Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Freie Arbeiter Stimme
Sei anni fa era definitivamente costretto a sospendere le sue pubblicazioni il periodico in lingua
italiana L'adunata dei refrattari, che per mezzo secolo ha rappresentato uno degli strumenti più
efficaci di propaganda, di agitazione e di collegamento tra i numerosi gruppi e compagni
anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti. Ora è la volta di Freie Arbeiter Stimme ("La libera
voce dei lavoratori"), un periodico anarchico in yddish che è uscito regolarmente per oltre 87
anni e che ha rappresentato per la numerosa "colonia" libertaria yddish negli Stati Uniti quel
che L'adunata dei refrattari è stata per gli emigrati italiani.
L'yddish, com'è noto, è la lingua parlata (e scritta) dalle comunità israelitiche sparse
numerosissime nell'Europa Centrale ed Orientale: numerosissime una volta, s'intende, dal
momento che le persecuzioni, lo sterminio nazista, l'imperialismo culturale degli Stati (da questo
dopoguerra quasi tutti "comunisti") ne stanno minando la stessa esistenza. Eppure l'yddish ha
rappresentato e tuttora rappresenta, oltre che una lingua parlata da milioni di individui (è, in
parte, un cocktail di ebraico, tedesco e slavo), una cultura nel pieno senso del termine, con la
sua letteratura, le sue canzoni, la sua ben definita identità.
Logico dunque che le masse di poveri immigrati ebrei affluite negli Stati Uniti negli ultimi
decenni dell'ottocento si dessero un foglio di lotta, per denunciare la loro situazione di
sfruttamento spesso bestiale - tanto più insopportabile perché accompagnato dalla disillusione
rispetto a ciò che credevamo di trovare nel "nuovo mondo". In questo contesto nasceva il 4
luglio 1890 il settimanale Freie Arbeiter Stimme, che iniziò subito una vasta campagna di
agitazione sindacale per il generale miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. Il
giornale si fece inoltre promotore della costituzione di cooperative di lavoratori e di società di
mutuo soccorso, completamente autogestite dai lavoratori yddish, che hanno costituito per lungo
tempo un esempio ed un momento di aggregazione di grande importanza: l'ultima di queste
associazioni yddish, intitolata Kropotkin, è durata fino a tre anni fa. Furono costituite anche
vere e proprie scuole yddish, che funzionarono sulla base degli insegnamenti di Francisco
Ferrer e della sua Escuela Moderna. Particolarmente fu curata la difesa del patrimonio
culturale yddish contro l'imperialismo culturale dello Stato americano (uguale in questo a tutti
gli altri); tra le prime iniziative in tal senso ricordiamo la pubblicazione delle canzoni
rivoluzionarie del poeta yddish David Edelstadt, ancora oggi vive nella memoria e nelle
manifestazioni dei lavoratori yddish in tutto il mondo.
Un'aspra lotta fu ingaggiata con le autorità religiose ebraiche nel tentativo di sottrarre alla loro
nefasta influenza le grandi masse di ebrei dell'Europa Orientale emigrati negli Stati Uniti: la
propaganda laica ed anti-religiosa, la polemica costante con le autorità religiose hanno sempre
caratterizzato le pagine di Freie Arbeiter Stimme la cui tiratura ha raggiunto - nei momenti di
punta - le trentamila copie.
Ormai, però, anche l'ultima delle generazioni di emigrati che ha dato vita a questo giornale ed
al movimento libertario yddish sta scomparendo - così come sta scomparendo l'ultima
generazione di emigrati italiani che aveva dato vita all'Adunata dei refrattari. Anche Freie
Arbeiter Stimme chiude definitivamente: è la fine di un'epoca, alla quale sopravvivono alcuni
vecchi compagni che alla vita di questo giornale hanno dato tutto di sé. Tra loro, l'ultimo
redattore di Freie Arbeiter Stimme P. Constant che sta curando la pubblicazione di un'antologia
in inglese degli iscritti più validi apparsi sulle migliaia di numeri pubblicati da quel lontano
1890, all'indomani del martirio dei cinque anarchici a Chicago, fino ad oggi. Anzi, ormai, fino a
ieri.
Nada
La pubblicistica spagnola libertaria si è arricchita di un nuovo periodico: Nada (in italiano:
niente). Il primo numero, pur essendo in gran parte dedicato alla dissidenza nei paesi dell'Est,
presenta anche articoli sulla situazione spagnola e sulla repressione stalinista contro il
P.O.U.M. nel 1937.
Una rivista di analisi critica, di ripensamento, non certo di propaganda, e che soprattutto
rifugge dalla facile sloganistica.
Il promotore della rivista è Carlos Semprum Maura, uno dei più intelligenti saggisti spagnoli.
Ricordiamo tra le sue opere più conosciute "Rivoluzione e controrivoluzione in Catalogna" delle
Edizioni Antistato e "Ni dios, ni amo ni C.N.T." di Tusquet Editor.
Abbiamo incontrato Semprum Maura a Parigi (lui fa la spola tra Barcellona e la capitale
francese) per pochi minuti, prima che riprendesse i suoi vagabondaggi. Ci siamo seduti su una
panchina della "rive gauche": dietro di noi l'intenso traffico parigino, davanti la Senna,
creavano un contrasto piacevole e stimolante, una buona occasione per un'intervista.
Come mai ti è venuta l'idea di fare questa nuova rivista e perché questo titolo:Nada.?
L'intenzione era in primo luogo di fare una rivista che trattasse di quei temi che oggi in Spagna
vengono trascurati e secondariamente di fare una rivista assolutamente indipendente da
qualsiasi organizzazione, ma che si ponesse in un ambito libertario. Per quanto riguarda il titolo
era un vecchio progetto che avevamo ancora anni fa a Parigi. È da allora che vogliamo fare
una rivista eretica e anarco-nihilista, Nada appunto. Un obiettivo fondamentale di Nada è di
approfondire il tema fondamentale della burocrazia tanto nei paesi dell'est quanto in quelli
dell'ovest, cioè di analizzare il fenomeno della tecnoburocratizzazione della società, tema questo
assolutamente trascurato da tutte le pubblicazioni in Spagna.
Un altro obiettivo è quello di diventare il grillo parlante della situazione spagnola, di svolgere
una continua funzione critica contro i partiti e i sindacati di sinistra, contro il consenso esistente
verso il regime attuale e la smobilitazione della gente che si è abituata a delegare ad altri i
propri interessi, contro questa democratizzazione che, è vero, esiste, ma che è stata concessa
dall'alto, non è stata conquistata.
Quale funzione pensa di svolgere Nada in Spagna in riferimento al movimento libertario spagnolo
e alla C.N.T.?
Bisogna dire innanzitutto che facciamo Nada perché ci piace farlo, perché abbiamo il virus della
carta stampata. Quello che poi ci proponiamo è di dire cose che altri non dicono in tutti i campi.
È evidente che abbiamo fatto Nada perché non esisteva, a nostro parere, una rivista che ci
piacesse fino in fondo, che esprimesse le nostre opinioni e credo non solo le nostre. Per quanto
riguarda il riferimento al movimento libertario spagnolo e alla C.N.T., mi sembra che già dal
contenuto del primo numero Nada si qualifichi come una rivista libertaria visto che coloro che
ci lavorano sono compagni anarchici o libertari, della C.N.T. o molto critici nei confronti della
C.N.T.. D'altra parte abbiamo voluto una rivista assolutamente indipendente dalla C.N.T.
perché crediamo che in questo modo la nostra funzione critica possa essere più utile e la nostra
libertà di espressione sia decisamente maggiore; temo molto la censura implicita o esplicita che
vi è sempre in tutte le organizzazioni.
D'accordo, ma quale funzione vuole svolgere Nada rispetto al movimento libertario o non ne
vuole svolgere nessuna?
Anche se può sembrare presuntuoso, Nada dovrebbe servire come strumento di discussione,
dovrebbe fornire elementi di comprensione sul mondo moderno con informazioni che altri non
darebbero, con notizie inedite originali e nuove sulla Cina, la Russia, l'Italia e su molti altri
argomenti e fornire punti di vista, critiche, e anche polemiche, che possano a volte alimentare e
arricchire le discussioni e le polemiche in seno al movimento libertario spagnolo, della C.N.T. o
non. Penso infatti che se finora il dibattito all'interno del movimento spagnolo si è nutrito del
passato, della storia e delle lotte del 36-39, sia ora il caso che il dibattito si sposti sui problemi
attuali, che sono difficilissimi e scottanti, ma che dobbiamo affrontare assolutamente.
Cosa pensi della C.N.T. di oggi?
Penso che le previsioni pessimistiche si stiano avverando. Credo che la C.N.T. si stia
convertendo in un sindacato con tutto ciò che comporta e che quindi diventi uno strumento di
integrazione dei lavoratori nel sistema. Questa è la linea di tendenza, a mio parere, anche se
oggi nella C.N.T. c'è una discussione aperta, c'è gente con opinioni molto diverse. Il male è che
questa diversità di idee e di attività non si sviluppa in maniera "democratica", ma sfocia in una
lotta per i posti nei Comitati, sfocia nell'insulto che spesso costituisce l'argomento. In definitiva
il "disordine" esistente all'interno della C.N.T. non è un disordine creativo ma è un disordine
che rivela in modo inequivocabile il processo di burocratizzazione della C.N.T. attuale.
Nada, periodicità trimestrale, formato cm.17x24, pagg.100, redazione e amministrazione: Nada
c/o Tusquets Editor, Iradier 24, Barcelona - 17, una copia 125 p.tas.
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