscienza; perché è la coscienza
individuale delle proprie
debolezze del proprio "equilibrio psichico" (che a nostro parere, in questa società, è
impossibile avere in
assoluto) che deve guidare l'accettazione o no, quindi l'uso o meno della droga. D'altra parte, per noi
anarchici, insieme al problema della "scelta individuale" se ne pongono altri, immediati e più
grossi, quali:
quello della situazione storica, quello politico e quello etico-naturale, problemi inscindibili da una
prospettiva di fondo tattico-rivoluzionaria. Supponiamo per un attimo che la droga sia "un'arma" utile
contro il sistema. La realtà in cui viviamo, la vera realtà di un paese come l'Italia che
è il nostro campo
d'azione, ci permette di usare tutte le armi di cui noi disporremmo contro il sistema?, o piuttosto per
un'efficace azione che veramente incida nella nostra realtà geografico-politica, alcune di queste
possono
essere controproducenti?! A nostro avviso, il più grosso pericolo, sarebbe di cadere nell'uso di
una
cosiddetta "ideologia d'importazione", cioè nell'uso di costumi e, quello che più conta,
di armi, proprie
di un'altra cultura, di una società che ha subito una diversa evoluzione storica, e che se anche
rispondesse
di conseguenza, in modo coerente, con quello che è l'attuale stadio di evoluzione delle sue
strutture
economico-sociali, non per questo renderebbe efficace l'uso di tali "mezzi" in altre situazioni reali.
L'anarchico e la droga
Inoltre crediamo che l'anarchico-militante-rivoluzionario, debba lottare contro le strutture sociali
attuali
per realizzare una diversa società e non cercare una fuga disperata dalla realtà che ci
turba e ci vessa
quotidianamente, in una sorta di esistenzialismo che può portare non alla scoperta di una nuova
realtà
vagheggiata, ma alla chiusura in una diversa dimensione senza rapporti con ciò che ci
circonda. La droga è una delle molteplici forme di evasione, anche se la più
pericolosa, che ci offre la società
opulenta: non per questo in fondo diversa dalla televisione, dal cinema, dalla folle corsa verso tutti i beni
di consumo, di cui la medesima può rappresentare, al limite, il ruolo ingannevole di "frutto
proibito"
strappato al sistema. E fino a che resterà "proibito" servirà, e questo è il punto
più importante, a livello
di coscienza politica, a incastrare doppiamente tante persone; conosciamo tutti quanti sufficientemente
bene la legislazione italiana, la squadra narcotici, che spesso e volentieri si associa nel "lavoro" alla
squadra politica, la vasta e fluida rete di spie più o meno mistificate sotto la veste di "compagni"
e, in
generale, il gioco ricattatorio che ne consegue sempre. Abbiamo visto come la droga, che è
strumento e parte integrante del sistema, sia inconciliabile con il
concetto rivoluzionario degli anarchici; tutto il resto, ad onta di certa stampa o di certa retorica, del resto
facile, è letteratura. La società diversa per cui noi lottiamo, è una posta
troppo alta per lasciarla compromettere: sarà bene
cercare di capirlo.
Baba - Carpi
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